Il psi si pone come arbitro tra il governo e i sindacati di Alberto Rapisarda

Il psi si pone come arbitro tra il governo e i sindacati Una severa nota della segreteria socialista ammonisce De Mita Il psi si pone come arbitro tra il governo e i sindacati ROMA — A 56 ore di distanza dal vertice dei partiti di governo, i socialisti fan sapere a De Mita che si considerano lìberi di muoversi come credono quando si dovrà modificare il decreto fiscale. Il psi punta a fare il mediatore tra governo e sindacati, in un ruolo di battitore libero che non accetta vincoli, neanche da De Mita. Ieri, una nota della segreteria socialista, che esprime fedelmente il pensiero di Craxi, ha di fatto contraddetto frontalmente quanto aveva dichiarato De Mita. E cioè che le modifiche al provvedimento contro il quale i sindacati intendono scioperare saranno definite dalla maggioranza parlamentare e «i testi concordati al termine di tali riunioni saranno perciò impegnativi per l'intera maggioranza e sostenuti dal governo». Una procedura che al psi deve essere sembrata stretta e che comunque è stata completamente ignorata dalla nota di Craxi che offre invece un diverso scenario. A proposito del decreto «ii psi farà pervenire innanzitutto al governo ed ai gruppi della maggioranza parlamentare le sue osservazioni». La revisione del decreto, spiega di fatto Craxi a De Mita, "avverrò-, com'era naturale, nella sua sede propria, e cioè, atto stato delle cose, ormai, nella sede parlamentare». Ci sono due parole chiave in questa nota domenicale: un innanzitutto» e un «ormai». La prima sembra carica di possibili sviluppi, perché se Craxi annuncia che le proposte di modifica al decreto saranno presentate prima di tutto al governo e ai partiti che lo appoggiano, lascia capire che c'è un «successivamente», in cui potrebbe parlare del problema anche con altri. E questi dovrebbero essere i comunisti. V'ormai» sembra segnare un confine col passato, come l'inizio di una nuova fase di confronto di tutti in Parlamento, senza che il psi debba fare necessariamente un gioco di squadra col governo. Seguendo la via parlamentare Craxi pensa probabilmente di poter continuare ad incalzare De Mita schieran¬ dosi dalla parte dei sindacati, senza correre il rischio di offrire al presidente del Consiglio ; occasione di proclamare una crisi di governo che ora il psi non vuole. Per il resto, la nota socialista tende a dimostrare che solo il ruolo di mediatore del psi ha evitato sinora il peggio. Si era arrivati ad una "Situazione di tensione e di rottura» tra governo e sindacati, perché il governo "Compiendo un grave errore di valutazione non ha tenuto conto delle preoccupazioni dei sin- dacati». n psi che insorge difendendo le ragioni dei sindacati a costo di smentire i suoi ministri, e il dialogo riprende. Ora occorrono proposte concrete per modificare il decreto? n psi ce le ha, assicura Craxi in polemica con quanto ha detto De Mita sabato a Vicenza ("C'è che si limita ad enunciare i problemi puntando sulla suggestione e l'emotività e chi invece avanza soluzioni»). "Il partito socialista non è abituato a fare denunce destinate a rimanere sospese per l'aria, senza far seguire le indicazioni concrete per una soluzione dei problemi — fa sapere Craxi —. Se il presidente del Consiglio si fosse per avventura riferito a noi, dovremmo osservare che egli si sarebbe posto, in questo caso, totalmente fuori strada. Naturalmente, ci auguriamo che non sia cosi». Dall'opposizione, i comunisti osservano soddisfatti l'evolversi della situazione. Lo scontro non è tra De Mita e Craxi, ma tra schieramento conservatore e forze riformiste, dice Gianni Pellicani, della direzione del partito. La rivolta dei sindacati contro l'ingiustizia fiscale "ha messo in moto la situazione, ha confermato la giustezza della posizione comunista ed ha costretto il psi ad una riflessici ne-. Secondo Pellicani il governo si è arreso di fronte alle riforme istituzionali e ora si dissolve ogni proposito di riformare economia e fisco. "Al psi non rimproveriamo atteggiamenti contraddittori; chiediamo decisioni coerenti» è la parola d'ordine del pei. Alberto Rapisarda

Luoghi citati: Roma, Vicenza