Atrazina, Roma chiede proroga alla Cee

Atrazina, Roma chiede proroga alla Cee Atrazina, Roma chiede proroga alla Cee L'orientamento dovrebbe essere confermato oggi in un vertice a Palazzo Chigi • Convocati i presidenti di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna e Marche ROMA — Vertice sull'acqua potabile questa mattina alle undici a palazzo Chigi, con i ministri della Sanità, Ambiente, Agricoltura, Interni e Politiche Comunitarie, presenti i rappresentanti delle sei regioni chiamate in causa per l'inquinamento da atrazina e altre sostanze chimiche. Vale a dire Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna e Marche, i cui presidenti di giunta sono stati convocati dal ministro per gli affari regionali Maccanico. L'incontro, che segue quello del 27 dicembre scorso, dovrà mettere a punto una strategìa comune fra regioni e governo, chiamato a rispondere il 16 gennaio prossimo davanti alla commisssione Cee che ha minacciato di sottoporre l'Italia a "procedimenti di infrazione» per i non aver recepito la direttiva* sui limiti di concentrazioni di elementi chimici nelle acque potabili. L'intento del governo italiano, secondo fonti autorevoli del ministero degli Affari regionali, è quello di chiedere una nuova proroga alla deroga dai limiti comunitari, questa volta ben più consistente dei due mesi proposti nell'ordinanza di Donat-Cattin. Ma nello stesso tempo l'Italia vuole presentarsi all'Europa con una serie di piani articolati e credibili, per dimostrare che si sta facendo il possibile nel tentativo di adeguarsi al tetto stabilito dalla Comunità. Ecco le iniziative che dovranno essere applicate per raggiungere l'obiettivo migliore: "Interventi di emergenza come la riduzione del tasso di inquinamento attraverso diluenti o potablilizzatori chimici e meccanici o la riiertadiitvQveJoTme di apri prmlgionameiitò; e azioni di lungo periodo come la riduzione dell'uso dei diserbanti attraverso le varie forme di lotta integrata già prevista dal ministero dell'Agricoltura ma solo in minima parte realizzata». Una riunione tecnica preliminare ha fatto ieri il punto della situazione. Ma di togliere dal mercato i diserbanti, come aveva minacciato di fare il ministro della Sanità, non si è parlato. "Si potrebbe fare ma sarebbe fuori posto sia perché senza vere innovazioni di metodo verrebbero usate armi chimiche magari anche più nocive di quelle attuali; sia perché una abolizione indiscriminata metterebbe gli agricoltori italiani fuori gioco rispetto a quelli stranieri», dice uno degli esperti che ha partecipato alla riunione dei tecnici. —L'importante adesso, è mettere à p'untò'una strate¬ gia valida da presentare alla comunità europea dove tuttavia l'Italia non è la sola ad essere messa sotto accusa. Donat-Cattin nei giorni scorsi aveva lamentato la scarsa sensibilità dimostrata dallo Stato, ma soprattutto dagli enti regionali e locali ai quali spetta disporre 1 piani di intervento. Alle accuse del ministro della Sanità avevano risposto le regioni secondo le quali "mancano da parte del governo gli indirizzi in base ai quali predisporre i piani». L'incontro di oggi dovrebbe porre fine a questa ridda di polemiche, mettendo nero su bianco la lista delle cose da fare. E stabilendo le sovvenzioni economiche alle regioni per le opere di bonifica e gli incentivi ad una riconversione dell'agricoltura in una chiave . meno inquinante. , j m. g. b.

Persone citate: Donat-cattin, Maccanico