SuperCattolica in vista di Valeria Sacchi
SuperCattolica in vista li Banco Ambrosiano più vicino alle nozze con la banca del Veneto ! ——————— '" 111 " " SuperCattolica in vista Assenso di massima al progetto dalle Popolari venete - L'istituto lombardo dovrebbe trasformarsi in finanziaria di controllo - Una commissione studia i nodi fiscali - Verso un gruppo da 17.000 miliardi MILANO — 'Tante cose ci stanno scappando di mano, la Banca Cattolica del Veneto è un esempio. Per fortuna politici e imprenditori veneti si sono accorti di quale danno si potrebbe produrre se fosse incorporata nel Nuovo Banco Ambrosiano». Così si era espresso non più tardi di tre settimane or sono, Intervenendo a Padova ad un convegno su Veneto e 1993,11 vicepresidente del Consiglio, Gianni De Michelis. n giorno precedente, il presidente degli industriali veneti, Giancarlo Ferretto, aveva espresso la stessa opinione. E invece, nonostante le resistenze locali, sembra proprio che la ricerca di una soluzione organica per il Nuovo Banco Ambrosiano e la Banca Cattolica del Veneto (controllata dal Banco) vada avanti e abbia fatto passi concreti. Lo schema delineato non segue però il principio della fusione tra i due istituti, ma quello dì un assetto che vedrà l'Ambrosiano trasformato in finanziaria capofila, previo scorporo delle attività bancarie che confluirebbero quindi nella controllata Cattolica. L'organigramma ricalcherebbe, insomma, l'antica struttura, con il Nuovo Banco nel ruolo che era stato della Centrale. Questo progetto ha il merito di arrivare allo stesso risultato di una fusione, e all'integrazione delle attività dei due grappi secondo modalità che non suscitano l'opposizione degli interessi veneti i quali, nella fusione diretta, vedevano una minaccia alla autonomia di un istituto che rappresenta indubbiamente uno dei centri più importanti della regione, nella quale è radicato. E difatti, nei giorni scorsi, le Popolari Venete (che, insieme, possiedono il 17% del capitale del Nuovo Banco e fanno parte del patto sindacale con Gemina, Popolare di Milano, Crediop e San Paolo di Brescia) si sono espresr-v a favore dell'operazione Ambrosiano-Cattolica, così come viene proposta dai recente progetto. Esso, infatti, fa salva la centralità della Cattolica del Veneto, che rimane il braccio bancario operativo, per di più rafforzato con l'apporto delle attività dell'Ambrosiano. Il disegno è comunque ancora oggetto di studio, soprattutto sotto il profilo fiscale, e una commissione è stata nominata per valutarne i risvolti fiscali. Ma sembra che l'incidenza delle tasse relative allo scorporo non sarebbe proibitiva, né tale da sconsigliare un'operazione i cui obbiettivi strategici sono senz'altro validi. Sommando insieme la po¬ tenza di fuoco dei due Istituti, ne esce un gruppo forte di 330 sportelli, con mezzi amministrati che, ai dati 1987, superano 1 17 mila miliardi (di cui 12 mila da clientela) e lo pongono In graduatoria tra le prime venti banche Italiane. A una razionalizzazione e ad una integrazione tra 1 due istituti, 1 vertici del Nuovo Banco Ambrosiano pensano da tempo. Più volte la possibilità era stata ventilata, più volte era stata accantonata. L'opposizione maggiore veniva proprio dagli interessi veneti, che non si rassegnavano alla scomparsa di una loro banca, ed erano convinti che la fusione avrebbe significato fagocitazione da parte dell'istituto lombardo. Si temeva inoltre l'impatto negativo che una slmile operazione avrebbe potuto avere sulla clientela, tradizionalmente legata alla Cattolica proprio per la sua matrice locale. Intanto, però, partivano iniziative in comune e addirittura alla fine del 1987 l'amministratore delegato della Cattolica, Gino Trombi, assumeva in Ambrosiano la direzione generale, dopo il passaggio di Pier Domenico Gallo alla Banca Nazionale del Lavoro. Abbandonata l'ipotesi fusione, i vertici hanno messo a punto il nuovo schema, che dovrebbe entrare ora nella fase operativa. Il 1993 non è lontano e, anche in questa prospettiva, le dimensioni dell'Ambrosiano e della Cattolica vengono giudicate non adeguate. Senza contare che, con la liberalizzazione, la Cattolica si troverà in prima fila a dover sostenere la concorrenza delle agguerrite banche tedesche. Valeria Sacchi Il presidente Giovanni Bazoli
Persone citate: Giancarlo Ferretto, Gianni De Michelis, Gino Trombi, Giovanni Bazoli, Pier Domenico Gallo
Luoghi citati: Brescia, Cattolica, Crediop, Milano, Padova, San Paolo, Veneto
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