«Ho dovuto pagare Ligato»

«Ho dovuto pagare Ligato» Perché i giudici accusano di corruzione l'ex presidente delle Fs «Ho dovuto pagare Ligato» «Per vincere gli appalti gli ho dato 40 milioni»: è la confessione di Graziano, l'imprenditore delle '■' «lenzuola d'orò» - Al direttore dèlie Ferrovie avrebbe invece versato più di mezzo miliardo ' ' DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — A metterli nei guai è stato proprio lui, l'ingegner Elio Oraziano, fornitore «eccellente» e privilegiato delle Ferrovie dello Stato. Ed ora, l'ex presidente Lodovico Ligato ed il suo direttore generale Giovanni Coletti si trovano ad essere sospettati oltre che di truffa aggravata ai danni dello Stato anche di corruzione. L'accusa è pesante anche se alle confessioni di Graziano pare facciano da riscontro alcuni appunti dell'imprenditore sequestrati negli uffici della Idaff di Fisciano (Salerno) dove sorge la fabbrica di lenzuola «usa e getta» usate sulle carrozze-cuccetta delle FS e pagate a peso d'oro. Dopo quasi un mese di latitanza trascorso all'estero, prima a New York e poi in Brasile, Graziano era tornato in Italia poco prima di Natale e si era consegnato alla polizia di frontiera, deciso a parlare e a difendersi. «Si — aveva ammesso senza alcuna difficoltà ai giudici Vitaliano Calabria e Vittorio Paraggio—per aggiudicarmi quegli appalti miliardari ero stato costretto a pagare». E aveva versato milioni a funzionari e consiglieri di ammi¬ nistrazione. Anche Ligato e Coletti, a sentir lui, avrebbero beneficiato dei suoi versamenti mensili: quattro rate da 10 milioni l'ima (attraverso un intermediario) il presidente, 600 milioni l'ex direttore generale. Dopo l'interrogatorio. Graziano era stato rimesso in libertà, in tempo per trascorrere nella sua villa di Salerno le festività natalizie. Aveva detto tutto quello che aveva da dire e non c'era pericolo che fuggisse dal momento che spontaneamente aveva deciso di tornare dal Brasile. Verbali alla mano, i giudici avevano dato inizio ad una serie di accertamenti e cominciato a scavare nello stato patrimoniale dei due vertici delle FS. Una villa dei costo di due miliardi era stata acquistata di recente a Ischia dalla società Sogefimm, di cui amministratore unico è Enrico Ligato, figlio venticinquenne dell'ex presidente delle Ferrovie. Un'altra villa vicina, più costosa e più lussuosa, era stata comprata dalla Co.i.pi, una società veneta che molto ha lavorato in passato con le Ferrovie. Alcuni vicini sono pronti a dire che in realtà la villa appartiene a Giovanni Coletti, ma l'ex direttore generale ha smentito. Le prime verifiche, comunque, sembra abbiano creato una disparità di vedute nel team dei magistrati che si occupano dell'inchiesta sulle «lenzuola d'oro». I! caso è delicato e riguarda un ex parlamentare de che nelle ultime elezioni ha ottenuto un pienone di voti in Calabria prima di lasciare Montecitorio per assumere la presidenza dell'Ente ferrovie ed un direttore generale che almeno in passato ha goduto della fiducia piena dei socialisti. Cosicché la prima richiesta del pubblico ministero Vittorio Paraggio che avrebbe voluto due mandati di cattura per corruzione nei confronti dei due sembra sia stata respinta dal giudice istruttore Vitaliano Calabria il quale ha optato invece per la semplice comunicazione giudiziaria. Se conseguenze vi saranno, si vedranno dopo l'interrogatorio fissato per la prossima settimana. Ligato, per la verità, aveva chiesto sin dall'inizio di essere ascoltato. Ma invano. Coletti, che dopo l'arrivo di Mario Schimberni era stato pregato di rimanere al suo posto «per permettere ai treni di continuare a viaggia¬ re», si è dimesso giovedì scorso «per consentire che l'accertamento giudiziario si svolga nella maniera più lìmpida possibile». Qualcosa dell'interrogatorio di Graziano e del lavoro dei magistrati che avevano ascoltato anche Schimberni per conoscere le procedure nell'assegnazione degli appalti doveva essere giunto al suo orecchio. La sua volontà di abbandonare la direzione era stata messa infatti in diretta relazione con l'inchiesta che aveva portato alla fine dello scorso novembre all'arresto di cinque funzionari e dopo qualche giorno di quattro consiglieri di amministrazione fra i quali Ruggero Ravenna, ex sindacalista e ex presidente delllnps, Gaspare Russo, ex presidente della regione Campania, e di altri due esponenti di area comunista e liberale. In conseguenza del secondo blitz che aveva decimato il consiglio d'amministrazione Lodovico Ligato si era rassegnato a dare le dimissioni e ad uscire di scena Sino a quel momento, egli era stato appena sfiorato dallo scandalo con una comunicazione giudiziaria per truffa. Lo stesso era accaduto a Coletti.