Morte per droga d'un ragazzo normale

Morte per droga d'un ragazzo normale I genitori hanno organizzato una sottoscrizione per il Gruppo Abele Morte per droga d'un ragazzo normale «Così — raccontano — un giovane esuberante e sportivo può arrivare all'overdose fatale» - «Dai manrovesci alle scuole private, tutto inutile. Credevamo fosse un problema personale, non era così» H loro figlio era un ragazzo esuberante, sportivo: è morto a causa di un'overdose. Aveva provato da poco. La sua storia di vittima dell'eroina è diversa da quelle ricorrenti, di giovani e meno giovani tossicodipendenti dall'esistenza segnata. Ma può diventare una fine comune per altri adolescenti dalla vita apparentemente normale. E i genitori di quel ragazzo, nel compiere un gesto di solidarietà con il Gruppo Abele, spiegano in questa intervista perché, purtroppo, quel rischio è sempre più possibile. «fi nostro ragazzo non ce lo può restituire nessuno. Niente è più duro dei mesi trascorsi dalla scomparsa di Roberto, con il gran vuoto che si è creato nella nostra famiglia giorno per giorno, ora per ora. Se ne sarà accorto anche lei da come parliamo di lui, un ragazzone così pieno di vita...». Luciano Benedetto, dirigente delle Poste, ha lo sguardo dolente delle persone che sono piombate in un'altra dimensione della vita, senza alcun preavviso del destinu. Il figlio Roberto, dlclott'anni compiuti da pochi mesi, è stato il primo di quei 6 morti per overdose che, per essersi «concentrati» in poco più di 30 ore, fra il 27 e il 28 ottobre scorsi, avevano proiettato il problema droga al centro dell'attenzione generale. «In quei giorni non ci stavamo molto con la testa, ma non si creda che non ci siamo resi conto del can con che sì faceva — continua Luciano Benedetto —; i titoloni dei giornali, le dichiarazioni reboanti dei politici, l'emergenza di qua, l'emergenza di là, tante belle. chiacchiere. Ora ho paura di pensare òhe siano state solo parole. Temo che l'assurda morte di Roberto non serva nemmeno a sal-< vare altri ragazzi come lui, ad evitare che altri ancora cadano nella trappola della droga. 'Per anni ho sorvegliato il mio ragazzo: sapevo che spinellava e non volevo assolutamente. Gli ho rovesciato fior di manrovesci sul viso, lo abbiamo mandato in scuole private perché evitasse certe compagnie. Capisce cosa voglio dire? Era un affare nostro, privato, la lotta alla droga. E adesso, invece, scopro che non basta, anzi: non solo la droga si può comprare in ogni strada o quasi, ma è talmente dentro tante culture della nostra società da essere diventata una tentazione molto forte, contro cui poco serve correre dietro i nostri figli, uno per uno, o preoccuparsi solo quando cominciano a tornare a casa strani, diversi, perduti: Prosegue la moglie, Emilia Tommasi, proprietaria di una piccola azienda editoriale: 'Roberto era uno sportivo praticante: sci, nuoto, tuffi. Sempre di corsa, sempre spericolato. Credo sia stato proprio il gusto del rischio a spingerlo a provare l'eroina. Un'altra sfida, ecco tutto. Mio marito ed io abbiamo voluto rendere pubblico questo nostro privato dolore perché tanti genitori di ragazzi sani sappiano quanto poco può bastare, oggi, per portare al peggio: Roberto si bucava da poche settimane e non a caso quella dose è stata fatale a lui e non a chi era con lui, tossicodipendente da tempo, abituato a certi dosaggi: I genitori di Roberto hanno raccolto tra i loro amici una somma e vi hanno aggiunto del loro. In una busta hanno portato quell'-aìuto» al Gruppo Abele, chiedendo al cronista di organizzare l'incontro con «un ambiente così nuovo per noi ma che vogliamo conoscere da vicino. Prima il problema era solo nostro, ora vorremmo fare qualcosa per tutti, anche se non sappiamo come. Sto scoprendo — dice la madre di Roberto — che la stessa sofferenza è in tanti. Al cimitero mi ha avvicinato una signora. Mi ha chiesto: "Lei è la madre di Benedetto Roberto? Anche mio figlio è sepolto qui. Anche lui ucciso dalla droga"». Quel fazzoletto di terra fresca, il campo B del Cimitero generale, l'ultimo aperto, ha accolto tante altre bare di giovani morti nello stesso modo e sta diventando una pesante testimonianza Alberto Gaino Roberto Benedetto, ucciso dalla droga a diciott'anni

Persone citate: Alberto Gaino, Benedetto Roberto, Emilia Tommasi, Luciano Benedetto, Roberto Benedetto