Tokyo: ecce perchè finanzieremo gli Usa

Tokyo: ecce perchè finanzieremo gli Usa Tomomitsu Oba, eminenza grigia del Giappone, spiega la ricetta per Washington Tokyo: ecce perchè finanzieremo gli Usa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO — n fantasma del deficit Usa aleggia sul Giappone. Ne parliamo con Tomomitsu Oba, una autorità nella finanza internazionale, consigliere istituzionale, non per carica politica, del ministro delle Finanze. In qualità di tecnico affiancato come vice a Takeshita, allora ministro delle Finanze nel governo Nakasone, Oba è stato l'artefice dell'accordo del Plaza nel settembre 1985, da cui usci l'intesa dei Cinque per l'avvio della discesa del dollaro e il rialzo dello yen. — Signor Oba, il gran parlare in Giappone del deficit Usa sembra molto di più di una discussione fra economisti. Non è una intromissione in un problema interno americano? -Si potrebbe rispondere che un terzo di questo deficit è sostenuto da noi. Ma non è questo che conta. Per il ruolo che hanno gli Stati Uniti, il pro¬ blema riguarda l'intero mondo libero. Il Giappone vi è interessato in primo luogo per la sua sicurezza, affidata all'ombrello Usa. La questione è in termini semplici e terribili: l'America è la più grande potenza militare ma è anche il più grande Paese debitore al mondo: — Che cosa prevede? 'Presumo che il nuovo segretario di Stato, il mio vecchio amico Baker, sarà tentato di rivedere gli impegtA degli Stati Uniti all'estero. Un dilemma, perché la situazione politica internazionale non lo permette, ed essi stessi non possono farlo. Ma un Paese oberato di debiti come gli Stati Uniti non potrà a lungo rispettare quegli impegni. Essi possono essere sostenuti solo da potere economico, cioè denaro, che gli Stati Uniti non hanno. La scelta obbligata è la riduzione del deficit.. i — Fate ipotesi? *Non vogliamo insegnare nulla a nessuno, ma abbiamo fatto tre scenari su modelli econometrici». — Che cosa dicono? •Il primo si basa su una riduzione del deficit di bilancio di 36 miliardi all'anno a partire dal 1990. Ciò comporta per il 1991 sviluppo zero dell'economia Usa, che nel 1992 risale però a 2,7; riduzione considerevole nel deficit corrente, a 40 miliardi nel "92; rafforzamento del dollaro sullo yen e altre monete. Il secondo, su una riduzione di 15 miliardi. Con esso, lo sviluppo declina sotto il 2 per cento; risalendo a 2,75 nel 1992. Ma rimane alto il deficit corrente, circa 80 miliardi nel 1992. Il dollaro resterà debole, ma anche se slabile perderà comunque oltre il 3% rispetto allo yen per i differenziali d'inflazian&L'aumento dei prezzi aiconsumo sarà da noi delti per cento, negli Stati Uniti del 4,5-. — n terzo? -E' quello secondo cui gli Usa nonfaranno nulla per diminuire il deficit. Allora il 1992 sarà terribile. Si avrà un forte declino della potenza americana, con il crollo di Wall Street: — Anche il Giappone è in una situazione unica nella storia. Grande potenza economica, e scarsa influenza politica Che ruolo avrà in questi scenari, magari nel terzo? •Non potrà mai sostituirsi agli Stati Uniti, in nessuno dei loro impegni, neanche nella regione. In buona parte i giapponesi non vogliono una crescita militare, non lo vogliono i nostri vicini, non lo vuole la stessa America. Non ci resterà che continuare ad alimentare la SDÌ che abbiamo con Washington: . — Che cosa intende? -Coi nostri risparmi, Saving, abbiamo finanziato e continueremo a finanziare il Deficit Usa, dovuto soprattutto agli armamenti, alla Difesa, per la Sicurezza. Da parte giapponese, quindi, Saving e Security. Da parte Usa, Defi- ' clt e Sicurezza. Ciò ha portato a uno stadio che supera la cooperazione economica tra noi, ma è diventato Integrazione e Interdipendenza. Una SDÌ, appunto: —Al cui interno aleggia tuttavia il rapporto di forza dato dalla potenza del denaro: gli Stati Uniti come vigilantes pagati dal Giappone? -Non dico questo, e perciò parlo di integrazione. Ma anche con la SDÌ economica con noi, l'America non può ' mantenere a lungo la sua po- ' ' ' tema restando il più grande ''' debitore. Essa deve ridurre il suo deficit per il bene di tutti, in primo luogo di se stessa-. ' Fernando Mezzett i

Persone citate: Baker, Nakasone, Takeshita, Tomomitsu Oba, Washington Tokyo