Reviglio: non c'è il rischio bdi un nuovo caro-petrolio

Reviglio: non c'è il rischio bdi un nuovo caro-petrolio «Anche a 18 dollari, considerata l'inflazione, costa meno del '73» Reviglio: non c'è il rischio bdi un nuovo caro-petrolio L'Opec a Londra tenterà di stabilizzare i mercati ■ Per l'Italia il vero vincolo è l'inquinamento MILANO — Caro petrolio in vista? Negli uffici dell'Eni 1 tecnici stanno ritoccando le previsioni per l'89 anche se prevale un certo scetticismo su grandi impennate. Ma l'impressione che si sia di fronte a una fase di assestamento è abbastanza netta. Ed è sul petrolio a 18 dollari che l'Italia, probabilmente, dovrà fare i conti. Ne parliamo con Franco Reviglio, presidente dell'Eni. «Il mercato — dice — ci ha abituato a oscillazioni molto forti. Una lievitazione dei prezzi era attesa dopo l'accordo Opec di Vienna. Tuttavia, sono convinto che siamo di fronte a una fase di assestamento del mercato, non alla ripresa del caro petrolio. Oggi, anche a 18 dollari, il petrolio al netto dell'inflazione costa meno del '73. E questo è possibile grazie ai risparmi energetici, dall'incremento della ricerca e della produzione nei Paesi non Opec». Ma esiste ancora un eccesso di produzione rispetto ai consumi? -Nonostante le riduzioni c'è ancora un eccesso di ioli milioni di barili al giorno. Una capacità, comunque, destinata ad essere lentamente riassorbita. Basti pensare che la produzione non Opec contro le previsioni è cresciuta negli ultimi due anni e dovrebbe aumentare ancora nel prossimo biennio: La conferenza di Londra del 26 gennaio vedrà riuniti Paesi Opec e non Opec. Qua- li conseguenze potrà avere sui prezzi? «La riunione si propone di consolidare le attuali quotazioni. Viviamo una fase di profondi mutamenti strutturali dei mercati, paragonabile a quella dei primi Anni Settanta. I principali esportatori hanno imparato la lezione di quell'epoca. Ora tendono a comportarsi sempre più come le grandi compagnie. Il prezzo non è più fissato dall'Opec ma viene determinato dal mercato mentre i contratti di fornitura assomigliano a quelli delle commodities, con un grande sviluppo del trading'. Sceicchi come le sette sorelle, insomma. Non a caso i produttori tendono ad integrarsi a valle come le reti di distribuzione di prodotti pe¬ troliferi... «Esatto. Arabia Saudita e Kuwait non si limitano più a produrre e vendere greggio. Ormai entrano nelle fasi della raffinazione e della distribuzione. Su questa strada sono stati preceduti dal Venezuela che ha acquisito da anni strutture in questi comparti in Europa e negli Stati Uniti. L'obiettivo di questa strategia non è quella di acquisire ulteriori profitti, un obiettivo senz'altro problematico. Semmai loro cercano di garantire uno sbocco certo alla loro produzione e di acquisire una presenza stabile sui mercati finali. E' la stessa politica che, a suo tempo, praticarono le grandi compagnie occidentali». Passiamo all'Italia. Come si pone in questo scenario? «Io ritengo che. in termini reali, il prezzo dell'energia continui a mantenersi su livelli bassi». E allora? \ «Io insisto sull'ambiente. Cresce, in un momento di sviluppo economico sostenuto, la domanda della collettività in materia di protezione dell'ambiente. Possiamo dire che la qualità dell'ambiente rappresenta il nuovo vincolo alla crescita del reddito così come negli Anni Settanta lo sviluppo era vincolato dagli alti prezzi dell'energia: E su questo lei attacca l'impostazione del Pen... «Non ho attaccalo il Pen. Anzi apprezzo il documento a cui ho collaboralo io stesso e che imposta in modo soddisfacente la politica energetica del Paese. Però mi sono permesso si elencare alcuni strumenti per aumentare l'efficacia del piano sul problema inquinamento». Cioè? «Bisogna usare la leva fiscale per indurre la gente a scegliere i combustibili meno inquinanti, a parità di gettito per l'erario. Senza grandi costi è possibile ridurre, poi, in maniera drastica gli effetti nocivi, abbassando il contenuto di zolfo nei combustibili. E ci vuole un'agenzia europea per la protezione dell'ambiente sul modello dell'Epa americana. Alcuni gravi problemi, tipo le piogge acide o l'effetto serra, possono essere trattati solo a livello sovrannazionale». u.b.

Persone citate: Franco Reviglio, Reviglio