Napoli non brucia l'Inter

Napoli non brucia l'Inter Trionfo del calcio all'italiana nello scontro al vertice del San Paolo Napoli non brucia l'Inter I due tecnici indovinano mosse e contromosse: ne viene fuori una partita piacevole, solo all'apparenza dominata dagli azzurri dal nostro inviato GIORGIO VIGLINO NAPOLI — Il calcio può essere bello anche con uno zero a zero, anche con le due squadre di vertice assoluto che si incontrano e sanno annullarsi senza peraltro rinunciare a giocare. L'Inter ha sicuramente fatto un altro passo verso lo scudetto, ma il Napoli ha dimostrato di valere almeno altrettanto, pur con gioco e uomini diversi. Ci saranno altre tappe, passeranno settimane e mesi e chissà cosa potrà accadere in partite diverse, dove rawersario meno qualificato può indurre a una minor concentrazione. Non resta che stare a vedere, con la consapevolezza piena, però, che Inter e Napoli stanno in quella posizione perché hanno messo insieme due gruppi eccellenti di giocatori complementari l'uno all'altro. Gioco all'italiana, sia Trapattoni che Bianchi ne sono gli alfieri, ma non è detto che all'italiana non si possa giocar bene. L'Inter migliore di stagione ha tenuto il gioco in mano, come di rado le accade anche contro avversari più deboli, per gran parte del primo tempo, e poi ha ordinatamente contrato le folate del Napoli. Dall'altra parte c'è stata un po' di passività all'inizio ben risolta comunque dal controllo attento dei difensori, poi a poco a poco il gioco ha ripreso a fluire da Crippa a Careca e Carnevale, con Maradona non eccellente, ma capace di brillare in almeno un paio di occasioni. Il vero asso nella manica di Trapattoni è stato Beppe Baresi, solitamente additato come killer, e invece assolutamente corretto proprio nella marcatura del fuoriclasse avversario. Baresi ha giocato d'anticipo, di precisione, ha sovrastato fisicamente U rivale, cadendo in fallo due volte, ma subendo sicuramente di più. Una sola volta Maradona si è liberato al tiro (40'), ma era una ribattuta al volo su rinvio della difesa interista: Zenga è volato un po' platealmente a deviare in angolo. In più Baresi è uscito sovente in proiezione, si è proposto in appoggio e ha coperto in difesa i compagni in difficoltà. Dalla manica del Trap è uscita anche la formazione, inattesa alla vigilia con la soluzione a due punte. Diaz è stato preferito a Bianchi e ha giocato da uomo di manovra, ripiegando spesso a cercar palla. Ma d'altro canto nel- l'Inter capoclassifica anche Serena torna spesso, tanto da essere indicato come salvatore della patria calcistica (58') quando metteva in corner un assist di Careca a due metri dalla porta di Zenga. Quando Diaz è stato rilevato da Fanna il fulcro del gioco si è spostato quasi automaticamente 10 metri in avanti a vantaggio del Napoli, e anche se non contano le yards come nel football americano, pure nel calcio avere il pallone troppo vicino alla propria area crea pericoli in più. Matteoli geniale e preciso finché è rimasto in campo, Berti impegnato nella sua battaglia personale con Crippa, ma anche più continuo del • solito, Mandorlini improvvisamente affrancato dal ruolo di comprimario e capace di gestire con autorità il ruolo di libero, e soprattutto Brehme semplicemente perfetto nella sua essenzialità completano l'elenco dei «buoni» interisti. Da parte napoletana molto si recrimina sull'inattività as- soluta di Giuliani, e sul paio di interventi decisivi di Zenga. n portlerone ha parato il tiraccio di Maradona nel primo tempo e un'altra botta dell'argentino su calcio piazzato (79'), ma è messo in porta per far quello e qualcosa in più. Resta da dimostrare se avrebbe potuto intervenire invece sul gran tiro da lontano di De Napoli (59') che ha centrato in pieno la traversa, ma lo spailo utile è all'interno della porta e colpire i legni è pur sempre un errore di mira, anche se minimo. Bianchi non ha voluto giustamente snaturare la propria squadra anche in un confronto particolarmente difficile. Paradossalmente è stato facilitato dalle due punte avversarie, trovando su Diaz una buona collocazione per Corradini che va in confusione mentale se non ha un avversario diretto. Ferrara s'è applicato su Serena con la consueta tenacia, Renica è apparso meno ruvido del consueto. La barriera mobile a centrocampo ha funzionato bene con Fusi in maggior evidenza rispetto a De Napoli e Francini, mentre Crippa aveva quel terribile cruccio di prevalere individualmente su Berti. Aggiungete il Maradona annullato di cui sopra, e capirete perche Careca e Carnevale hanno finito per restare soli. In un ipotetico giudizio ai punti, nemmeno la relativa superiorità del Napoli nelle conclusioni può far suonar falso il risultato. Napoli. Diego Maradona appare sconsolato: per due volte Zenga gli ha negato la gioia del gol

Luoghi citati: Bianchi, Fanna, Ferrara, Napoli, San Paolo