«Il Papa ci impone i vescovi» di Marco Tosatti

«Il Papa ci impone i vescovi» La Chiesa austriaca non gradisce le ultime nomine del Vaticano «Il Papa ci impone i vescovi» Fedeli e prelati giudicano le designazioni come volontà di «normalizzare» una comunità «troppo aperta» -1 casi di Vienna, Salisburgo e Seldkirch - Negativi riflessi nelle relazioni col governo CITTA' DEL VATICANO — Nascono nuove tensioni fra il Vaticano e la Chiesa austriaca: dopo il caso del vescovo di Salisburgo, designato dalla Santa Sede fra le proteste del clero cittadino, nei giorni scorsi è partita da Roma una nomina vescovile che farà discutere. Conformemente al Concordato del 1033, al governo austriaco è stato chiesto di approvare come nuovo vescovo di Seldkirch, nella regione del Voralberg, Klaus Kùng, vicario generale dell'Opus Dei per l'Austria. A solo una settimana dalla designazione — contestata — di padre Georg Eder a vescovo di Salisburgo questa nuova mossa viene interpretata da molti fedeli e vescovi austriaci come una volontà di 'normalizzare» una Chiesa considerata troppo aperta e problematica. E' un'ondata che può avere riflessi anche ^olitici. Il cancelliere socialista austriaco, Franz Vranitzky, si è detto dispiaciuto perché il clima cordiale che aveva marcato per trent'anni i rapporti tra Chiesa e Stato sembra appesantirsi. L'occasione era offerta da un'intervista del futuro arcivescovo di Salisburgo, in cui Eder condannava la democrazia, perché sarebbe portatrice al suo interno di «una terribile tendenza alla libertà». Le precisazioni successive del prelato — non avrebbe fatto riferimento alla democrazia, ma alla situazione interna della Chiesa — non hanno cancellato la sensazione di disagio, e l'impressione che la nuova classe di vescovi sia decisamente più conservatrice e tradizionalista dei precedenti. Il primo colpo fu la sostituzione di Franz Koenig, arcivescovo di Vienna e grande artefice della Ostpolitik, con Hermann Groer; subito dopo si è avuta la nomina contestata di monsignor Kurt Krenn ad ausiliare di Vienna Il presule fu costretto a entrare in chiesa scortato dalla polizia fra le proteste dei fe¬ deli. Infine, una settimana fa si è aperto il «caso» Salisburgo, analogo a quello avvenuto a Colonia n vescovo va in pensione, e il Vaticano (leggi il Papa) vuole imporre un successore sgradito a una larga parte della Chiesa locale. L'arcivescovo di Salisburgo, Karl Berg, oltre ad essere il presidente della Conferenza Episcopale, giudicata troppo disposta a toccare e discutere temi scottanti (celibato dei preti, utilizzazione dei preti sposati, ammissione dei divorziati risnosati ai sacramenti, sacerdozio femminile) era segnato dall'etichetta di 'progressista». Al suo posto andrà Georg Eder, decano di un pìccolo centro, Altenmarkt. Un'antica tradizione vuole che il Vaticano affidi al Capitolo della cattedrale di Salisburgo la scelta su una rosa di tre nomi. E' questa una procedura analoga a quella stabilita per Colonia La Conferenza Episcopale aveva fatto giungere in Vati¬ cano una lista di possibili candidati in modo che la «rosa» da sottoporre alla votazione del Capitolo fosse scelta grazie a quella preselezione. Ma da Roma si è risposto, all'inizio di settembre, con tre altri nomi: Georg Eder (legato ad ambienti supertradizionalisti), Andreas Laun, un salesiano viennese, e Klaus Kùng, responsabile regionale dell'Opus Dei (omonimo del teologo di Tubinga). Il Capitolo inizialmente ha detto di no, poi ha ceduto sul nome di Georg Eder. I canonici del Capitolo hanno però voluto sottolineare 'il grave conflitto di coscienza» vissuto nell'occasione. La nomina noni è ancora stata ufficializzata cosi come quella di Klaus Kùng a Seldkirch: l'ipotesi della sua designazione aveva provocato polemiche pubbliche fra i vescovi proprio durante la permanenza del Papa in Austria nel giugno scorso. Marco Tosatti