In miseria l'Italia dell'Iva

In miseria l'Italia dell'Iva In miseria l'Italia dell'Iva Nell'86 oltre il 40% dei contribuenti ha denunciato incassi al lordo non superiori ai 18 milioni l'anno DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA—Dov'è nascosta la ricchezza dell'Italia, quinta o sestà potenza industriale ad economia di mercato? Per l'86 oltre il 40% fra tutti i contribuenti Iva hanno dichiarato di incassare (al lordo, si badi bene, non guadagnare al netto delle spese) non più di 18 milioni di lire all'anno. Ovvero, non più di un milione e mezzo al mese. Ovvero, meno di 60 mila lire per ogni giornata lavorativa. Questi dati, usciti ieri dall'Anagrafe tributaria, oltre a far sospettare un persistente .alto livello,.di evasione..non confortano "sul possibile gèttito del proposto condono n;scàlè.'Per;im^p'retarli, occorre j nMuraimente1 tenere ctìiitó che dentro le medie ci stanno tutti, anche quelli che pagano l'Iva su attività part-time, su secondi lavori, su occasionali parcelle o fatture. E' forse questo il motivo che dà il record degli incassi più magri alle «attività professionali». Nei settori dove questa componente saltuaria è meno importante, le cifre di incassi (giro d'affari) salgono, ma non abbastanza da eliminare i dubbi sul grado di fedeltà delle dichiarazioni. Per esempio, chi si dedica al commercio, in genere, lo fa come attività principale (o, in caso contrario, si guarda bene dal pagare Uva): bene, tra i commercianti al minuto, un quarto ha dichiarato nel 1987, per l'anno 1986, incassi inferiori ai 18 milioni. Un negoziante su quattro dichiara dunque di incassare non più di 60.0® lire per ogni giorno in cui alza la saracinesca. Un altro quarto dei commercianti al mirAito" dichiara giri d'affari compresi tra i 18 e i 50 milioni annui, vale a dire tra 60 e 160 mila lire al giorno. E' facile immaginare che, dopo averne detratte le spese (con sistema forfettario o analitico, a seconda delle scelte), restino redditi ben magri. La media generale del settore è invece 700.000 lire al giorno. I dati relativi al 1986 non sono molto diversi da quelli degli anni precedenti, sui quali il ministero delle Finanze ha fondato la sua previsione di un ampio gettito per il condono fiscale. Eppure, se il giro d'affari Iva dichiarato per il 1989 rimanesse stabile su questi livelli, i contribuenti interessati al condono (forfettari con incassi tra 36 e 300 milioni) non supererebbero di molto il milione dì unità. Per ottenere il gettito previsto dovrebbero chiedere Ha sanatori proprio tutti; nessuno escluso, e versando in media 11 50% in più del minimo consentito: ipòKsf piuttosto'imparo-' babile. Il ragionamento fatto dagli uffici governativi è diverso: si fonda sulla speranza che i nuovi coefficienti di riscontro per i lavoratori autonomi (da diramare entro marzo) incutano paura ai contribuenti.

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