«Torino, restituisci ad Arcidosso le reliquie del profeta Lazzaretti»

«Torino, restituisci ad Arcidosso le reliquie del profeta Lazzaretti» Una richiesta dopo la riabilitazione del «Cristo delPAmiata» «Torino, restituisci ad Arcidosso le reliquie del profeta Lazzaretti» ARCIDOSSO (Grosseto) — Si è chiuso con le ultime ore di dicembre, in una riunione nella biblioteca del Comune, l'anno decisivo per il riscatto della memoria di David Lazzaretti, figlio di questa terra, fondatore della Chiesa Giurisdavidica, messaggero di rinnovamenti sociali che i suoi tempi non furono in grado di raccogliere. Ci sono voluti 110 anni per far emergere la verità, da quel 1878 in cui Stato e Chiesa si sbarazzano di una voce scomoda. Lazzaretti rivendica l'uguaglianza, propone il cooperativismo e si scaglia contro corruzione e simonia. Lo uccidono inerme, durante una processione. Per tacitare le coscienze gli imprimono il marchio di «pazzo criminale». A Torino, Cesare Lombroso, cattedratico di medicina legale, già riverito per le opere «Genio e follia» (1864) e 'L'uomo delinquente» (1876), non si lascia sfuggire l'occasione per arricchire il suo «Museo di antropologia criminale». Ottiene ed espone i vestiti che il «Cristo dell'Amiata» indossa il giorno in cui cade fulminato da un colpo di fucile sparatogli in fronte da un tutore dell'ordine. L'altra sera il professor Pietro Clemente ha fatto rivivere la figura del profeta toscano presentando a un folto pubblico U libro nel quale è raccolto quanto detto e scritto nell'anno della plù'fcòmpleta riabilitazione del Laz¬ zaretti, avvenuta con una delibera comunale. Una documentazione arricchita da testimonianze raccolte nel passato. Spiccano gli interventi di Anna Innocenti Periccioli, pronipote di David, ultima testimone di una pagina di storia definita da Geno Pampaloni 'luminosa e amara». Cresciuta da nonna Bianca Lazzaretti, che si trovò bambina a due passi dal padre e dal suo «boia», Anna 'tra umiliazioni soffe-,-te, lontane e vicine» ne h& assorbito la dolcezza e la speranza ritrasmettendole in un libro che si compendia in una «comunione d'amore». Ma è da un prete di questa tèrra avara, padre Ernesto Balducci, protagonista di mille battaglie sul fronte dell'ingiustizia e della violenza, che nasce un'analisi pungente sulle vicende storiche che hanno portato al martirio il 'rivoluzionario non violento». Viveva in una ambiente di sfruttati dove «i nostri pigliavano la silicosi, gli altri i miliardi». E il Vangelo vissuto da Lazzaretti, per padre Balducci «è l'annuncio di un mondo nuovo e chi lo accoglie se ne fa responsabile» perché accettando «di vivere la sua fede secondo questa linea diventa, all'opposto, un pericoloso sovversivo». 'Queste cose — taglia netto Balducci — era diffìcile dirle ai tempi di Pio IX, il papa che non solò ha scomunicato senza nessuna riserva il mondo moderno considerandolo parto del diavolo», ma nel Concilio Vaticano I 'ha riaffermato il principio di autorità della monarchia pontificia nella quale a decidere sono solo i preti». Mentre il successore Pio X consolida: 'Due sono i generi di cristiani, i preti che comandano e la moltitudine ignorante che obbedisce». Ma 110 anni dopo le stesse idee di Lazzaretti 'hanno mosso un continente intero», quello latino-americano deve «la fermentazione evangelica è un dato dilagante: Dalla riunione, sindaco Pier Luigi Marini in testa, è ancora scaturita una richiesta pressante: 'Torino e lo Stato devono ridarci le reliquie di Lazzaretti. Ora che è riabilitato non ha senso ed è anche offensivo esporle in un museo zeppo di reperti criminali». Qui sta nascendo, nel castello Aldobrandesco, un centro studi già ricco di documentazione sui giurisdavidici e il loro fondatore. Accanto si sta formando una sezione museografica che dovrà essere sede di tutti i cimeli di questa Chiesa. Si sono già mossi studiosi e sono scattate interrogazioni parlamentari. In tanti sperano che il nuovo anno porti il regalo, non tanto agli arcidossini, ma a una realtà storicoculturale che ha ormai valicato i confini nazionali. Vito Brasa

Luoghi citati: Arcidosso, Grosseto, Torino