Usa soddisfatti (ma con riserve)

Usa soddisfatti (ma con riserve) Usa soddisfatti (ma con riserve) PARIGI —- Senza attendere l'esito dei negoziati internazionali, l'Urss ha deciso di avviare entro l'89 la distruzione del suo arsenale di armi chimiche, secondo stime occidentali il più grande del mondo; l'Impianto che dovrà realizzare nei fatti questa scelta unilaterale è quasi pronto; adesso Mosca si attende che anche gli Usa complano un passo altrettanto significativo. Imprevisto, solenne e spettacolare, l'annuncio dato ieri all'assemblea della Conferenza di Parigi dal capo della diplomazia sovietica, Eduard Shevardnadze, ha permesso all'Urss di recuperare con successo l'iniziativa, e il centro della scena, in una questione, quella delle armi chimiche, che nelle ultime settimane l'aveva vista spettatrice. E ha contemporaneamente risollevato le sorti di una Conferenza già sul punto di incagliarsi sull'ostacolo frapposto dai Paesi arabi, che intendono legare 11 dibattito sulle armi chimiche al problema del disarmo nucleare, con attenzione particolare agli equilibri strategici in Medio Oriente. Shultz ha giudicato «molto soddisfacente» l'iniziativa sovietica, ma in generale la diplomazia americana è parsa imbarazzata dal contropiede di Mosca. Annunciando il grande gesto sovietico, Shevardnadze ha tenuto a ricordare che «le aperture devono essere reciproche. Concludere una convenzione sulle armi chimiche non dipende soltanto dall'Urss, dato che c'è un altro Paese che possiede quantità di armi chimiche egualmente importanti, e che potrebbe adottare compromessi nell'obiettivo di arrivare a un sistema globale di controlli». E più in generale il ministro degli Esteri sovietico ha chiamato «tutti i Paesi» che fabbricano o «intendono fabbricare armi chimiche» (per quanto velata l'allusione sembrava diretta Guido Ranipokli (Continua a pagina 2)

Persone citate: Eduard Shevardnadze, Guido Ranipokli, Shevardnadze, Shultz

Luoghi citati: Medio Oriente, Mosca, Parigi, Urss, Usa