Meno tasse a chi tiene i nonni in casa

Meno tasse a chi tiene i nonni in casa Un piano dal ministero della Sanità per evitare il «parcheggio» in ospedale o in ospizio Meno tasse a chi tiene i nonni in casa Previsti sgravi fiscali, contributi economici, affitti più bassi o mutui per l'acquisto di un appartamento • Gli anziani bisognosi di cure sono 2,5 milioni - «La famiglia è insostituibile» - Garantite prestazioni mediche domiciliari ROMA — C'è un piano del ministero della Sanità per ribaltare la vecchia filosofìa che vuole gli anziani ricoverati in ospedale o all'ospizio anziché assistiti fra le mura domestiche. Non appena verrà approvato, non solo chi ha il nonno in casa potrà usufruire di nuovi sgravi fiscali, ma otterrà contributi economici, affitti più bassi o mutui agevolati per l'acquisto dell'appartamento, la possibilità di lavorare soltanto mezza giornata. Sono sette milioni e mezzo gli italiani che hanno superato i 65 anni d'età, quasi il 14 per cento della popolazione. Cinque anni fa erano meno dell'I 1%, nel Duemila supereranno 11 17%, sfiorando il tetto dei 10 milioni. Un esercito in continua crescita, quello degli «ultrasessanta, cinquenni», che si affianca a quello più ridotto di coloro che hanno compiuto i 75 anni: due milioni e 750.000 oggi (il 4,8% degli, italiani), 3 milioni e 375.000 nel 2000, il 6,6% della popolazione. Un italiano su sei, secondo queste cifre, è considerato «anziano», non necessariamente bisognoso di cure e assistenza ma comunque «a rìschio». Oltre il trenta.per cento degli ultrasessantacinquenni infatti, viene classificato nel linguaggio della burocrazia amministrativa «non autosufficiente», solo «papalmente autosufficiente» o abbisognevole di servizi so^o-sanitari». A questa fascia di popolazione il ministero della Sanità ha dedicato un intero capitolo del Piano sanitario nazionale per il triennio 19891991. n documento è all'esame del Consiglio sanitario nazionale, e dovrà poi passare il vaglio del Consilio dei ministri e del Parlamento. Il primo dei cinque progetti-obiettivo contenuti nel Piano si intitola «Tutela della salute degli anziani», ed è li che sono contenutele proposte per favorire chi sceglie di tenere in casa il nonno o la vecchia madie. La parola d'ordine è una sola: gli anziani stanno meglio frale mura domestiche, e bisogna evitare il ricovero quando non è assolutamente indispensabile. 'La famiglia — è scritto nell'introduzione —, costituisce un punto di riferimento di primaria importanza e di insostituibile rilievo per affrontare in modo adeguato e civile le problematiche della condizione anziana». L'innovazione maggiore contenuta nel Piano si chiama Adi (Assistenza domiciliare integrata). E' un servizio che prevede la cura a domicilio degli anziani «non autosufficienti», attraverso una serie di prestazioni mediche e assistenziali quasi avveniristiche. Secondo il piano, ogni famiglia che ha in casa un anziano può rivolgersi ad una «sede di appoggio» per ottenere l'assistenza del medico generico, infermieri, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali, medici specialistici. psicologi, podologi ed altro personale per esigenze particolari. Gli standard previsti per questo rivoluzionario tipo di cure sono una visita generica a settimana, 140 ore di assistenza domiciliare (aiuto domestico, pulizie personali, ecc.), 00 di assistenza riabilitativa e otto consulenze dallo psicolgo o altri specialisti ogni anno. n Piano della Sanità prevede anche costi e tempi di sperimentazione per il progetto Adi: 1585 miliardi da spendere in tre anni per assistere a casa 20.000 anziani nel 1989, 60.000 nel 1990 e 140.000 nel 1991. Per sollecitare le famiglie ad utilizzare l'assistenza domiciliare integrata, il ministero della Sanità ha previsto una serie di facilitazioni a favore di chi sceglie questo servizio, disegnato sulla carta e ancora tutto da costruire. Insieme al ministero dei Lavori pubblici e agli Istituti autonomi delle case popolari, ad esempio, verranno progettati nuovi alloggi in funzione delle esigenze delle famiglie che tengono in casa un anziano. Si potranno anche otte- ' nere •affitti a prezzo conveniente o agevolazioni per l'acquisto dell 'abitazione». E ancora, chi deve assistere un anziano «non autosufficiente» potrà usufruire del lavoro part-time o di permessi lavorativi e periodi di aspettativa quando questo servirà ad evitare il ricovero in ospedale. Per gli anziani «autosufficienti» invece, è previsto un impiego parziale presso datori di lavoro pubblici e privati. Alle famiglie che scelgono l'Adi verranno inoltre corrisposti contributi dagli enti locali per pagare direttamente il personale per l'assistenza a domicilio. Per chi accetta di tenere il nonno in casa saranno anche proposte particolari esenzioni fiscali e assegni familiari più consistenti gio. bia.

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