Vietato il ricordo di Palach

Vietato il ricordo di Palach Venti anni fa lo studente si immolava per la libertà Vietato il ricordo di Palach Scontri, feriti e decine di arresti in piazza San Venceslao tra la folla e la polizia che impedisce la commemorazione del giovane che si diede fuoco per protestare contro la repressione sovietica PRAGA — Violenti scontri ieri in piazza San Venceslao, a Praga, dove una folla di 2000 persone ha cercato di ricordare, sfidando il divieto ideile autorità, il suicidio di Jan Palach, lo studente che il 1S gennaio del 1969 si dette fuoco nella stessa piazza per protestare contro la repressione sovietica della Primavera di Praga. La polizia e la milizia, che fin da sabato sera avevano occupato la piazza principale della capitale cecoslovacca, hanno picchiato duramente i partecipanti alla manifestazione. Uno è rimasto seriamente ferito. I giornalisti occidentali presenti hanno visto poliziotti in borghese arrestare decine di persone. Proprio ieri mattina la Cecoslovacchia aveva sottoscritto a Vienna la risoluzione finale della' Conferenza sulla sicurezza ed il disarmo in Europa, un documento indicato come pietra miliare per il rispetto dei diritti dell'uomo e del cittadino nei Paesi dell'Est. Un'ora dopo la milizia e la polizia intervenivano con manganelli, cani ed idranti per disperdere la folla radunatasi a San Venceslao. Immediata la reazione americana: il delegato di Washington alla Conferenza, Warren Zimmermann, ha accusato le autorità comuniste di Praga di violare una delle più elementari libertà: quella di riunione. La repressione poliziesca è scattata secondo quello che è apparso un piano preordinato. Con l'avvicinarsi dell'anniversario un non meglio identificato «Comitato per il suicidio collettivo» aveva inviato un messaggio al rappresentante di «Charta '77», lo scrittore Vaclav Havel, nel quale minacciava di emulare in massa il gesto di Palach. Quando poi si è saputo dell'organizzazione di una pubblica manifestazione, le autorità l'hanno immediatamente vietata. Ma «Charta '77» ed altri gruppi del dissenso hanno fatto sapere di avere intenzione di portare ugualmente la gente in piazza. Molte le perquisizioni in città senza però, fino a quel momento, alcun arresto. Sabato sera la polizia ha iniziato a sorvegliare la piazza. Nelle prime ore di ieri i poliziotti e gli uomini della milizia dislocati nel centro di Praga erano già centinaia. Alle 11,30 è stata chiusa la stazione della metropolitana ed i treni hanno iniziato a saltare la fermata. Nel frattempo di fronte alla abitazione della portavoce di «Charta '77» venivano piazzati due poliziotti. Contemporaneamente cellulari pieni di agenti sono stati parcheggiati nelle immediate vicinanze di piazza San Venceslao, il cui accesso è stato ostruito da reti metal- liche. Alle 13,45, un quarto d'ora prima dell'inizio programmato, è incominciata la manifestazione. Un gruppo di persone è entrato in piazza gridando 'libertà, libertà' e cantando l'inno nazionale. Sono stati immediatamente fronteggiati dagli agenti che li hanno spinti indietro. A questo punto alcuni testimoni hanno visto la polizia circondare e picchiare due persone fermatesi a soccorrere un'anziana signora. Un gruppo di dimostranti ha asua volta circondato alcuni poliziotti chiedendo che venisse portata un'ambulanza per soccorrere i feriti. Sull'altro lato della piazza, lunga un chilometro, altre centinaia di persone non sono riuscite ad entrare a causa delle reti metalliche e della presenza della polizia. Dopo 10 minuti sono stati utilizzati gli idranti e la folla si è dispersa. La zona della piazza più vicina al monumento a San Venceslao, proprio il luogo dove, 20 anni fa, Palach si cosparse il cappotto con la benzina e si dette fuoco, è stata sgombrata in poco più di un quarto d'ora. Le sirene della polizia e gli annunci degli altoparlanti in cui si avvertiva che la manifestazione non era autorizzata sono stati sentiti per il centro della città per molte ore. Non è la prima volta nel corso di questi ultimi mesi che la polizia cecoslovacca interviene duramente per reprimere le manifestazioni non autorizzate organizzate dal dissenso. Lo scorso agosto e lo scorso ottobre gli agenti hanno usato più volte gli stessi mezzi per stroncare le manifestazioni non autorizzate. Comunque, contrariamente a quanto si temeva, non ci sono stati casi di suicidio come quelli preannunciati. Tra pochi giorni si vedrà se le autorità intendono reprimere tutte le commemorazioni del suicidio di Palach. Il 21 gennaio, giorno in cui il giovane morì dopo una tremenda agonia, amici e parenti si riuniranno sulla sua tomba a Vsetaty, 30 chilometri da Praga, n luogo dove il suo corpo è rimasto sepolto fino al 1973, nel cimitero Olsany della capitale, è stato meta in questi giorni di un vero e pro¬ prio pellegrinaggio. Sul retro della lapide era stato scritto un epitaffio funebre, successivamente cancellato. Ma restano le parole iniziali: «Resteremo fedelU. Un giornalista italiano, Florido Borzicchi, inviato dal «Resto del Carlino» a Praga per seguire la manifestazio¬ ne, è stato fermato ieri pomerìggio dalla polizia in Piazza Venceslao e trattenuto per due ore e mezzo in un commissariato vicino. L'inviato, in possesso di un regolare visto rilasciato dall'ambasciata cecoslovacca a Roma, è stato fermato alle 13,30 mentre stava scattando fotografie sulla piazza. Tre agenti lo hanno avvicinato e trascinato di peso con un manganello puntato alla schiena per circa un chilometro fino al commissariato, nonostante che egli avesse loro dichiarato di essere un giornalista. Al commissariato è stato prima condotto in una stanza dove si trovavano una trentina di altri fermati e dove è stato perquisito e gli sono stati sequestrati il rollino fotografico, la macchina fotografica e il libretto di appunti. Successivamente è stato condotto in un altra stanza al quarto piano dell'edificio dove è stato interrogato con 1* aluto di una interprete in lingua italiana. Alle 16 è stato rimesso in libertà e gli sono stati restituiti il block-notes e la macchina fotografica, ma non il rollino. e. s. s. Praga. Immagini della manifestazione prima dell'intervento della polizia e degli incidenti

Persone citate: Jan Palach, Palach, Vaclav Havel, Warren Zimmermann