Pace compiuta al congresso dc

Pace compiuta al congresso dc Pace compiuta al congresso dc Ammainata dopo anni la bandiera delle polemiche, la novità è l'unità La de torinese marcia a tappe forzate verso il congresso nazionale e sembra aver ammainato la bandiera delle polemiche, delle divisioni, della lotta senza quartiere tra le varie correnti. Per due mesi nelle 250 sezioni sparse in città e in tutta la provincia gli oltre ventimila iscritti allo «scudocrociato» hanno messo a fuoco programmi e linea politica, n confronto interno è.s.ta*0'serrato e si concluderà il 15 gennaio all'istituto Lasàlle quando i de torinesi sceglieranno i delegati per il congresso regionale. Quattro i grandi raggruppamenti in campo: in testa l'alleanza tra il deputato Vito Bonsignore e l'ex sottosegretario Rolando Picchioni, poi la vasta area capeggiata da Silvio Lega e Luigi Rossi di Montelera, seguita dal gruppo dell'area Zaccagnini (Guido Bodrato, gli amici di Gianni Goria, l'onorevole Giuseppe Botta e l'ex assessore regionale Riccardo Sartoris), e, infine, il gruppo di Forze Nuove capeggiato da Carlo Donat-Cattin. Ma la vera novità di questo congresso de, almeno a Torino, è la ritrovata atmosfera unitaria. Dopo anni di polemiche, a volte roventi, nella sede di via Carlo Alberto sembra adesso respirarsi un'aria di concordia, che è forse anche merito dei due segretari, provinciale, Sergio Deorsola, e cittadino, Sebastiano Provisiero. Insieme hanno improntato la loro gestione all'insegna dell'unità. -E' la conseguenza del clima politico nazionale — spiega Sergio Deorsola — che impone la collaborazione con i partiti alleati nel governo nazionale e nelle amministrazioni locali, ma accentua la competizione nella capacità di interpretare i bisogni e le aspirazioni della società». La necessità di elaborare programmi e idee, di conquistare nuovi consensi e di conservare quelli tradizionali sempre più «corteggiati» dagli altri partiti, ha consigliato agli uomini dello «scudocrociato» di limitare al minimo distinguo e polemiche per rinserrare le fila. Anche le divisioni nazionali, in questa atmosfera, sembrano contare fino ad un certo punto per lo «scudocrociato» torinese, che, senza dubbio, guarda con maggior apprensione alla tormentata vicenda della giunta comunale che non allo scontro per la conquista della segreteria nazionale. Resta l'incognita di quanto durerà? Certamente il congresso regionale sarà la vera cartina al tornasole della situazione interna ed in quella occasione si vedrà se le varie «anime» della de hanno, pur nella diversità dei riferimenti nazionali, sepolto per sempre l'ascia di guerra. g. pin.

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