E l'Arabia ha scoperto nuove riserve

E l'Arabia ha scoperto nuove riserve E l'Arabia ha scoperto nuove riserve © FINANCIAL TIMES LONDRA — Questa settimana l'Arabia Saudita ha aggiunto 85 miliardi di barili alle sue riserve stimate di petrolio. E' riuscita cosi ad aumentare da sola le riserve mondiali di una quantità equivalente ai consumi, di quattro anni. Ora il mondo 'ha da parte tanto di quel greggio che potrebbe durare circa 45 anni. Non pare quindi che le paure sul prossimo esaurimento dei giacimenti siano da prendere troppo sul serio; al contrario più petrolio si consuma più sembra che se ne trovi. L'aggiornamento delle stime sulle riserve saudite segue quelli attuati nell'86 e nell'87 da Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Iran, Iraq e Venezuela. Poco del petrolio considerato nelle riserve stimate proviene dalla scoperta di nuovi giacimenti, piuttosto i geologi riescono a sfruttare meglio quelli già esistenti, usando metodi sempre più sofisticati. Oggi può essere conveniente tenere da parte, in appositi serbatoi, il 40% del petrolio estratto; se la tecnologia migliora o i prezzi del greggio salgono, aumenteranno anche le riserve. Come per molti altri beni, infatti, una carenza che provoca un aumento dei prezzi porta quasi automaticamente ad un accumulo delle scorte. Quando nell'87 l'Iraq aumentò le sue riserve di 35 miliardi di barili, giungendo così a 100 miliardi furono in molti a non capire questa mossa. L'Iraq voleva accrescere sensibilmente la sua quota di produzione all'interno dell'Opec, obiettivo che ha infine raggiunto lo scorso novembre. Le riserve stimate fanno parte di una formula che un tempo veniva usata per de¬ terminare le quote dell'Opec, sebbene ora si tenda a stabilire delle quote ad hoc sulla base dei precedenti livelli di produzione. Questo spinge a chiedersi come mai l'Arabia Saudita si sia presa il disturbo di portare avanti una ricerca durata sei anni che ha portato a questo aumento delle riserve stimate. Dal punto di vista pratico c'è poca differenza se l'Arabia è seduta sopra 167 o 252 miliardi di barili. L'Arabia Saudita è più credibile rispetto ai suoi confratelli dell'Opec, e non c'è ragione di dubitare dell'accuratezza della sua ultima stima. Le cifre precedenti erano infatti considerate generalmente da aggiornare. Nel breve periodo, comunque, questo aumento delle riserve ha più a che fare con la politica medio orientale che con l'industria petrolifera. Nell'ultima riunione l'Opec ha infatti stabilito una formula per l'attribuzione delle quote che mira a portare avanti il cartello fino a quando non si potrà stabilire un metodo del tutto nuovo per la divisione della produzione. Fino a quel momento ogni richiesta di aumento della produzione sarà soddisfatta da un aumento proporzionale di quelle che gli Stati membri chiamano «quote provvisorie». Ma se la domanda di petrolio Opec continuerà a crescere, come ha fatto di recente, all'inizio degli Anni 90 alcuni dei produttori minori dell'Opec non riusciranno a soddisfarla. Altri potrebbero voler limitare le forniture per prolungare la vita dei loro giacimenti. La battaglia per conquistare quote di mercato rimane quindi aperta per i cinque grandi produttori del Golfo: Arabia Saudita, Kuwait, Iraq, Iran, Emirati Arabi e, In certa misura, per il Venezuela. Insieme queste sei nazioni detengono circa il 70% delle riserve mondiali di petrolio, ma solo il 32 per cento della produzione corrente. L'Iraq ha già dimostrato come un po' di aggressività e l'aumento delle riserve possano portare all'attribuzione di una quota maggiore. Questo dovrebbe destare le preoccupazioni dell'Arabia, che ha una popolazione minore e non ha la potenza militare dell'Iraq e che non è stata certamente contenta del fatto che tutti gli aumenti di quote decisi nell'ultimo incontro dell'Opec siano andati ad Iraq ed Iran. Per il resto del mondo l'aumento delle riserve saudite serve solo come awertimento:|nentre sulla Terra c'è abbondanza di petrolio, prima o poi il controllo sul mercato rttòftefàWmSntfl Paesi del Golfo. Può succedere tra cinque, dieci, o più anni; dipenda dalla velocità con cui crescerà il consumo di petrolio e dal tempo in cui i Paesi non aderenti all'Opec potranno mantenere la loro produzione. Ma i produttori esterni all'Opec, stanno sfruttando le riserve ad un ritmo insostenibile. Steven Butler

Persone citate: Arabia, Steven Butler