Depero tumultuoso futurista di Angelo Dragone

Depero tumultuoso futurista a rovereto 37 capolavori di un grande sperimentatore Depero tumultuoso futurista DAL NOSTRO INVIATO ROVERETO—Non è vasta la mostra che Rovereto ha dedicato a Fortunato Depero (Fondo, Val di Non 1892 - Rovereto 1960) ma con soli trentasette dipinti — davvero «scelti» tra una produzione che tra studi, disegni e acquerelli, tarsie, mobili e collages, si calcola superi i cinquemila titoli — ha il merito di dare una precisa idea dell'orginaiitàje delle qualità, spesso altissime, dell'artista. Un pittore che, firmato nel 1915, con Giacomo Balla, il Manifesto della ricostruzione futurista dell'Universo, fu poi tra 1 più creativi esponenti del secondo Futurismo. IT solo nome basta spesso a evocare una miriade di Immagini spigolose nelle quali i manichini metafisici di de Chirico sembrano coniugarsi con la macchina, idolo dell'intero movimento marinettiano, ma bisogna dire subito che Depero fu soprattutto uomo d'idee vive, sperimentatore felice e «grande» in particolare nel campo delle arti applicate. Con i soli precedenti dell'esposizione torinese del '09 (curata da Luigi Lambertinl per la Galleria Martano) e di quella di Bassano (dovuta, l'anno seguente, a Bruno Passamani) la rassegna rovere tana — favorita da importanti prestiti di gallerie pubbliche e di privati, potendo contare anche sul rimando diretto al Museo Fortunato Depero e alle) sue raccolte permanenti — costituisce dunque un'occasione da non perdere, pro¬ prio per la maniera in cui giunge a lumeggiare gli aspetti essenziali relativi non soltanto alla vicenda individuale dell'artista, ma che interessano la nostra civiltà visiva, soprattutto negli anni tra le due guerre con 1 dovuti debordi Sistemata nella provvisoria sede espositiva di corso Rosmini, la mostra (che rimarrà aperta fino al 22 gennaio) si snoda infatti secondo un impeccabile itinerario — cui giova anche l'allestimento di Paolo Baldessari, in linea con la più squisita tradizione architettonica locale — da un olio del 1916, Movimento d'uccello, alla più complessa composizione di Simultaneità metropolitana del '46. Un percorso che il catalogo (Eleeta) illustra molto bene fin doU'Album della vita e delle opere (curato da Marcello Fagiolo dell'Arco e da Gabriella Belli, schede di Nicoletta Boschiero) con vasti repertori e documenti circa, genesi di opere, critiche e sviluppi, per focalizzare poi via via la trattazione sul diversi momenti che hanno scandito la storia dell'artista, fin dalla sua formazione e dall'esordio. In termini autobiografici, Depero sintetizza: «Padre nato spazzacamino e vissuto gendarme e carceriere... Madre cuoca, tutfocchi e tutto cuore... Discepolo fui spedito in un collegio tedesco a Merano... Feci pochi anni di scuole medie reali (ora Istituto Tecnico) a Rovereto, mia citta adottiva. Disegnavo, dipingevo, modellavo, scolpivo con passione precoce e tumultuo- sa frenesia di autodidatta: Dopo il 1910, un passaggio da Torino (dove frequenta gli scultori Canonica e Bistolfl); nel 1913 un «super-ritratto» grande quattro volte 11 vero; poi le prime mostre rovere tane in cui s'annuncia un disegnatore vicino a Martini, per buscarsi nel 1914, quando espone alla locale Cassa di Risparmio, 11 duro giudizio d'un critico che nelle sue opere aveva visto un «cubismo mal riuscito; mentre per Depero erano «astrazioni plastiche» e «compenetrazioni*. Dell'anno dopo, s'è già ricordato, è la firma del manifesto della Ricostruzione futurista; viene poi un breve periodo di influssi metafisici seguito dalle sue ricerche più originali: dal Teatro magico al Dinamismi astratti degli An ni 30 e oltre, n tutto approfondito nel catalogo monografico da una Intera serie di illuminanti saggi volti ad affrontare per dirla con Maurizio Scudieri (che ne tratta sotto il profilo metodologico), V'ampio spettro delle proposizioni deperiane». Enrico Crispolti vi scrive cosi di Depero astrattista futurista romano, mentre Rossana Bossaglia si sofferma su Gli oggetti, arte decorativa e art déco; Gabriella Belli ne indaga le Fonti del racconto popolare; e ancora Bruno Passamani inteviene su Depero e la teatralità; Giorgio Mascherpa su R film e il «montaggio» delle arti; e la Boschiero su Depero, il corpo, la scrittura. Ma vi si ricorre anche a più d'una pagina autobiografica con brani altamente suggestivi, che giungono davvero a spiegare l'operato del pittore, come in quello che accompagnandosi all'ultima opera esposta, da novello ulisside della pittura, Depero quasi apostrofa 1 compagni d'arte: «Cari pittori, dove sono i nostri diritti di stilizzare e di esperimere il nostro mutevole estro? In arte non si è mai esagerato abbastanza; il coraggio non ha limiti; i colori e le forme non si sono mai bastantemente accesi ed esaliati. Vi sono ricchezze ancora inesplorate e la natura stessa insegna, quotidianamente, illimitata fantasia; offre fonte inesauribile di ispirazione trascendentale e fantastica». Angelo Dragone Fortunato Depero: «Treno partorito dal Sole» (1924, parti

Luoghi citati: Merano, Rovereto, Torino