Massacri tra Amal e Hezbollah

Massacri tra Amal e Hezbollah Massacri tra Amal e Hezbollah Almeno 80 morti nella battaglia nel Sud Libano - Esecuzioni e prigionieri decapitati - Il fratello di Rafsanjani a Beirut per fare da mediatore BEIRUT—n fratello di Hashemi Rafsanjani, Mahmoud, è giunto ieri pomeriggio a Beirut, mentre nel Libano meridionale centinaia di miliziani dei due movimenti sciiti, il filoIraniano Hezbollah e il filo-siriano Amai, continuavano a darsi battaglia. Ieri sera non era ancora definitivo il bilancio delle vittime della giornata di scontri (si parla di 80 vittime e 300 feriti), che ha avuto ancora per teatro l'Iqlim el-Tuffah (regione della mela), ove ieri è avvenuto uno spietato massacro. I giornali hanno riferito di esecuzioni sommarie e di persone decapitate a Kfar Melki e in altri villaggi sulle colline a Est del porto di Sidone. Mahmoud Rafsanjani, fratello e braccio destro del leader del Parlamento iraniano, è venuto a Beirut per tentare di convincere i due «movimenti fratelli» a cessare 1 combattimenti. Teheran che appoggia Hezbollah, ha un'«alleanza strategica» con Damasco, che sostiene Amai. Ieri si è combattuto con l'artiglieria e molto vicino all'area controllata nel Libano meridionale dagli israeliani. I filo-iraniani hanno bombardato da Luwaise, poco a Nord della città di Marjayoun, la regione che a Occidente porta fino a Sidone. Amai, che ha impiegato anche i carri armati T-54, ha, però, fatto sapere con un comunicato di aver ormai completamente recuperato il terreno perduto all'alba di domenica. Secondo alcuni giornalisti giunti nella zona però Amai avrebbbe ripreso solo tre dei cinque villaggi contesi e scontri violentissimi sono in corso negli altri due. Il comando della milizia filosiriana ha confermato che un migliaio di uomini appoggiati da mezzi corazzati sono impegnati in combattimento. La popolazione ha passato la notte nei campi nella speranza di sfuggire al tiro delle granate e dei lanciarazzi. Le due parti si combattono quotidianamente da ormai nove giorni tanto nella capitale quanto nel Sud. Domenica mattina Hezbollah, che aveva ricevuto rinforzi dalla valle della Bekaa e armi dai fondamentalisti sunniti di Sidone, ha attaccato all'improvviso sulla strada che da Kfar Hadda. vicino alla strategica collina di Magdushe, porta a Sud-Ovest. A Kfar Melki cinque miliziani di Amai sono stati sopraffatti e giustiziati al loro posto di blocco. Nello stesso villaggio, sono stati uccisi uno dei maggiori dirigenti militari di Amai nel Sud, Abu Ali Hammoud, e suo fratello, Ahmed, sorpresi nel sonno nella loro abitazione. Solo dopo molte ore Amai è riuscito a organizzarsi e, con aiuti nel frattempo giunti da Beirut, a sferrare un contrattacco. I quotidiani di ieri hanno parlato di combattimenti anche all'arma bianca e dall'ospedale di Sidone si è appreso che non poche vittime sono state decapitate. Secondo fonti dello stesso ospedale e della polizia, domenica si sono contati 53 morti e parecchie decine di feriti, ma la radio di Beirut ha parlato dì «ottanta morti» tra domenica mattina e l'alba di ieri. Benché Hezbollah sostenga di mantenere le sue posizioni a Est di Sidone, tutto sembra invece indicare che i filo-iraniani si siano ritirati e arroccati nella loro base di Luwaise dopo il contrattacco di Amai. Le due parti hanno avuto ieri scontri, ma isolati, anche nella periferia Sud di Beirut. Amai e Hezbollah sono stati a lungo alleati, ma nel febbraio dello scorso anno la milìzia filosiriana ha fatto «sloggiare» dal Sud i flloiraniani. Da allora Hezbollah non ha dato requie all'altro movimento sciita e ai fondamentalisti è stata anche attribuita l'uccisione, avvenuta In un agguato lo scorso novembre, di Daoud Daoud e Mahmoud Fakhi, che erano i due maggiori capi militari di Amai nel Sud.

Persone citate: Ali Hammoud, Daoud Daoud, Hadda, Hashemi Rafsanjani, Mahmoud Fakhi, Mahmoud Rafsanjani, Melki, Rafsanjani