«Riformate le istituzioni» Cossiga richiama i partiti

«Riformate le istituzioni» Cossiga richiama i partiti Messaggio di fine anno: una «nuova primavera» per la nostra società «Riformate le istituzioni» Cossiga richiama i partiti «Tutti» devono contribuire - Tra gli altri temi, i doveri verso i lavoratori immigrati ROMA — Ha evocato la «□uova primavera» che attende la nostra società; ha indicato come questione politica centrale per il 1989 le riforme istituzionali, criticando implicitamente lo scontro frontale registratosi sul voto segreto; ha parlato della lotta alla criminalità organizzata, della disoccupazione, dell'ambiente, della droga e dell'Aids. Ma per la prima volta nella storia dei discorsi presidenziali, Cossiga nel suo messaggio di fine anno ha dato spazio e dignità ai lavoratori stranieri e ai problemi della loro integrazione. 'Abbiamo dei doveri nei loro confronti», ammonisce il Presidente della Repubblica. Un discorso di una ventina di minuti, quello rivolto su reti unificate nella sera di San Silvestro agli italiani tutti ormai intenti in cotechini e zamponi. Col viso un po' funereo e il tono grave che gli sono consueti, Cossiga ha fatto gli auguri di buon anno all'Italia con otto pagine dattiloscrìtte, dedicando allo scenario internazionale solo poche parole, per' dire che l'88 è stato un anno 'Straordinario, miracoloso» per il dialogo fra le superpotenze e per la pace. Tutto il resto ha riguardato i problemi di casa nostra; e pur se il momento non era tra i più propizi a catturare l'attenzione, non sono mancate le novità e gli spunti destinati a suscitare polemiche. Quel messaggio augurale che è ormai una tradizione, rischia quest'anno di tramutarsi in un caso politico. Nemmeno un orecchio distratto, infatti, può trovare casuale che Cossiga abbia affrontato subito e per primo il tema delle riforme istituzionali, alle quali tutti dovremo guardare «con tenace impegno e con autentica passione civile». n Presidente formula perciò, «l'auspicio che il 1989 veda, in proposito, la ripresa di un confronto democratico, aperto e sereno, fra tutte le forze politiche»; pur nella legittimai 'prospettazione» dei propri progetti particolari infatti il 'fine comune» deve essere 'quello di dare istituzioni sempre più efficienti alla nostra Repubblica». Fra 'tutte» le forze politiche, dice Cossiga con garbo. Ma è ugualmente evidente la critica alla linea Craxi-De Mita che intende le riforme istituzionali come problema da risolvere innanzitutto nella maggioranza governativa; e che già nei preliminari di questo processo rinnovatore, quando si è trattato di riformare il voto segreto in Parlamento, ha contribuito non poco a scatenare una deUe più feroci battaglie tra maggioranza e opposizioni. Ma la Costituzione va adeguata, e in fretta, alle nuove esigenze 'di una società che si è trasformata», ammonisce il capo dello Stato, anche in vista delle scadenze europee; e la strada indicata con chiarezza è quella di non circoscrivere le riforme istituzionali nei semplici accordi di governo. Un forte accento critico è anche nella scelta di occuparsi a Capodanno degli immigrati, quelli che con indubbio, anche se inconscio, razzismo vengono ormai etichettati come «vucumprà». Anche perché Cossiga non ha dimenticato di elencare tutte le altre emarginazioni e quei bisogni *che spesso non hanno voce, che raramente giungono alle prime pagine dei giornali, salvo che non vi sia qualche caso drammatico, e che quindi spesso non fanno opinione». Anche gli anziani, i minori trascurati, i giovani in cerca di lavoro e di casa, contribuiscono a formulare uh giudizio negativo sull'attuale «modello di sviluppo» della nostra società, che ha bisogno Invece «di una nuova misura di solidarietà, concreta e fattiva». Tanto è considerato urgen te il problema della 'diffìcile integrazione dei lavoratori stranieri in Italia», che Cos siga ne ha parlato anche nell'altro messaggio indirizzato agli italiani all'estero, probabilmente più sensibili a que sto tema. Ma ai connazionali in patria e in piena festa, ha crudamente ricordato che gli immigrati -soddisfano alcune esigenze della nostra economia». Certo, sono venuti qui e lavorano per se stessi, «ma non dimentichiamo che il prodotto del loro lavoro è parte integrante e non secondaria dello sviluppo della nostra economia e della nostra società». Nel complesso, un bel. discorso e per nulla retorico, che meriterebbe di esser rilet¬ to con calma e attenzione. Ma ora già arrivano i primi commenti e le reazioni, a dimestrazione che ognuno, intende solo quel che più gli aggrada nei messaggi augurali Come U socialista Valdo Spini, sottosegretario all'Interno, Che esprime 'apprezzamento' per lo spazio dato da Cossiga alla lòtta contro la criminalità organizzata, perché è •opportuno» contrinuire «a creare un clima di mobilitazione intorno a questo obiettivo e di solidarietà con chi, magistratura e forze di polizia, si batte su questo terreno-. O come il verde Gianluigi Ceruti, per il quale è 'importante e significativo» che il Presidente, «dal suo osservatorio privilegiato, abbia indicato, tra le istanze sociali prioritarie, quella della conservazione dei beni culturali e naturali: E se U de Saverio D'Amelio è invece commosso per quel riferimento alla •inascoltata angoscia ai solitudine e di dolore» che rappresenta •un'opportuna sferzata all'egoismo degli uomini», il segr e r» -o di dp Russo Spena è soddisfatto per la •mozione di sfiducia al mediocre e pasticciato reaganismo del governo De Mita-De Micheli?». Gianni Pennacchi

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