«Troppi compiti», si uccide a dodici anni

«Troppi compiti», si uccide a dodici anni «Troppi compiti», si uccide a dodici anni Nell'ultimo giorno delle vacanze natalizie un ragazzo di Turbigo (Milano) si getta da una finestra di casa - Gli amici: «Diceva spesso di volere morire» MILANO — Si è buttato dalla finestra a 12 anni: le vacanze di Natale stavano per concludersi e Alessio Pappagallo temeva di non finire in tempo i compiti. Non che il suo rendimento alla seconda media B fosse particolarmente scadente o i genitori specialmente rìgidi; però 'Certo il ragazzo potrebbe fare meglio», avevano detto in dicembre i professori alla madre. Francesco Carbone, il preside, lo ricorda "Spigliato, sorridente, molto corretto». Ma i compagni riferiscono improvvisi ripiegamenti di malinconia su quel carattere all'apparenza aperto, e quella frase "lo mi ucciderò», detta qualche volta, cosi, all'improvviso, seguita da una risata. E' successo domenica 8 gennaio, alle 17,30, al quinto piano, l'ultimo, di un caseggiato popolare a Turbigo. Settemila abitanti, provincia di Milano. Una famiglia normale, come tante: madre casalinga, padre rappresentante, qualche traversia economica, tre figli (Mattia e Valentina hanno rispettivamente4 e 5 anni). Ci sono versioni diverse. Una cita: "Tutti erano in casa, un qualsiasi pomeriggio domenicale. Alessio era preoccupato per i compiti, prima di Natale aveva già detto alla madre: "Quelli della scuola vogliono rovinarmi le vacanze". Domenica stava studiando, era l'ultimo giorno prima della ripresa delle lezioni. Si è alzato, è andato in bagno, ha detto alla donna: "Quando torno devi aiutarmi a finire un compito". E'passato qualche minuto. Il padre, preoccupato, e entrato nel locale. In quel momen¬ to Alessio stava scavalcando la finestra». Un secondo racconto invece cosi ricostruisce: «Il ragazzo stava giocando; la madre — memore dell'invito a seguirlo di più, rivoltole il mese scorso dagli insegnanti — gli ha chiesto di mostrarle i compiti. Alessio le ha consegnato i quaderni, si è recato in bagno, lei si è preoccupala per il prolungarsi della permanenza, è entrata. Poi ha telefonato al marito, che in quel momento era al bar». "Compiti normali, come tutti gli anni», spiega il preside, «ci sono 285 ragazzi, nell'istituto; nessuno ha mai lamentato un'eccessiva severità». Ieri mattina, il preside ha chiesto ai carabinieri di sequestrare il banco di Alessio. Un suo compagno ha detto di avervi letto una scritta, incisa: «Addio, me ne vado'. o. r.

Persone citate: Alessio Pappagallo, Francesco Carbone

Luoghi citati: Milano, Turbigo