Se il disarmo è «ingiusto»

Se il disarmo è «ingiusto» Gas da guerra e Paesi poveri Se il disarmo è «ingiusto» Le armi chimiche sarebbero dunque l'atomica dei poveri'. E infatti lo sono. Ma perché? Se l'ipocrisia sottintesa a questa definizione sbrigativa fosse da definire nelle sue vere intenzioni, si potrebbe denunciarla anche come una truffa semantica e lessicale. L'-atomica chimica» non è affatto l'-atomica dei poveri-. E' piuttosto un'altra -atomica dei ricchi'. Un'atomica causata, ispirata, obbligata, indirettamente, sempre e comunque dai Paesi e regimi 'ricchi'. Sono infatti questi ad aver costretto i poveri a un terrificante "fatelo da voi', e dunque a bruciare nell'acquisto o nella produzione di gas da guerra, la stessa parte di risorse che, in proporzione, avrebbero bruciato se fossero stati in grado di costruirsi il proprio corredo nucleare proporzionale a quello dei Paesi ricchi. Dopo aver educato questi popoli ad armarsi, comprando armi a prezzo della propria catastrofe economica, ora i Paesi ricchi, ufficialmente alleati e protettori, privano questi stessi Paesi anche d'un armamento "povero', come appunto le armi chimiche. La proposta di Gorbacìov di distruggere le scorte di gas da guerra e non fabbricarne e produrne più, è di per sé positiva, e difatti ha trovato i consensi quasi generali. Chi ricorda la prima guerra mondiale, racconta lo stupore d'avere scoperto le -armi chimiche' col terrore-equivalente a quello che ebbe il mondo con la scoperta del nucleare a Hiroshima. Ma il clamore contro quella prima -atomica dei poveri-, cessò presto. E tutti, grossi e piccoli, ad Est e ad Ovest, continuarono a fabbricare veleni sempre più perfetti e devastanti, come abbiamo visto da parie dell'Iraq 'nella guerra con l'Iran. Questa volta la proposta di Gorbaciov è stata accolta con favore anche dall'ipocrisia di tutti i Paesi e regimi ricchi. Essi non hanno detto -noi di queste armi non ne abbiamo'. Hanno ammesso, tacendo, che più o meno le hanno tutti e il caso Libia, con l'isterismo di Gheddafi, e il •rambismo' dell'uscente Reagan, hanno sostenuto con sospetto entusiasmo, la proposta russa. Favorire questa proposta da parte di tutti ha consentito di tacere e sorvolare sull'altra proposta e richiesta dei Paesi poveri, cioè quella di riduzione simultanea e graduale anche del nucleare. L'impegno a bloccare, non sviluppare, magari distruggere una certa quantità di gas da guerra, può ancora commuovere i poveri, i non informati, e consentire in tal modo di non fare un passo concreto e dimostrabile, accettando il disarmo nucleare almeno parziale, per dimostrare la buona volontà necessaria. L'entusiasmo per la proposta di Gorbaciov sulle armi chimiche è venuto soprattutto da parte dei massimi Paesi che già ne hanno un corredo sufficiente e anche commerciabile. Ed è stata legittima e motivata, ma proprio anche per questo terrificante, la protesta dei Paesi poveri che hanno parlato di una loro -sconfitta' derivante, per amaro paradosso, proprio da una proposta di disarmo e da una speranza di pace. Infatti, ai Paesi ricchi se mancherà l'atomica chimica non tremeranno; se invece essa mancherà ai poveri, che quella nucleare \on l'hanno, questi saranno del tutto e più che mai alla mercé dei grandi -signori della guerra'. Vista questa nuova beffa, perché scandalizzarsi che i -poveri- abbianoparlato, con delusione e rabbia, proprio di sconfitta? Don Primo Mazzolali s'ostinò a dire che -solo i poveri salveranno i poveri'. Aveva ragione. Ma siamo arrivali al punto che ai poveri non resta che tentare, volenti o nolenti, l'avventura ultimale, quella che diventa profezia e segno anche spesso di olocausto: non avere né armi chimiche né armi nucleari. Ma qui siamo oltre ogni politica di potere e di armamenti. Qui siamo nell'utopia e nella profezia d'Isaia e di Francesco d'Assisi. E la stessa maggioranza dei Paesi poveri resta, con ràbbia, ostinata alla propria rovina per le spese inevitabilmente necessarie anche ai minimi armamenti. Nazareno Fabbretti

Persone citate: Gheddafi, Gorbaciov, Nazareno Fabbretti

Luoghi citati: Assisi, Hiroshima, Iran, Iraq, Libia