Un «caffè molto corretto» per ordinare l'eroina

Un «caffè molto corretto» per ordinare l'eroina Un «caffè molto corretto» per ordinare l'eroina Smascherata l'attività di spaccio nel bar Paris di via Reggio: la droga era nascosta nel registratore di cassa - Centomila lire era il prezzo per una dose da un grammo - Arrestati il titolare e il barman L'eroina era nel registratore di cassa. La si otteneva dopo aver ordinato «un caffè molto corretto». I carabinieri della compagnia Oltredora, diretti dal capitano Pecone, hanno smascherato l'attività di un bar molto particolare. Ad insospettire i militari era stata la continua presenza di tossicodipendenti sui marciapiedi circostanti ed all'interno del bar Paris di via Reggio 5, quasi all'angolo con via Pisa. Ma. per parecchie settimane, i carabinieri si sono limitati ad osservare per capire come avvenisse il «passaggio» dell'eroina. Lunghi appostamenti, riprese fotografiche, pedinamenti. Un brigadiere ha intuito come avveniva lo spaccio dopo avere visto una ragazza ancora minorenne ordinare «un caffè molto corretto», n barman le aveva fornito la bevanda, ma con questa c'era anche un tovagiiolino di carta che la giovane aveva immediatamente messo in tasca. A rendere lampante l'operazione era stato il prezzo pagato: 100 mila lire. I carabinieri hanno atteso ancora qualche giorno, per cercare di individuare anche il canale di approvvigionamento degli stupefacenti. L'altra sera, un quarto d'ora dopo la mezzanotte, è scattato il blitz. I militari dell'Oltre Dora, dopo aver identificato tutti i presenti, hanno cominciato una meticolosa perquisizione. Sótto al registratore, la sorpresa: undici involucri che contenevano eroina, già confezionata in dosi da un grammo. Nel retro, c'erano anche 5 grammi di sostanze da taglio (probabilmente lattosio), un bilancino di precisione, sette milioni di lire in banconote di piccolo taglio, cinque orologi, numerosi monili d'oro che'si sospetta fossero stati barattati con stupefacente. Inevitabile l'arresto per il titolare dell'esercizio ed il barman. Sono Guido Parisi, 42 anni, via Po 8 e Luca Compagnoni, 20 anni, originario di Aosta, residente a Torino in via Principe Amedeo 41. Non è la prima volta che questo bar è al centro di una vicenda legata allo spaccio di stupefacenti. Nel 1986, infat¬ ti, era gestito dai fratelli Bengala, che vennero arrestati dai carabinieri proprio per traffico di eroina. Subito dopo, il locale divenne di proprietà del Parisi che, a distanza di pochi mesi, ha ripreso un'attività evidentemebnte già bene avviata. Le indagini non sono comunque concluse: gli investigatori avrebbero accertato che nel locale transitavano spesso quantità ingenti di stupefacente. Si vuole ora chiarire con precisione chi fossero i fornitori ed anche i pusher di medio calibro che venivano ad acquistare l'eroina ad etti. Nel corso degli accertamenti è anche emerso che il «grammo» era la dose minima in vendita e che il prezzo era tassativamente di 100 mila lire. Probabilmente si era scelta questa cifra anche per non dare nell'occhio: il pagamento avveniva quasi sempre con una banconota sola. a. con. Guido Parisi, 42 anni

Persone citate: Bengala, Guido Parisi, Luca Compagnoni, Parisi

Luoghi citati: Aosta, Torino