Anna Sogno fra Arpino e Buzzati

Anna Sogno fra Arpino e Buzzati Alla Promotrice delie Belle Arti di Torino una vita in 140 dipinti Anna Sogno fra Arpino e Buzzati TORINO — Dopo la mostra al Museo di Milano della primavera 1988, la pittrice Anna Sogno ha ordinato un'ampia antologica nelle sale della Promotrice delle Belle Arti, patrocinata dall'Assessorato per la cultura. Nella Palazzina al Valentino (viale Balsamo Crivelli 11), trovano collocazione, nell'allestimento degli architetti Livio Besso Corderò ed Elio Luzzi, circa 140 dipinti che racchiudono un'esperienza trentennale intrisa di umori postimpressionistici, grondante di colore, di seriazioni che emergono dal tessuto di una vita trascorsa all'insegna di una visione della realtà talvolta tormentata, sottilmente maliconica. Allieva all'Accademia di Brera dei corsi di Achille Funi e Aldo Carpi, la Sogno ha inizialmente frequentato gli studi di Messina e Manzù, le compagnie di Casslnarì e Morlotti, mentre anegli Anni Quaranta ha soggiornato a Parigi assorbendo il linguaggio di Van Oogh, scoprendo nelle lezioni alla -Grande Chaumière» e nell'incontro con Marie Laurencin il senso di una pittura densa di episodi quotidiani che si stemperano sulla tela mediante una pennellata vitale e robusta: 'Il suo carattere dominante — scrisse Marziano Bernardi — è la naturalezza dell'approccio del tema paesistico». E' proprio il paesaggio, come suggerì anche Giovanni Arpino, la vera ed essenziale interpretazione dell'artista, il motivo dominante di quel ripercorrere incessantemente un mondo di periferie, di mercati rionali, di nebbiose giornate di una Torino costantemente ritratta e rivisitata con la segreta volontà di fermare il tempo sulle discariche d'automobili, sulle lamiere contorte e arrugginite, sulle baracche che portano graffiti i segni di una perduta speranza, un nome gridato, un profilo di donna. L'attuale esposizione, corredata da una monografia della Fabbri Editori, fluisce attraverso le pagine pittoriche dedicate alla natia terra lombarda, per poi scandire gli itinerari intorno alle desolate vedute «Sul Potomac» e «Alexandria, Virginia», alla «Highway» che sembra ricollegarsi alle testimonianze poetiche di Oinsberg, a un'America che fece dire a Dino Buzzati: 'Anna Sogno narra molto bene la maledetta tristezza provinciale di quelle strade americane di suburbio con tutte le grosse automobili ferme ai lati...». Da queste immagini l'attenzione si sposta sulle opere birmane, contraddistinte dallo svettare delle guglie delle pagode, dai ristoranti brulicanti di folla, dai «bazar» dove si addensano le ceste della frutta e delle variopinte sete; con le strade di Rangoon e il bonzo in meditata riflessione. 11 tutto rappresenta, quindi, un'indiscussa misura di quel suo essere vicina ai luoghi in cui ha lungamente lavorato. Una misura che nei recenti «pratinfiori» si apre a più fresche cadenze figurali, a una maggiore felicità cromatica con il rigoglio dei rossi in «Azalee», con l'ammiccare dei gialli, dei viola, dei bianchi sui fondi verde tenero. I disegni acquerellati donano alla rassegna una nota di delicata armonia espressiva e compositiva, che si unisce ai ritratti di «Anna Castelbarco», delle figlie, dello scrittore Carlo Frutterò, in una serena resa d'insieme, in una suggestiva rivelazione di un paesaggio acceso dalla luce atmosferica. Angelo Misti-angelo

Luoghi citati: America, Arpino, Messina, Milano, Parigi, Rangoon, Torino, Virginia