II mujaheddin rompono con Mosca

II mujaheddin rompono con Mosca Fallita la missione Vorontsov: «guerra santa» fino al ritiro sovietico da Kabul II mujaheddin rompono con Mosca «Il Cremlino minaccia di fornire nuove armi sofisticate ai collaborazionisti se non accetteremo il pc nel futuro governo» - Contrasti anche sui prigionieri e gli orfani afghani in Urss NOSTRO SERVIZIO MOSCA — Nuovo punto di stallo nella trattativa tra i ribelli afghani e i mediatori sovietici per una soluzione politica sul futuro di Kabul. n capo dell'alleanza fra i sette partiti mujaheddin, con base ad Islamabad, Sibghatullah Mojaddedi, ha dichiarato ieri che questi ultimi non parteciperanno più a nessun negoziato e contìr •'<;ranno la guerra santa fino al ritiro totale di Mosca. ; A tre giorni dall'ultimo incontro tra l'emissario sovietico Yuli Vorontsov e il capo della resistenza musulmana, tutto sembra di nuovo tomaie al punto di partenza, proprio quando sembrava che invece si fosse riusciti a trovare un margine di manovra. La frenetica attività mediatrice di Vorontsov, che nell'arco di un mese ha Incontrato tutti i possibili interlocutori per la formazione di un nuovo governo dopo il ritiro sovietico, si arresta di fronte ad un ultimo irrigidimento Idei ribelli, apparentemente .fermi sulle loro posizioni. ; I mujaheddin si erano detti, venerdì scòrso, pronti a .continuare 11 dialogo, ma hanno cambiato opinione subito dopo rincontro con Vorontsov: questi avrebbe comunicato loro che Mosca continuerà a sostenere l'attuale regime di Kabul se il governò di coalizione non includerà anche un rappresentante del partito comunista afghano ora al potere. 'Vorontsov è il responsabile deiIla rottura del negoziato—ha ; detto ad Islamabad Mojaddedi —: non ha avanzato pro\poste ragionevoli e accettabili. Di fatte l'Urta non vuole mettere fine alla sua ingerenza perché ha minacciato di fornire nuove, sofisticate armi al regime di Kabul se non verranno accettate le sue condizioni-, A poco più di un mese dal ritiro definitivo delle truppe sovietiche, le ultime battute nel dialogo tra Vorontsov e i ribelli assumono le sembianze di una partita in cui si gioca il massimo della posta. Vorontsov, tempo addietro, aveva dichiarato che se 1 soldati sovietici fossero stati attaccati dai mujaheddin sulla via del ritorno, avrebbero fatto dietro front e ripreso le loro posizioni. Ieri Mojaddedi, pur ribadendo la non adesione dei ribelli al cessate il fuoco unilaterale indetto da NajibuUah dal primo gennaio, ha garantito che in caso di ritiro incondizionato i ribelli non attacheranno i convogli delle truppe in marcia verso le frontiere dell'Urss. Mosca cerca di garantire un minimo di continuità al regime comunista; i ribelli rispondono invece che soltanto i «buoni musulmani» potranno far parte della «silura» (l'assemblea tradizionale incaricata di designare il nuovo governo e il capo dello Stato) tagliando fuori l'attuale presidente Najibullah e i membri del partito di governo. La resistenza afghana chiede inoltre il rilascio dei 30-40 mila mujaheddin prigionieri nei campi siberiani e la restituzione di circa 20 mila bambini afghani che si trovano in varie regioni dell'Urss, ma Vorontsov avrebbe risposto che il suo paese ospita soltanto alcune centinaia di orfani. Paola Delle Fratte

Persone citate: Najibullah, Sibghatullah Mojaddedi, Vorontsov, Yuli Vorontsov