Argo 16, accuse al Mossad di Giuliano Marchesini

Argo 16, accuse al Mossad Verso la conclusione delFistruttoria sull'aereo precipitato nel '73 Argo 16, accuse al Mossad Si va delineando l'imputazione di strage per gli «007» di Israele - Il velivolo militare era stato utilizzato pochi giorni prima per trasportare in Libia cinque terroristi palestinesi - Incriminazioni per falso aggravato e favoreggiamento a membri del controspionaggio italiano DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — «Ho trovato qualche porta chiusa, ma i motivi per andare avanti ci sono». Anche se il governo ha opposto 11 segreto di Stato ed è sparito un fascicolo dagli archivi dèi servizi di sicurezza, il giudice istruttore veneziano Carlo Mastelloni non perde la speranza di sciogliere i misteri di "Argo 16», l'aereo militare precipitato 15 anni fa su Marghera. Operazioni di agenti segreti e presunte manovre di copertura sono gli elementi sui quali il magistrato continua a lavorare, nell'ipotesi che quel velivolo sia caduto per un intervento del «Mossad» israeliano a scopo di ritorsione: poco prima, 'Argo 16» aveva trasportato in Libia cinque terroristi palestinesi, bloccati vicino a Fiumicino mentre preparavano un attentato contro un aereo della compagnia di bandiera di Israele. Quei guerriglieri rimasero in carcere qualche giorno, poi furono fatti salire su 'Argo 16», che fece rotta verso il territorio libico, n 23 novembre '73 lo stesso velivolo che era servito per quel trasferimento volava sopra Marghera: un incendio a bordo, lo schianto tra gli stabilimenti della zona industriale, la .morte dei quattro membri dell'equipaggio. - Dall'ipotesi dell'incidente a quel)a del sabotaggio. Ma quanto tempo in mezzo e quanta fatica per il giudice Istruttore di Venezia, che ora si trova davanti a quelle «por¬ te chiuse». Comunque, qualcuno che ha avuto in qualche modo a che fare con la vicenda di 'Argo 16» deve vivere momenti inquieti Si parla con insistenza di comunicazioni giudiziarie in preparazione: provvedimenti che dovrebbero essere firmati da Mastelloni nei prossimi giorni. Dunque, certe somme il magistrato le ha potute tirare. Si sa tra l'altro che in una delle fasi più delicate dell'inchiesta ha disposto perquisizioni nelle case di tre alti ufficiali che facevano parte dei nostri servizi segreti. Operazioni che avrebbero consentito di sequestrare documenti di un certo interesse, anche se non direttamente collegabili alla tragedia di Marghera. Si tratterebbe di appunti, di ritagli di giornali. E sarebbero state trovate persino carte nelle quali si farebbe riferimento al tentato 'golpe Borghese». Con gli elementi che è riuscito a mettere insieme, il giudice istruttore veneziano cerca di inquadrare finalmente il dramma di 'Argo 16». E in questo momento la sua attenzione è rivolta in particolare a quelli che secondo lui potrebbero essere i mandanti di un attentato al velivolo. Per ora la copertina del fascicolo tra le mani di Mastelloni reca la scritta «a carico di ignoti». Ma ci sarebbero indizi nel confronti del responsabile del Mossad a Roma e del capo dei servizi segreti Israeliani che erano in carica nel '73: per gli 007 di Israele l'accusa potrebbe essere quella di strage, mentre per alcuni ex appartenenti al nostro controspionaggio si profilano incriminazioni per falso aggravato e favoreggiamento. Da un lato l'ipotesi di un micidiale sabotaggio, dall'altro un presunto depistaggio, dato che si decise di risolvere il caso parlando di incidente. Una vicenda che per una parte, in cui sono compresi i perché, le motivazioni che avrebbero indotto al silenzio i responsabili dei nostri «servizi», resta ancora in ombra anche per il giudice istruttore. E qui s'inserisce la sparizione di quel fascicolo dagli archivi dei servizi segreti italiani. Mastelloni aveva emesso un'ordinanza di «esibizione» dei documenti riguardanti «Argo 16», rivolta al direttore del Sismi, Fulvio Martini, e notificata dai carabinieri: alcune testimonianze, rilevava il magistrato, confermavano l'esistenza di un carteggio che s'era formato dopo la caduta dell'aereo. Una settimana più tardi, gli si è risposto che negli archivi del controspionaggio militare non figurava alcun carteggio. «Può anche darsi — osserva Mastelloni — che quando si prende una decisione delicata l'informativa sparisca. Ma un'operazione del genere dovrebbe avere l'avallo politico, o comunque essere riferita per via gerarchica». Sulla soglia del Sismi, dunque, il giudice istruttore di Venezia è rimasto a mani vuote. Poi c'è il segreto di Stato opposto dal presidente del Consiglio su «circostanze ritenute relative all'indagine». Ma Mastelloni continua in questo «braccio di ferro», per arrivare alla verità. E non si deve dimenticare che su quell'aereo persero la vita quattro uomini: il colonnello Borreo, il tenente colonnello Grande, i marescialli Schiavone e Bernardini. Giuliano Marchesini

Persone citate: Bernardini, Carlo Mastelloni, Fulvio Martini, Grande, Mastelloni, Schiavone

Luoghi citati: Israele, Libia, Roma, Venezia