A Budapest scoppia la febbre da partito
A Budapest scoppia la febbre da partito A Budapest scoppia la febbre da partito Molti movimenti premono per farsi registrare - Le femministe vogliono Cicciolina come presidente NOSTRO SERVIZIO BUDAPEST — L'Ungheria volta pagina. Questa è l'impressione dominante all'indomani dell'approvazione da parte del Parlamento delle leggi sul diritto di associazione e di riunione in un Paese che, travagliato dalle difficoltà economiche, ha posto le fondamenta per lo Stato di diritto. -E' un passo significativo verso lo Stalo costituzionale', ha detto ai giornalisti il presentatore dei due progetti di legge, il ministro della Giustizia Kolcsar, anche se, ha aggiunto, «c'è ancora molta strada da fare'. Ne sono convinti anche i giornali che, a caratteri cubitali, hanno annunciato che il Parlamento 'ha codificato i diritti umani fondamentali'. Solo l'organo del partito, Nepszabadsag, è stato più prudente ed ha dedicato alla Conferenza di Parigi sulle armi chimiche l'onore dell'«apertura» in prima pagina. Che si sia trattato di un evento d'importanza «storica» lo sostengono anche quei movimenti alternativi che si apprestano a diventare partiti politici e a presentare 1 loro candidati alle legislative del '90. -Anche se il passo più importante, quello della presentazione entro agosto della legge-quadro sulla regola¬ mentazione del partiti, resta ancora da fare», ha dichiarato Miklos Vasarhelyi, TI anni, ex segretario di Imre Nagy e oggi nel direttivo di quei «liberi democratici» convinti che 'il socialismo può svilupparsi soltanto nella'democrazia e non contro di essa*. «Si potrebbe parlare quindi di un "temporeggiamento" da parte del governo —ha detto ancora Vasarhelyi —, anche se resta il fatto significativo che questi gruppi alternativi, sinora soltanto tollerati, adesso sono stati legittimati'. ■ Di una specie di «compromesso» parla Peter Toke, 44 anni, direttore del nuovo settimanale «democratico-indipendente», Reform (250 mila copie vendute in poche ore), pur sottolineando che adesso davvero l'Ungheria «si sta avvicinando alle democrazie occidentali». Un «compromesso», secondo Toke, tra il governo, che avrebbe voluto varare la legge sui partiti soltanto il prossimo anno, e le spinte provenienti da una quarantina di movimenti alternativi, molti dei quali avrebbero voluto recarsi già oggi stesso in tribunale per farsi registrare come partiti politici. Ma quante di queste organizzazioni sono davvero in grado di darsi una struttura partitica? Secondo Toke, non più di tre o quattro: 1 «liberi democratici», risorti dopo sessant'anni, i «giovani democratici», che vogliono svolgere un ruolo attivo nell'elaborazione della nuova Costituzione, il «Forum democratico», il movimento attualmente più numeroso (10 mila membri), anche se esso per il momento nega di voler diventare un partito, e i «piccoli agricoltori». Anche per 11 portavoce di questi ultimi, Karoly Ravasz, 67 anni, giornalista, corrispondente della rivista economica americana Me GrawHill, si è fatto «un importante passo in avanti sulla strada del parlamentarismo costituzionale» . Per quanto riguarda il «ritardo» sulla presentazione della legge-quadro, egli ha risposto: «Bisogna comprenderlo, perché anche il partito ufficiale, il Posu, deve prima fare grdine nelle proprie file». C'è da registrare infine che Zalatnai Sarolta, nota cantante pop quarantenne, è decisa a mettersi a capo delle femministe ed ha già invitato la sua connazionale Dona Staller — di cui ha scritto la biografia — ad assumerne la presidenza onoraria. Così anche l'Ungheria potrà avere la sua Cicciolina nazionale. Roberto Papi
Persone citate: Dona Staller, Imre Nagy, Karoly Ravasz, Miklos Vasarhelyi, Peter Toke, Roberto Papi, Vasarhelyi
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