Armi chimiche: Bush imiterà Gorby di Ennio Caretto

Armi chimiche: Bush imiterà Gorby Dopo l'annuncio che Mosca distruggerà gli arsenali dei micidiali gas Armi chimiche: Bush imiterà Gorby Reagan rinuncia all'opzione militare contro Tripoli per lasciare completa libertà di manovra al suo successore - Ma il leader dei senatori democratici Mitchell afferma che la ritorsione armata in seguito potrebbe diventare «l'unica via di uscita» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Sulla scia dell'annuncio di Shevardnadze, l'entourage di Bush ha dichiarato che il prossimo presidente degli Usa 'poco dopo l'insediamento alla Casa Bianca assumerà un'importante iniziativa per la messa al bando globale delle armi chimiche». I leaders del Congresso hanno inoltre asserito che «per. lasciare completa libertà, di manovra a Bush, Reagan ha definitiva■ mente rinunciato a distruggere l'impianto libico di Rabta». Bush consulterà gli alleati europei o a una riunione speciale a febbraio o marzo, o a un vertice della Nato ad aprile, nel quarantennale dell'Alleanza, e col loro appoggio proporrà l'adozione di un sistema di eliminazione dei gas tossici — con relative verifiche — alla Conferènza sul disarmo di Ginevra. Nel frattempo il Congresso passerà una legge per sanzioni automatiche contro 1 Paesi che impiegano armi chimiche e le imprese private che li riforniscono. Nel corso della campagna elettorale, Bush ha dichiarato a più riprese, e lo ha ripetuto a Gorbaciov, che la sua massima ambizione nel settore della difesa è ■consegnare alla prossima generazione un mondo privo di gas tossici». Quello che gli Stati Uniti non faranno e che sicuramente neppure l'Urss intende fare, ha precisato uno dei più stretti collaboratori di Shultz, Alien Holmes, che lo ha accompagnato a Parigi, «è abbandonare unilateralmente il deterrente chimico». 'Anche noi ridurremo il nostro arsenale tossico» ha spiegato Holmes. «£' anzi una decisione che abbiamo preso prima del Cremlino, nell'86, quando varammo il nostro programma di ammodernamento. Ma non è la strada giusta per l'eliminazìone globale dei gas venefici». La politica da seguire, ha aggiunto Holmes in un'intervista alla tv, «è quella del doppio binario»: da un lato una riduzione spontanea degli arsenali chimici esistenti, dall'altro una spinta cruciale alle trattative ginevrine. In questo modo, le potenze chimiche darebbero un esempio ai Paesi che lo stanno diventando, e eviterebbero che altri si uniscano «al mortale club», come lo ha chiamato Holmes. L'entourage di Bush e i leaders parlamentari avevano consigliato questa linea a Reagan fin da ottobre, quando la Cia aveva raccolto le prove, che Gheddafi si accinge a produrre gas tossici. A Parigi Shultz si è limitato a manifestare compiacimento per l'annuncio di Shevardnadze: il segretario di Stato ha definito 'Costruttiva» la decisione del Cremlino di iniziare a smantellare l'arsenale chimico sovietico entro la fine dell'anno. Ma il direttore dell'Agenzia del Disarmo, l'ex generale William Bums, anch'egli nella capitale francese, ha ricordato in un'altra intei rf.-to televisiva che «altresì gli st.di Uniti incominceranno a smantellare le armi chimiche nell'86»: 'finiremo nel '97, quando avremo un arsenale più modesto anche se più moderno». 'Per importanti che siano queste riduzioni unilaterali» ha sottolineato però il direttore dell'Agenzia del Disarmo con una velata critica all'Urss 'Occorre che esse si traducano in una spinta per la conferenza di Ginevra». Bums ha insistito sulla verificabilità di una messa al bando globale del gas tossici: 'Occorrono sistemi di controllo simili a quelli adottati nel trattato sulla eliminazione delle armi di teatro». I leaders parlamentari hanno osservato che il primo passo dovrebbe essere un confronto di metodi tra Usa e Urss. In cinque giorni, tra l'abbattimento dei «Mig» Ubici a opera degli «FU» americani e "il buon discorso» di Shevardnadze a Parigi, come ha detto Shultz, il clima politico intemazionale sulle armi chimiche è cosi cambiato. Il duello aereo di mercoledì ha suscitato una reazione tanto negativa In Europa da indurre il presidente al ripensamento: 'Reagan ha scartato l'idea di un'azione militare unilaterale contro Rabta»: ha affermato il leader del Senato, il democratico George Mitchell. 'Non se la sente più di procedere senza un consenso almeno parziale degli alleati»: ha aggiunto il capogruppo repubblicano Robert Dole. Al tempo stesso, la minaccia di un attacco missilistico a Rabta e la battaglia del Mediterraneo hanno mobilitato l'opinione pubblica mondiale contro le armi chimiche, a favore anche di una sollecita soluzione dei problemi del Medio Oriente. 'L'attuale impeto emotivo — ha dichiarato Dole —favorisce Bush e mi auguro che egli prenda sùbito contatto con Gorbaciov su questa questione». Secondo il senatore, i nego¬ ziati sulle armi atomiche potrebbero essere relegati temporaneamente in secondo piano. Nell'equazione, ha ammonito tuttavia Mitchell, c'è una incognita: la condotta di Gheddafi. il leader del Senato, spietato critico di Reagan, ha sostenuto che le intenzioni del colonnello sono inquietanti, acquisire i gas tossici contro Israele e forse anche a fini terroristici: «Ho visto le prove raccolte dalla Cia su Rabta e sono incontestabili: Per tale motivo, ha concluso Mitchell, neppure Bush potrà escludere del tutto una ritorsione armata: 'Non abbiamo la certezza che a un certo punto non divenga l'unica via d'uscita». Ennio Caretto Un'immagine della fabbrica «chimica» di Rabta, circondata da una barriera di filo spinato