II dollaro spinge il «G7»

II dollaro spinge il «G7» La riunione non è ancora confermata, ma «appare opportuna» II dollaro spinge il «G7» La moneta Usa in Italia è balzata a 1350 lire - Wall Street tocca il massimo dal crack dell'ottobre '87 - Negli Stati Uniti però l'inflazione è in crescita e si teme un aumento del tasso di sconto WASHINGTON — La notizia di una riunione straordinaria dei 07 a Washington tra la fine del mese e metà febbraio ha coronato la penultima settimana di Reagan sul mercati monetari e azionari. La giornata di ieri è stata caratterizzata da un clima di agitazione per l'ascesa del dollaro, che a Milano ha chiuso a 1350 lire, ma di soddisfazione per la ripresa di Wall Street, che ha superato l 2228,93 punti dell'indice Dow Jones dei titoli industriali, il massimo dal crack del 19 ottobre del 1987. Pur ammonendo che la riunione non è certa •perché non tutti i membri dei G7 sono stati avvertili e l'hanno > approvata», il ministro delle Finanze tedesco Stoltenberg, in visita nella capitale americana, ha dichiarato che almeno tre eventi la rendono opportuna: il cambio della guardia tra Reagan e Bush, l'apprezzamento del dollaro, su cui ieri si è svolta un'autentica battaglia, e l'urgenza della soluzione del problema dell'indebitamento del Terzo Mondo. • Ieri il dollaro ha continuato a rivalutarsi — nonostante i massicci interventi compiuti in ben due riprese dalle banche, .centrali dei principali Paesi ' industrializzati — perché l'economia americana ha dato segno di una recrudescenza dell'inflazione, foriera, a sua volta, di un rialzo dei tassi d'interesse. Sono stati trattati invano 68 milioni di dollari: sulla piazza di New York la moneta Usa è retrocessa solo lievemente, dopo il duplice assalto, a 1348 lire, e a 1,8375 marchi contro 1,8408 delle piazze europee, n segnale inflazionistico lanciato dall'economia Usa riguarda i prezzi alla produzione: a dicembre essi sono saliti dello 0,4 per cento, portando il totale per r88 al 4 per cento, il doppio dell'87. Senza i timori di un rialzo dei tassi, e senza l'inevitabile corsa ai profitti di realizzo dopo alcuni giorni di ascesa, la Borsa ieri avrebbe registrato un altro balzo in avanti. Un articolo del Washington Post ha contribuito a convincere gli esperti che la Riserva Federale finirà per essere costretta ad aumentare il tasso di sconto per ridurre in qualche modo lo spaventoso deficit del bilancio dello Stato, che nell'anno finanziario otto¬ bre 87-settembre 88 compresi rischia di essere superiore ai temuti 160 miliardi di dollari. L'articolo afferma che la riforma fiscale del 1986 ridurrà di 20 miliardi di dollari gli introiti del fisco nel prossimo quadriennio, aggravando il problema del disavanzo pubblico. Poiché il futuro presidente Bush si rifiuta di aumentare le tasse per non frenare l'economia, la Riserva Federale dovrà intervenire monetariamente. Oli interessi a breve stanno già salendo, presto sarà la volta di quelli a medio e lungo termine. Dopo un incontro col ministro del Tesoro Brady Stoltenberg ha tenuto un discorso in cui ha ammonito l'Occidente di «non aspettarsi decisioni, né comunicati spettacolari dalla riunione del G7». iNon ci concentreremo tanto sulla questione dei cambi; ha aggiunto, «quanto sull'indebitamento del Terzo Mondo, in vista della conferenza di aprile del Fondo Monetario e della Banca Mondiale». Secondo il ministro delle Finanze tedesco, «la gestione del dollaro è ormai abbastanza collaudata; quando esso è sceso troppo, com'è accaduto 10 scorso novembre, siamo riusciti a farlo rialzare, e adesso die sta avvenendo il fenomeno contrario penso che riusciremo a farlo scendere». I livelli della moneta Usa, ha concluso Stoltenberg, devono essere più o meno quelli attuali, con uh margine di oscillazione modesto, il ministro tedesco ha.ribadito che «non tutti i colleghi dei Sette conoscono Brady e il nuovo ministro delle Finanze giapponese Murayama, ed è nell'interesse di tutti che s'incontrino in vista delle importanti scadenze di quest'anno». n Wall Street Journal ha riferito anche che, sul problema dell'esposizione estera del Terzo Mondo, si svolgeranno due tipi di discussione: uno concernente la richiesta dell'America Latina—appoggiata anche dall'Europa — di annullare una parte dei debiti; l'altra riguardante la proposta di Bush di un riesame completo della situazione, per migliorare o per sostituire 11 cosiddetto piano Baker, che fa perno soprattutto sulla concessione di nuovi prestiti da parte delle grandi banche private. Ennio Ca/etto Il ueo presidente degli Slati Uniti, George Bush

Persone citate: Baker, Brady Stoltenberg, Bush, George Bush, Reagan, Stoltenberg

Luoghi citati: America Latina, Europa, Italia, Milano, New York, Stati Uniti, Usa, Washington