Wall Street superdollaro scuotono le Borse mondiali

Wall Street superdollaro scuotono le Borse mondiali A New York il biglietto verde ha sfondato «quota 1350» Wall Street superdollaro scuotono le Borse mondiali L'indice del listino Usa oltre la barriera dei 2200 - Euforìa anche a Londra e Parigi ROMA — Sconfitte nettamente le banche centrali nel movimentato «corrai» valutario di mercoledì e venerdì, i «tori» hanno chiuso alla grande a New York proiettando Wall Street e il dollaro a livelli che il biglitto verde non toccava più dagli inizi di ottobre, circa tre mesi fa, con quotazioni finali di 1352 lire e 1,8445 marchi, contro le 1349,15 lire e gli 1,8384 marchi dei fixing europei. Per trovare il dollaro a valori più alti occorre risalire alle 1365,75 lire e agli 1,85 marchi registrati rispettivamente il 12 e l'U ottobre. La divisa americana, salita anche a 127,30 yen dai 126,65 del fixing di Tokyo, ha messo a segno vistosi guadagni percentuali nell'arco della settimana: l'l,58% sulla nostra divisa, l'l,66% sul marco, lo 0,45% sullo yen, guadagni che diventano rispettivamente del 3,63%, del 4,52% e del 2,41% nelle due prime settimane dell'anno. E' stata, quella di venerdì, una giornata valutaria non solo movimentata ma sconcertante soprattutto per una ì serie di dichiarazioni del ministro delle Finanze tedesco Gerhard Stoltenberg che hanno avuto il risultato di disfare quanto, molto faticosamente e con risultati non precisamente entusiasmanti, erano riuscite a tessere le maggiori banche centrali con tre ondate di interventi: il primo nel pomeriggio europeo con lo schieramento al completo di Fed, Bundesbank, Banca d'Italia, Svizzera, Belgio, Francia e Inghilterra; un secondo con Fed e Bundesbank affiancate da Banca del Canada e Banc?. d'Austria; un terzo limitato a fed e banca centrale canadese. Oli interventi erano tutti mirati a sostenere il marco contro un dollaro in ascesa; ma a vanificarli ci pensavano le dichiarazioni di Stoltenberg interpretale dal mercato come decisamente rialzi¬ ste per il dollaro. «Vi sono buone possibilità che il presidente Bush e il congresso Usa si accordino per significative riduzioni di bilancio», diceva il ministro tedesco, aggiungendo di «ritenere che il G7 continuerà a sostenere il dollaro». Quest'ultima notazione, apparentemente sconcertante in un momento in cui il bigliétto verde è già forte, era riferita al dollaro visto nel contesto di una stra¬ tegia a lungo termine, ma i «bull» valutari erano pronti a leggervi il segno di un ammorbidimento di Bonn contro l'idea di un rafforzamento della moneta Usa a spese del marco. Di colpo, il dollaro riprendeva quota rispetto ai livelli più moderati cui era stato spinto dalle banche centrali. La confusione dei mercati monetari non ha spaventato Wall Street che, guadagnan- do in settimana l'l,4%, è anche riuscita a sfondare la quota 2200 per la prima volta dal crack. H mercato è stato in buona parte incoraggiato dal bilancio preventivo presentato da Reagan e non si è lasciato spaventare dal rialzo dei rendimenti' dei Bot a tre mesi e sei mesi, né dall'accelerazione dei crediti al consumo in novembre, che minacciano entrambi un aumento del costo del denaro, a partire dal prime rate. Oli analisti sono però divisi: alcuni ritengono che una correzione sia prossima, mentre altri sottolineano la buona tenuta del mercato. Una indicazione significativa verrà dai dati della bilancia commerciale americana di novembre. Secondo gli operatori 11 merito dei recenti successi di wall Street è in buona parte del piccoli investitori, che stanno superando la sfiducia da crack: per cui è opportuno evitare traumi repentini che possono farlo naufragare. L'euforia di Wall Street ha contagiato le borse europee, 1 soprattutto Londra e Parigi. A Londra l'indice, che ha guadagnato il 2,7%, si è portato ai massimi dal 20 ottobre con una progressione quasi ininterrotta. Parigi marcia addirittura verso il record assoluto, anche se ha collezionato un rialzo modesto (11,8%) dopo il 4,3 della prima settimana dell'anno. Un risultato comunque di tutta soddisfazione, che proietta la piazza verso il record del marzo '37, dal quale dista appena il 4%. Più ferma la borsa di Francoforte, che nella prima seduta è riuscita a sfondare la quota 1.700. La situazione del mercato è comunque soddisfacente: è alla quarta settimana di rialzo,'dai minimi di metà dicembre ha guadagnato ben il 6,5% e deve re cuperare solo il 3% per chiù dere il buco del crack. r. e. s. Così vola lì biglietto verde (Cambi lira/dollaro al fixing di Milano) 1350- 1290 gennaio 1989 ll Bdbk Phl Azeglio Ciampi con il presidente della Bundesbank, Poehl

Persone citate: Azeglio Ciampi, Bush, Gerhard Stoltenberg, Reagan, Stoltenberg