«Maggie marchia i tifosi» di Mario Ciriello
«Maggie marchia i tifosi» Proteste per la futura «carta d'identità sportiva» «Maggie marchia i tifosi» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — La battaglia sarà violenta, e alla Camera dei Pari e alla Camera dei Comuni, ma pochi sono i dubbi: Margaret Thatcher, forte della sua ampia maggioranza parlamentare, vincerà. E così il disegno di legge presentato oggi diverrà legge e, entro quest'anno, al più tardi il 1° gennaio 1990, nessuno potrà entrare in un campo di calcio senza una carta d'identità. Una carta speciale, con un «codice» decifrabile soltanto da congegni elettronici. La ideò Margaret Thatcher per sgominare i Football Hooligans e la vuole tuttora, anche adesso che le bande dei tifosi hanno perso molta della loro selvaggia brutalità. I leader laboristi hanno dichiarato ieri: 'Combatteremo questa misura con ogni mezzo». E hanno sostenuto: «Se approvato, il disegno avrebbe conseguenze disastrose per il gioco del calcio, accrescerebbe le esplosioni di violenza in prossimità degli stadi e, ciò che è più importante, calpesterebbe le nostre libertà tradizionali». Un quadro drammatico, ma l'iperbole è di casa nel linguaggio politico britannico. Proteste e critiche giungono però da molti altri individui e gruppi. Avversano V'identity card» parecchi deputati conservatori, numerose forze di polizia, l'«industria» del calcio, nonché le associazioni che vedono nei computer potenziali nemici della privacy. Uno schieramento robusto, insomma: ma che quasi certamente non arresterà l'iniziativa di Margaret Thatcher. Al massimo, riuscirà solò a imporre alcune modifiche tecniche, a esigere severe garanzie per la «protezione dei dati», n governo farà presente altresì che, nel '91 o nel '92, con l'avvento di una «Europa senza frontiere», bisognerà introdurre per la prima volta in quest'isola una carta d'identità nazionale: e ricorderà che pochi osteggiano oggi questa «rivoluzione». Si tratta solo di decidere se la carta dovrà essere obbligatoria o volontaria. Il ministro degli Interni, Douglas Hurd, e il leader dell'opposizione laborista, Kinnoci, concordano nel volerla volontaria. E tale probabilmente sarà, almeno all'inizio. Ma, anzitutto, la battaglia per la prima carta, obbligatoria, per i tifosi. Verrà creata una Football Membership Authority, gestita dalle società calcistiche. Chi vorrà assistere alle partite dovrà scrivere alla Authority che gli invierà una carta di plastica con tanto di striscia magnetica. Senza questa carta non si entrerà negli stadi e la striscia permetterà di verificare se il nome del tifoso appare sul «libro nero» degli hooligans, dei facinorosi. Oltre cinque milioni sono gli habi- tués dei campi di calcio, altrettante saranno le «identity card». Per lo spettatore saltuario, per chi deciderà all'ultimo momento, sarà un problema: dovrà presentarsi prima a un ufficio e procurarsi la carta. Per gli stranieri, basterà forse il passaporto. Alcune critiche sono giustificate, c'è il rischio di code mostruose agli ingressi degli stadi, soprattutto se alcuni «fan» cercheranno di creare confusione danneggiando le strisce magnetiche. C'è il rischio che gli eventuali disordini non divampino più all'interno delle arene bensì nei quartieri circostanti. Infine, l'obiezione più persuasiva: la situazione è migliorata, le scorribande degli «hooligans» non sono più un immancabile rito settimanale, perché spendere tutti questi soldi in un'operazione che potrebbe rivelarsi inutile? Ma Maggie s'è impuntata. Invano gli esperti le ricordano che l'occhio di un poliziotto è lo strumento migliore per identificare i violenti. Maggie vuole l'elettronica. Come abbiamo detto, prima del '92, arriverà anche una carta d'identità, ma volontaria. Per ora almeno, un documento obbligatorio sarebbe inaccettabile. Vi soltanto durante la guerra, fu abolito nel '48 e gli inglesi ne festeggiarono la scomparsa con grandi falò nelle piazze. Mario Ciriello
Persone citate: Douglas Hurd, Margaret Thatcher
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