L'oro del Perù parici italiano

Daniel, poeta scomodo Morto a Mosca il dissidente «riabilitato» Daniel, poeta scomodo Soltanto adesso, negli ultimissimi anni del Gorbaciov imperante e con giàsnost e perestrojka in azione nella vita quotidiana dell'Urss, Yuli Daniel non si sentiva un reietto in patria. Il suo nome non era più confinato nelle antologie dei «dissidenti», non era più abbinato a quello di Andrej Sinjavsky suo amico e compagno di sventura nei gulag, come Solgenitsyn, Ginsburg, Amalnk, Pliusch e 1 tanti dimenticati protagonisti dell'arcipelago della dissidenza intellettuale, quegli sfegatati temerari che negli Anni Sessanta avevano osato sfidare in nome dei diritti umani il plumbeo potere del Cremlino in una delle sue peggiori fasi di glaciazione. Grazie a Gorbaciov, anzi, erano state anche pubblicate alcune delle sue opere, perfino quelle scritte nei campi di lavoro forzato, a Potma e a Vladimir. Così, seppur tardivamente, Daniel aveva potuto godere in questi anni di un'esistenza schiva, anonima, concentrata più su un'attività di studio e di traduzione che sopra azioni militanti a favore dei diritti umani che con il nuovo clima politico hanno stemperato la loro forza polemica dirompente. Ora, brevi notizie d'agenzia rilanciando dichiarazioni di parenti ed amici di Mosca hanno annunciato in Occidente che Daniel è morto venerdì scorso nella capitale, sfinito da una malattia. E il nome di questo poeta dissidente ritorna alla memoria, dopo un lungo periodo di oblio seguito alla sua liberazione nel '70 al termine di un lustro trascorso nelle carceri del regime. Con il fisico irrimediabilmente minato da quelle drammatiche esperienze, Daniel è morto appena sessantatreenne, secondo quanto ha rivelato la sua ex moglie Larissa Bogaraz, per un ictus, dopo aver subito negli ultimi anni diversi infarti. Succintamente, le biografie ricordano che ìfuli Da- niel era stato scrittore, traduttore e giornalista, che aveva lavorato alla «Komsomolskaya Pravda», a «Kommunisl», alla «Literaturnaya Geodeta». Fino a quando nel settembre del '65 era stato arrestato, quattro giorni dopo il suo amico Sinjavsky, sotto l'accusa di aver pubblicato all'estero, sotto lo pseudonimo di Nikolai Arzhak, opere critiche del regime sovietico. Espulso nel febbraio del '66 dall'Unione degli scrittori, Daniel fu perciò insieme a Sinjavsky il protagonista del primo grande processo politico contro i «dissidenti» nel clima di dura repressione innescato dopo la caduta, di Krusciov. Daniel venne condannato a cinque anni di lavori forzati a regime duro, il suo compagno a sette: il massimo della pena prevista per il reato di "propaganda ed agitazione antì-sovietìche». Era il famigerato articolo 70 del codice penale che punisce «l'agitazione e la propaganda condotte allo scopo di sovvertire o indebolire il potere sovietico» attraverso quelli che negli Stati di democrazia liberale sono semplici diritti di espressione, come la diffusione orale o scritta di informazioni critiche verso il po¬ tere. Significativamente, a testimonianza di un mutamento non solo dì clima ma sostanziale, oggi nellUrss di Gorbaciov un articolo così concepito non compare più nel progetto del nuovo codice penale. Malgrado la mobilitazione di numerosi intellettuali dell'Occidente, da Moravia a Mauriac, da Graham Greene a Gùnter Grass e Mary McCarthy, Daniel e Sinjavsky non furono scarcerati. Daniel protestò per le inumane condizioni d'internamento nel campo di Potma, fece uno sciopero della fame, con il risultato di essere trasferito nell'ancor più duro carcere correzionale di Vladimir. Qui era stato rinchiuso anche un altro intellettuale, Alexandr Ginsburg, colpevole di aver pubblicato un «libro bianco» sul processo ai due dissidenti. Daniel ritornò in libertà il 12 settembre '70, ma per qualche tempo fu costretto a vivere al confino, in una piccola località a qualche centinaio di chilometri da Mosca. Da allora su di lui era calato un pesante anonimato, alleviato solo negli ultimi anni con il permesso di pubblicare i suoi libri, prima proibiti, anche in Urss. ■''■■p. pat. II poeta «ribelle» Yuli Daniel nell'appartamento di Mosca

Luoghi citati: Gùnter Grass, Mosca, Urss