Frutta e verdura senza veleni di Sandro Doglio

Frutta e verdura senza veleni Frutta e verdura senza veleni LA storia del ragnetto rosso che danneggia gli alberi di mele in Gran Bretagna sembra inventata apposta per una chiacchierata sul giardino «biologico». Questo ragnetto — racconta Lawrence Hllls in -Fruit Pesi and Disease Control', Controllo dei parassiti e delle malattie delle piante da frutto — sbarcò in Inghilterra con 1 legionari di Giulio Cesare, che importarono la coltivazione dei meli. Il ragnetto viveva sugli alberi, mangiando alghe e licheni che crescevano sul rami: inoffensivo, insomma Nel Novecento e qualcosa, psOp^ruggere. slghe, e; TX: cheni —~che avevano il torta di essere soprattutto anti estetici — venne inventata l'irrorazione con una sostanza a base di catrame. Rimasto senza il suo cibo tradizionale, il ragnetto rosso — che era sopravvissuto ai catrame — si adattò a mangiare le foglie dell'albero sul quale viveva, quindi a far danni. Negli Anni Quaranta, quando venne inventato il Ddt, gli agricoltori inglesi, nella speranza di distruggere tutti gli insetti nocivi e di avere mele più belle, irrorarono 1 loro meli con il nuovo potente insetticida, che distrusse effettivamente tutti predatori del ragno rosso, ma che a lui non fece nulla, anzi lo liberò dai suoi nemici naturali. Così il ragnetto >sso — che intanto per evitare ulteriori guai aveva sviluppato resistenza un po' a tutti i pesticidi — è diventato un flagello per le mele britanniche, che per colpa sua producono poco e male. Ogni tentativo per combatterlo o almeno controllarlo, per ora è fallito. L'ultima speranza sta in uno dei suoi QUALCUNA se ne è andata dimenticata, senza lasciare traccia, qualcuna sopravvive soltanto negli scenari un po' melanconici che rincorrono il come eravamo, qualcuna è in lista d'attesa per entrare nel gruppo chiuso, ristretto e selezionatissimo delle sempre verdi. Sono le ex mode, con i loro oggetti di culto e i loro guru, quelle che hanno dettato norme e regole, che hanno imposto atteggiamenti e consumi, che hanno trasformato il superfluo in indispensabile, l'esserci in comandamento e, tutto sommato, caratterizzato decenni interi. E che sono scomparse. Sostituite rapidamente da nuove mode e nuovi miti, da nuovi officianti e nuovi riti, in una specie di cannibalismo incruento, ma costante e impietoso. GU esperti stragiurano che i cicli delle mode durano trent'anni. E' questo insomma, alla vigilia dell'ultimo decennio del Novecento, il momento propizio per guardarsi indietro, per fare un primo inventario archeologico delle mode che ACQUA — L'acqua di cottura degli alimenti, come del resto l'acqua anche insaponata (con sapone, non con prodotti industriali) con cui si puliscono pentole e piatti, è un ottimo •ricostituente' per tutte le piante dell'orto e del giardino, in modo particolare per le rose. AGLIO — Efficace contro gli afidi, in particolare della rosa, l'aglio è uno straordinario «protettore» dalle malattie da fungo. Efficacissimo tra fragole, rosai e ai piedi degli alberi da frutto. ASSENZIO — L'odore di questa pianta aromatica è repellente per alcune varietà di insetti dannosi all'orto. Piantato accanto al ribes, lo protegge. AVANZI DI CUCINA — Possono essere utilizzati per , contribuire alla formazione r della «composta» organica, fatta .con tflfiuti vegetili del; ': l'orto e del giardino, con erba, paglia, fieno e — al limite — Diccoli rami triturati. BIRRA — Un po' di birra in un vasetto vuoto da marmellata, messo orizzontale nell'orto, è una irresistibile trappola per lumache e chiocciole. CAFFÉ' — I «fondi» di caffè sono un eccellente additivo per il terreno: lo alleggeriscono dandogli al tempo stesso elementi nutritivi. CAMOMILLA — Agisce come un buon medico sulle piantine ammalate, fornendo loro elementi per «guarire». CALENDOLA — Piantata tra cavoli e pomodori, li protegge da moltissimi insetti, CAPELLI — Un tempo le ciocche di capelli venivano messe nel solco in cui si seminavano i fagioli: impedivano, a quanto pare, che vermi e altri animaletti mangiassero i semi. COCCINELLE — Indispensabili nella lotta biologica agli afidi, di cui sono voraci nemiche. predatori, 11 minuscolo «Typhlodromus», che essendo lui pure riuscito a sfuggire al catrame e al Ddt, sembra stia moltiplicandosi. Così, conclude Lawrence Hills, «forse la situazione alla fine si risolverà, ma certamente non per merito degli insetticidi». La morale di questa storia vera è che molti guai l'uomo se