Rajiv Gandhi «protetto» dai carabinieri? di Gianni Bisio

Rajiv Gandhi «protetto» dai carabinieri? Il servizio di sicurezza indiano avrebbe chiesto aiuto agli italiani Rajiv Gandhi «protetto» dai carabinieri? Sarà «made in Italy» la sicurezza di Rajiv Gandhi? Potrebbero essere proprio elementi del Gis, il Gruppo interventi speciali dei carabinieri, le «teste di cuoio» italiane, ad addestrare le unità dei -Gatti neri', reparti istituiti per la protezione personale del primo ministro indiano, mostratisi di recente più volte Inadeguati al compito loro assegnato, se non addirittura Inaffidabili per avere legami segreti con l'opposizione sikh che organizzò l'assassinio di Indirà Gandhi. Nulla di strano che uno Stato impari da un altro le tecniche della -securitt/', tenuto conto che la vendita di «pacchetti addestrativi» all'estero rientra nei normali scambi fra corpi di sicurezza: capostipiti di questa pratica sono stati gli uomini del Sas britannico, lo Special Air Service, che dall'inizio degli Anni 60 hanno insegnato controguerriglia e metodi di sicurezza a moltissimi Paesi, Germania e Italia compresi. Al Comando generale dell'arma dei carabinieri la notizia del coinvolgimento del Gis, messa in giro da un'agenzìa parigina, la Lmr di solito ben documentata sul mondo dei servizi di informazione e sicurezza, viene ufficialmente smentita: -Priva di fondamento»; -la definisce il ten. col. Clorindo Zocchi, responsabile delle relazioni esteme dell'Arma. Ma è chiaro che in questo settore, così riservato, la regola generale è quella della discrezione ed è difficile che un servizio già «top secret» come il Gis (di cui non si conosce neppure il nome del comandante) ammetta platealmente di accingersi ad un compito così delicato. Ciò potrebbe essere ancora più comprensibile ricordando che in India, proprio la scorsa estate, erano scoppiate polemiche su una presunta «italian connection» negli affari di Nuova Delhi, dovuta al fatto che la consorte del premier, Sonia Maino, 41 anni, nostra connazionale (è originaria di Orbassano, nella cintura torinese), sembra avere molta influenza sulle scelte «italiane» del governo' indiano. La' donna, quindi, potrebbe aver influito anche sul ricorso all'esperienza del Gis dei carabinieri per l'addestramento del proprio servizio di sicurezza, scartando altri tre organismi che avevano avanzato analoghe proposte: i Gign francesi, i Sas britannici e i GSG9 tedeschi. •Scelta discutibile peraltro — commenta uno specialista che preferisce l'anonimato — perché, se l'addestramento teorico e pratico dei quattro gruppi è alla pari, non altrettanto lo è l'esperienza operativa: fortunatamente per il nostro Paese il Gis viene impiegato ben più raramente dei Sas o dei Gign».~ Recentemente anche molti uomini del GSG9 tedesco, con a capo Ulrich Wegener, padre delle teste di cuoio tedesche e protagonista del blitz di Mogadiscio (dov'erano presentì però anche due membri del Sas), lasciato il servizio in Germania, sono stati ingaggiati dall'Arabia Saudita come «consiglieri di sicurezza» della casa reale, spesso obiettivo dei fanatici militanti sciiti. Il premier indiano Rajiv Gandhi è stato più volte oggetto di attentati dei Sikh, gli stessi che assassinarono sua madre Indirà: nel giugno '85 volevano ucciderlo durante un viaggio in America, nel¬ l'ottobre successivo prepararono un attentato a Londra, sventato da una gigantesca retata fatta dalla polizia all'ultimo momento. Nell'ottobre '86 gli spararono, senza colpirlo, mentre rendeva omaggio al monumento del nonno, il Mahatma. Rajiv Gandhi avrebbe seri problemi anche con i suoi servizi d'informazione, da cui dipendono i -Gatti neri» della sicurezza: Proprio recentemente sarebbero spariti dal ministero della difesa di Nuova Delhi alcuni documenti confidenziali concernenti lo scandalo della fornitura di armi all'India da parte della Bofors, azienda svedese già coinvolta in vari traffici con i Paesi del Golfo, documenti che sono stati pubblicati il 25 novembre scorso sul giornale dell'opposizione -The Hindu». Gianni Bisio

Persone citate: Clorindo Zocchi, Gandhi, Rajiv Gandhi, Sonia Maino, Ulrich Wegener