Budapest e la chiocciola

Budapest e la chiocciola Budapest e la chiocciola BARBARA SPINELLI Stupefacenti cose stanno accadendo in Ungheria, che solo indirettamente hanno a che vedere con la famosa perestrojka. Comparatisti e sovietologi non si danno per vinti ' e si ostinano a paragonare la riforma russa alla polacca, la polacca alla magiara, e via unificando, pareggiando. Le nuove leggi sul pluripartitismo, approvate mercoledì dal Parlamento ungherese, non sarebbero che l'espressione più avanzata della perestrojka. Rappresenterebbero certamente una svolta, ma non più di una svolta: di una voluta disegnata sul guscio della chiocciola gorbacio- ! viana. A Budapest sembra piuttosto aprirsi una crisi. E crisi vuol dire separazione, giudizio lacerante le circolari volute. Il pluripartitismo ' unghetese non è stato decretato dall'alto, come perestrojka comanda, non è nato mercoledì dal coraggio riformatore del partito unico. Non c'è stata un'«alba della libertà». La legge è stata adottata perché il multipartitismo nei fatti già esisteva da mesi, e stava assumendo proporzioni sì smisurate che il governo non poteva che prenderne atto, e i prescriverlo. Chi di recente è stato in Uni gheria ha potuto constatare la proliferazione ! di gruppi è gruppetti di pressione, di partiti i embrionali, di «Forum» che non discutono soltanto ma annunciano programmi, senza minimamente curarsi di quel che afferma il partito comunista. Basta accendere la televisione e si vedrà la Crisi: non son più dissidenti quelli che parlano, ma rappresentanti di partiti diversissimi e corposi. Il dissenso scompare, e scomparendo rivela l'incorporeità totale del partito comunista. Quale immagine storica può vendere quest'ultimo? Quali meriti vantate? Ben pochi, forse nessuno. Ecco perché, sorpassati da eventi incontrollabili, i comunisti fìngono adesso di esserne gli organizzatoti. L'Ungheria è dunque imparagonabile, per il momento. E' matuta per la separazione dallo Stato confessionale comunista. E' un Paese dove il futuro non appartiene più a nessuno, e finalmente ridiventa imprevedibile. Non somiglia alla Polonia, dove il dissenso è ancora compatto, sogna terze vie, cerca compromessi, e, influenzato com'è da una Chiesa cattolica secolarizzata, contende ai comunisti il monopolio, l'avvenite. Non somiglia all'Urss, dove il soggetto riformatote — Gotbaciov — esiste ancora.. L'avvenire ungherese è incerto, rischioso' per tutti. Per passare il guado occorrerebbe un'autorità forte, e l'autorità non c'è più. Il successore di Kadar, Grosz, è un condiscendente, uno smarrito. E i tempi duri verranno, è probabile. Per la prima volta, nell'89, gli ungheresi pagheranno tasse pesanti sul rèddito, e i prezzi nel frattempo aumenreranno perché l'economia è malata. Nasceranno allora sindacati indipendenti, e sempre più i comunisti saranno sorpassati. L'estate, l'autunno potrebbero esser turbolenti. Nulla è prevedibile, nessuna riforma sarà irreversibile. Così d'altronde accade in democrazia, a meno che non venga un Leviatano che mette a tace» le burrasche.

Persone citate: Grosz, Kadar

Luoghi citati: Budapest, Polonia, Ungheria, Urss