Sfiorata un'altra Lockerbie di Mario Ciriello
Sfiorata un'altra Lockerbie Prima di cadere il jet della British Midland ha evitato di poco un villaggio ■ | Sfiorata un'altra Lockerbie ""■ ■ — "■|™"" — «—«■ i— M.i.i.i ■—— )■ j Il bilancio dei morti è salito a 44 - Gli esperti: «Due motori rotti è un guasto quasi impossibile» - Sull'aereo c'erano 26 militari diretti in Ulster ; «Non escludiamo il sabotaggio» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA—Un nuovo disastro aereo, un nuovo torrente di tormentose domande. Quarantaquattro persone sono morte nel Boeing 737 della British Midland precipitato domenica sera nel Leicestershire, «un miracolo» dicono gli esperti: poteva essere un altro massacro dopo quello di Lockerbie. 126, tra passeggeri ed equipaggio, viaggiavano sul jet, schiantatosi su un'autostrada, a pochi metri da un villaggio. Ma è una misera consolazione. Le possibili cause della sciagura accendono ansie profonde. H ministro dei Trasporti Paul Channon avverte che -non si può escludere un sabotaggio". E se sabotaggio non fu, occorre allora scoprire perché entrambi i motori cessarono di funzionare. Si parla di sabotaggio perché sul Boeing, in volo da Londra a Belfast, vi erano, almeno pare, 26 militari britannici, e quattro, forse più, sono morti. Il ministro Channon e altri esperti ricordano pertanto che -qualcuno", un terrorista o un simpatizzante dell'Ira, avrebbe potuto infliggere un danno invisibile ma vitale ai motori, mentre il jet era a Heathrow, l'aeroporto di Londra E' soltanto una teoria, debolissima, il ministro per l'Ulster Tom King ha già detto •non vi sono prove". Ora come ora, preoccupa maggiormente la possibilità di un doppio guasto meccanico. Si riaccende un vecchio dibattito. In che misura ci si può fidare dei bimotori? Secondo William Tench, ex direttore dell'Air Accidents Investigation Brandi, la possibilità di un'avarìa in ambedue i motori è remotissima, una su dieci milioni. Un altro esperto, un pilota con lunghissima esperienza, parla, addirittura di una su cento milioni. Ma un'altra voce, quella del capitano John Ounthrip, presidente del comitato tecnico della Ouild of Air Pilots, avverte: «Se è vero che entrambi i motori del 737 hanno ceduto, siamo dinanzi a un problema che tutte le autorità aeronautiche, in ogni Paese, dovranno studiare attentamente. Vaste possono essere le conseguenze per tutti i voli con bimotori, in particolare quelli attraverso l'Atlantico e il Pacifico: Quanti bimotori sono rimasti senza mezzi di propulsione? Sette in dieci anni, pare. n Boeing, nuovissimo, della serie 737-400, in servizio da sole dodici settimane, aveva lasciato Londra poco prima delle 20 di domenica, ora locale. (La presenza a bordo di un bambino, con meno di un anno, quindi con biglietto gratuito, impedì per molte ore, dopo la tragedia, di stabilire il numero esatto delle persone sul jet, 125 o 126?). Venti minuti dopo il decollo, quando il Boeing aveva già raggiunto la quota di crociera, il comandante Kevin Hunt lancia il suo primo allarme. Un motore, quello sul fianco sinistro, è in flamine. Poi: 'Forse sono riuscito a spegnere l'incendio. Ma devo atterrare". E discende verso l'East Midlands Airport, a sud di Derby e Nottingham. Kevin Hunt si avvale con abilità dell'unico motore, porta con dolcezza il velivolo ver¬ so la pista. Ma d'improvviso grida: «Il motore vibra, c'è qualcosa che non va». Evita, con sforzo supremo, il villaggio di Kegworth, salvandolo da un massacro alla Lockerbie, ma piomba sull'autostrada, a pochi metri dall'aeroporto. Il Boeing rimbalza sulla carrozzabile e si sfascia, in tre parti, contro il terrapieno. Per quasi venti ore, fino a ieri pomerìggio, i soccorritori hanno estratto dal relitto morti e vivi. Operazione difficilissima, il cozzo aveva trasformato la fusoliera in una trappola impenetrabile. Quarantaquattro erano dunque ieri sera le vittime. I feriti, in ospedale, sono adesso 81 e, di essi, dieci versano in -condizioni critiche». Una persona soltanto è già tornata a casa. E' salvo l'intero equipaggio, otto tra uomini e donne, ma Kevin Hunt, 43 anni, ha subito lesioni crudeli, è grave. Molti i timori sullo stato del bambino di pochi mesi. Una donna ha narrato dal suo letto, in clinica: «Il pilota ci disse di prepararci a un atterraggio di emergenza. Pensai "questa è la fine". Avevo in mente le immagini di Lockerbie. Non osai guardar fuori. Un gran scossone, poi persi i sensi". La scatola nera, subito recuperata, agevolerà la ricostruzione della tragedia. E' già nei laboratori dell'Air Accidents Investigation Branch, lo stesso centro che, insieme con gli scienziati del ministero della Difesa, ha scoperto tracce di esplosivo nei resti dell'aereo americano distrutto nei cielo di Lockerbie. Mario Ciriello
Persone citate: Branch, Channon, John Ounthrip, Kevin Hunt, Paul Channon, Tom King, William Tench
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