Eriksson aspetta ora la Juve

Eriksson aspetta ora la Juve Eriksson aspetta ora la Juve Il presidente Righetti: «Punti importanti per il morale» ■ Malerazzi: «La nostra classifica non è ancora ai limiti di guardia» FIRENZE — C'è grande festa nello spogliatoio della Fiorentina. Attorno a Eriksson si è ricomposto un nuovo clima di serenità. La Fiorentina festeggia il 3-0 sulla Lazio con le dichiarazioni del suo presidente Righetti: «E' una vittoria importante, per la classifica, ma soprattutto per il morale». Una vittoria che salva Eriksson da qualsiasi decisione, anche perché la squadra ha dimostrato di giocare per lui. Il primo a essere applaudito è Dunga, grande protagonista: 'Sono contento perché tutta la squadra è andata bene; temevo che la lussazione alla spalla potesse crearmi dei problemi in campo, invece ho resistito più di un'ora. Ho gridato? Sì, ma solo per aiutare Salvatori che ogni tanto lasciava la sua posizione, Ho cercato anche d'incitare gli altri, in campo». Sono tornati ai gol Borgonovo e Baggio; non segnavano insieme dalla terza giornata di campionato, quando la Fiorentina trionfò a Cesena con un altro 3-0. E Borgonovo, poi, non segnava da 682', sei partite di campionato, una di Coppa Italia. Non gli era mal accaduto in tutta la sua carriera: 'Alla Lazio ho segnato una rete molto fur¬ ba; ho fintato lo scatto sul secondo palo e sono schizzato invece sul primo; ho atteso lì la palla e Baggio me l'ha messa proprio al punto giusto: un colpetto di testa e gol». Il più felice è però Eriksson. Adesso può aspettare serenamente la Juventus; avrà una settimana di tempo per lavorare, e con tranquillità: *La Fiorentina sta progredendo: dall'incontro con il Pescara a questo con la Lazio, c'è stata una crescita continua. Oggi mi sento meglio, è inevitàbile. Ci voleva un bel successo e l'abbiamo centrato: sono contento e felice. Avevo detto al ragazzi, in settimana, che non dovevano giocare per me, ma per la maglia che indossavano. Bravi: hanno dato una grande dimostrazione di professionalità». Un po' più dubbioso Materazzi. Per lui è stato un «incontro» amaro con Dunga: un anno la, a Pisa, avevano salvato insieme la squadra nerazzurra. E ora Dunga lo ha affossato, o quasi: 'Niente pianti, io non sono abituato a cose del genere. Per questo non voglio parlare degli assenti, ma sono di quelli che hanno giocato. E poi, per quanto riguarda la classifica, non siamo ai limiti di guardia». a. rial.

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