«Atrazina deroga per 2 anni»

«Atrazina, deroga per 2 anni» TI vertice a Palazzo Chigi sui diserbanti usati in agricoltura «Atrazina, deroga per 2 anni» Un decreto del governo entro il 28 febbraio • Alla Gee saranno proposti piani di emergenza regionali che garantiranno l'acqua potabile alle popolazioni interessate, 2 milioni di persone - il Piemonte chiede 1700 miliardi Ruffolo favorevole a un divieto assoluto di pesticidi nelle zone più colpite - Polemiche per l'assenza di Mannino ROMA — Basta proroghe generalizzate del vecchio regime sulla potabilità delle acque che viola la direttiva Cee pur recepita dall'Italia da tre anni. Alla commissione comunitaria verranno chieste deroghe alla concentrazione massima di diserbanti nell'acqua da bere, ma limitate nel tempo e nello spazio: valide cioè zona per zona per un massimo di due anni e a fronte di precisi piani di emergenza regionali. Le popolazioni colpite, che la Sanità valuta intorno ai due milioni di persone, verranno comunque rifornite di acqua potabile. Vaghe e contraddittorie restano le proposte per rovesciare a lungo termine il fenomeno dell'inquinamento chimico in agricoltura. Sono queste in sintesi le prime conclusioni a cui si è arrivati al termine del vertice di ieri a palazzo Chigi, presenti i ministri della Sanità, Ambiente, Protezione Civile, Politiche Comunitarie, insieme ai rappresentanti delle sei regioni interessate: le quattro della Valpadana più Friuli e Marche. Unico assente il ministro dell'Agricoltura Mannino. Stretto sulla questione atrazina dalle polemiche fra ministri, dal palleggiarsi di responsabilità fra amministrazioni centrali e locali, dal¬ le associazioni ambientaliste e dai verdi che minacciano ricorsi al Tar e prossimi referendum abrogativi dei diserbanti, 11 governo Ìndica una strada. Entro il 28 febbraio, termine di scadenza dell'ultima ordinanza di Donat Cattili sulle concentrazioni massime di atrazina, molinate e bentazone nell'acqua verrà emanato un decreto che fisserà queste linee. Le stesse che saranno presentate alla Cee nell'incontro del prossimo 16 gennaio. "La disputa fra l'Italia e la Comunità riguarda il fatto che finora sono state fatte proroghe che rinviano genericamente l'applicazione delle norme mentre la Cee accetta solo delle deroghe, a fronte di piani con regolari finanziamenti', ha spiegato Donat Cattin al termine della riunione, «il livello massimo ammesso in ciascun Comune sarà stabilito progetto per progetto — ha continuato il ministro —. / singoli piani spetteranno alle regioni ma saranno valutati dalla Sanità e dall'Ambiente, sentito l'Istituto Superiore di Sanità». 'L'esame dei piani di risanamento presentati dalle regioni sarà completato nei prossimi dieci giorni» ha aggiunto il ministro Ruffolo, il quale ha anche precisato le risorse a cui si attingerà per l'emergenza: un tema che sta in cima alle preoccupazioni delle regioni. I fondi saranno ricavati da stanziamenti già esistenti presso Ambiente, Agricoltura, Lavori Pubblici e Protezione Civile. L'assessore all'ambiente del Piemonte Elettra Cernetti ha parlato di una necessità di 1700 miliardi, per risanare una regione definita sul piano idrico «un'emergenza totale». Risponde Ruffolo: 'Somme del genere serviranno per progetti di riconversione agricola. Per l'emergenza le necessità sono nell'ordine delle decine di miliardi o al massimo delle centinaia». A questi piani a lunga scadenza Ruffolo ha solo accennato. «Nello stesso tempo verrà varata un'azione di risanamento organico che investirà l'agricoltura», ha detto 11 ministro annunciando tuttavia di aver convenuto che 'Questa azione sarà coordinata nell'ambito della conferenza nazionale del Po». Quanto al divieto di uso, produzione, commercio di diserbanti sul quale i Verdi sbandierano un prossimo referendum, Ruffolo si è detto favorevole a un divieto assoluto «nelle zone più colpite» e prevede di modificare la legge Merli sulle acque per in¬ cludere anche gli scarichi dei produttori di erbicidi e concimi. Donat Cattin presenterà invece la proposta di sottoporre 1 diserbanti ai controlli Utlf, gli stessi che la guardia di finanza esegue sulla produzione, la circolazione e la trasformazione dei prodotti petroliferi. Secondo il ministro della Sanità «é assurdo proibire l'uso in una zona quando il prodotto viene venduto tutt'intorno». Eppure piani di conversione delle colture per usare meno chimica figuravano al secondo punto nel promemoria presentato dalle regioni ai ministri. L'assenza di Mannino era palpabile, anche se nel clima all'apparenza gioviale che animava i rappresentanti del governo non ha suscitato più di qualche battuta. Solo 11 presidente della regione emiliana Guerzoni uscendo in anticipo dal vertice non ha risparmiato critiche severe. «£' una riunione nata male — ha commmentato — basti dire che non c'era neppure il responsabile dell'Agricoltura. Discorsi precisi si sono fatti solo per gli acquedotti. Resta da vedere se la Cee accetterà delle deroghe a fronte di progetti che si limitano a gestire l'emergenza senza proposte costruttive». m. g. b.

Luoghi citati: Friuli, Italia, Marche, Piemonte, Roma