Forti rincari, sciopero a Budapest
Forti rincari, sciopero a Budapest Alla vigilia della riunione del Parlamento per la «riforma politica» Forti rincari, sciopero a Budapest Aumentano i prezzi dei generi di prima necessità - Ma costeranno di più anche i medicinali, le auto, i trasporti - Protestano i sindacati: ieri c'è stata una fermata di «avvertimento» BUDAPEST — Un drastico aumento dei prezzi di beni di consumo e servizi è stato annunciato dal Consiglio dei ministri ungherese. Secondo un comunicato ufficiale, il livello dei prezzi al consumo crescerà in Ungheria circa del 15 per cento nel 1989, mentre per i primi mesi dell'anno l'aumento raggiungerà il 20-22 per cento. Da ieri crescono in media del 16-17 per cento i prezzi dei generi alimentari, con punte sino al 30 per cento per la carne, mentre l'aumento per il latte e i suoi derivati sarà del 40 per cento. Cresceranno dell'82 per cento i prezzi dei medicinali e del 25 per cento quelli delle autovetture. Le tariffe dei trasriorti pubblici aumenteranno a Budapest addirittura del 90 per cento e nelle altre città del 55 per cento. Aumenti anche per le tariffe postali, telefoni e abbonamenti televisivi. Dal 1° marzo si avrà un aumento dell'acqua potabile e dei concimi chimici tra il 220 e il 290 per cento. Questa raffica di aumenti ha già provocato dure proteste da parte dei sindacati, proprio alla vigilia della riapertura dei lavori parlamentari, in programma per oggi, nel corso dei quali dovrà essere discussa la nuova legge sul diritto di assemblea e di associazione. (Ieri sei raggruppamenti di opposizione hanno presentato in tv il loro programma). Oltre diecimila lavoratori hanno effettuato ieri uno sciopero «di avvertimento» di dieci minuti per protestare contro l'entrata in vigore del nuovo massiccio aumento dei prezzi. L'azione, che è stata appoggiata dai sindacati, si è svolta nella contea di Szabolcs-Szatmar, nella regione orientale del Paese. I lavoratori hanno cominciato il loro turno con dieci minuti di ritardo, obbedendo così alle loro organizzazioni sindacali le quali hanno espresso «indignazione» per questa raffica di aumenti che colpisce non solo i beni di consumo ma anche i servìzi essenziali, come i trasporti pubblici. «Le tensioni sociali provocate dai ripetuti aumenti dei prezzi — affermano i sindacati in una nota riportata dall'agenzia Mti — rendono inevitabile per il governo intraprendere passi concreti per l'elaborazione e l'attuazione di una riforma dei salari e della politica sociale». I sindacati chiedono anche che il diritto di sciopero — la cui nuova legge è in preparazione — comprenda anche il diritto all'astensione dal lavoro per protesta contro gli aumenti dei prezzi. Essi sostengono anche che il diritto di sciopero non dovrà essere ristretto a determinate aziende ma esteso a tutte le industrie in ogni regione del Paese. Lo sciopero «di avvertimento» di ieri, secondo fonti non ufficiali, sembra destinato a tramutarsi, nei prossimi giorni, in aperte dimostrazioni di protesta contro la politica governativa in materia di prezzi e di salari. (Ansa)
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