li è andati a cercare, quando addirittura non li ha costruiti con le proprie mani. Ha voluto carni bovine più belle (soprattutto da vedere), e con gli ormoni si è trovato a correre il rischio di acquistare caratteristiche dell'altro sesso; ha preteso . vprduie più,grosse\e m?pjrate con anticipo, « si trova ■ con prodotti senza gustò*? a volte con un sospetto odore di medicinali, talvolta anche con qualche veleno nella buccia o nella polpa. Per produrre più in fretta polli sempre più grossi, si trova spesso ad avere coscie o petti senza sapore, con le ossa che quasi si sbriciolano. Per non fare la fatica di strappare erbacce dai campi, o per la semplice soddisfazione di avere il praticello e le aiuole senza infestanti, getta intere lattine di potentissimi veleni che si infiltrano nella terra, risalgono sulle piante, entrano nei frutti, oppure vanno ad appestare sorgenti, fiumi e mari. Per liberarsi di mosche e zanzare spruzza terribili spray che fa respirare a tutta la famiglia e che poi salgono in cielo a far «buchi» dove non dovrebbero essercene. E' insomma un giro folle, nel quale siamo tutti Incastrati e in parte responsabili, anche se qua e là — per fortuna — si comincia a rendersene conto, tanto che sta crescendo l'offerta di prodotti «biologici» (con il ri¬ schio, però, che non sempre di «biologie» vere si tratti, ma che in parte anche questa sia una manovra commerciale). Cancellare cinquanta e più anni di follia agricola e zootecnica, non è impresa facile. Ma noi per fortuna non ci dobbiamo occupare di grandi strategie agricole, né di riforme a livello di continente. Per il piccolo orto di campagna, per i prezzemolo che si coltiva nel vaso sul balcone, per le albicocche che si possono raccogliere sull'albero nel giardino del gentiluomo e della gentildonna di campagna, qualcosa si può ten- Qui accanto,' IrV un soinV1 mario e lncompleto^«dizi"ónario», abbiamo raccolto consigli, suggerimenti, piccole astuzie, informazioni, che dovrebbero consentire di avere buoni prodotti senza dover ricorrere ai concimi chimici, soprattutto senza alterare l'equilibrio un po' traballante del nostro piccolo mondo. Noi diffidiamo di chi proclama rigidissime teorie «biologiche», di chi addirittura sostiene che neppure il letame sarebbe necessario, e ritiene che le mele bisogna mangiarle soprattutto quando sono brutte e piene di tacche. La nostra campagna «biologica» vuol essere un qualcosa di fattibile con i mezzi a disposizione, senza imperiosi interventi di prodotti industriali: ma deve pur darci fragole profumate, mele belle e buone il più possibile, e polli gustosi. I capponi, insomma, li vorremmo «fatti» a mano, non sterilizzati con un paio di inlezioni. La mucca che preferiamo è quella che pascola nel prato, non quella che nasce, vive, ingrassa e muore in una stalla asettica, senza mai vedere il sole. Queste cose possono ancora essere trovate o aiutate a ritornare. Non sarà tanto facile, non è sufficiente sedersi e aspettare: l'Arcadia non è mai esistita. In campagna occorre fatica, lavoro, intelligente aggiunta di concimi e prodotti integrativi il più naturale possibile. La terra è una ricchezza che non deve essere eccessivamente sfruttata, altrimenti si esaurisce. Nel nostro piccolo orto, molto può in ogni caso essere fatto. Con la rotazione delle colture per integrare il terreno del prodotti tolti da questa o quella coltivazione; coiv^QrdeV^Bntìfti'ea^ rafi, dei letami o. delle «composte» fabbricate ih' giardino con erbe, -vanzi di cucina, legnetti triturati, urea, eccetera. Con v ia più intelligente scelta di semi e piante (da preferire, sempre, quelli che tradizionalmente crescono in loco). Con l'astuto accostamento di colture. Con l'uso dei «medicinali» e dei «rimedi» che la natura stessa ci mette a disposizione, per esempio con i decotti o le infusioni di certe erbe che hanno proprietà identiche — a volte superiori, certamente meno dannose — dei prodf.ti preparati dall'industria. Lasciando i polli liberi nell'aia, e se si può facendo pascolare il maialino nel campo dopo il raccolto. Come si faceva cinquanta o cento anni fa. Spesso basta stendere la mano, guardarsi attorno, ascoltare il consiglio del vero contadino o rileggere qualche vecchio libro, per scoprire che nel nostro piccolo 11 «miracolo dell'orto biologico» è facile, possibile. E anche più economico e divertente. Sandro Doglio

Persone citate: Lawrence Hills, Lawrence Hllls

Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra