Fisco, trappola per De Mita di Stefano Lepri

Fisco, trappola per De Mita Solo una settimana per scongiurare lo sciopero generale Fisco, trappola per De Mita Il presidente del Consiglio attende un segnale da Craxi - Sul condono fiscale per gli autonomi dissensi nel governo e tra i partiti della maggioranza - Si riaffaccia un'ipotesi: tassare i guadagni in Borsa ROMA — Preso a strattoni in direzioni opposte, attraversato da manovre dei partiti e dentro i partiti, il governo ha ali In circa una settimana per evitare lo sciopero generale sul fisco proclamato da Cgil, Cisl e UH. Ma per ora Ciriaco De Mita non si muove, fiducioso nelle sue buone ragioni. Non convoca i sindacati, né riunisce i ministri economici; attende invece che si faccia vivo Bettino Craxi. Potrebbe trattarsi di una telefonata o, meglio, di un incontro a quattr'occhi L'idea del presidente del Consiglio è che, prima di un eventuale confronto con i sindacati, occorra chiarire le questioni politiche. Dopo mesi di rapporti abbastanza buoni, i due leader della maggioranza tornano a scrutarsi con sospetto, ognuno dubbioso sul significato delle mosse dell'altro. Craxi si domanda se De Mita, preoccupato dal congresso de, non preferisca una crisi di governo subito. De Mita si chiede quanto Craxi sia dietro all'offensiva sindacale, e fino a che punto voglia spingersi La partita sul fisco e sullo sciopero generale, e in realtà sulla sorte del governo, si gioca ancora a carte coperte. O meglio, alcune carte sono scoperte ma non si capisce se siano davvero le più importanti, o quali di esse lo siano: se il condono, la restituzione del drenaggio fiscale a partire dal '00, l'effetto degli aumenti Iva sulla scala mobile. E in quale misura i socialisti rinnegano la politica fiscale del governo, appena decisa all'unanimità? Craxi, rientrato a Roma nel pomeriggio di ieri, ha cominciato subito a muoversi: si è incontrato con il vicepresidente del Consiglio De Mlchelis, capo della delegazione psi al governo; ha telefonato al ministro del Tesoro Amato. C'è stata inoltre una cena tra ministri socialisti e leader sindacali con tessera psi. In tutti i casi, si è parlato del condono fiscale: quel condono che 1 sindacati respingono ma del quale 1 ministri del psi, salvo Formica, sono stati sostenito¬ ri convintissimi. Il partito di Craxi si trova di fronte a un dilemma. Il condono, bersaglio preferito della battaglia di questi giorni, oltre che inviso al sindacati è sgradito al pri, bollato con parole di fuoco dall'ex ministro Visentin!; in Parlamento sarà preso di mira dal pei e da tutta l'opposizione di sinistra. Ma De Michells ha continuato a difenderne le ragioni politiche e di merito. Amato ha ripetuto che a quel gettito tributario non si può rinunciare. In ogni caso rinnegare quel che si è appena approvato non è facile. D'altra parte, una via d'uscita ci sarebbe, per venire incontro al sindacati senza met¬ tere in difficoltà il Tesoro. Questa è l'idea che al psi viene proposta dai suol uomini nel sindacato: si potrebbe dare l'avvio, rinunciando al condono, a quella grande riforma fiscale di «allargamento della base imponibile» cara a Cgil, Cisl e Ull e sollecitata, sia pure in forme diverse, da forze distanti come il pel e la Confindustria. In concreto, come primi passi, si potrebbero sottoporre a tassazione i capital gains (guadagni di capitale sulle azioni di Borsa); si cercherebbe di allargare il gettito delle imposte sulla casa. Si prenderebbe l'impegno a riordinare la tassazione di tutti i redditi finanziari. Del resto, in queste dilezioni lo stesso Amato ha annunciato di voler intervenire nel corso dell' 89 ; sui capital gains il ministro delle Finanze democristiano, Colombo, ha accelerato i lavori della commissione di studio. Una riforma fiscale più ambiziosa potrebbe fornire le risorse per venire incontro ad altre richieste Cgii-Cisl-uil: in aggiunta al confermato impegno a ridurre automaticamente il drenaggio fiscale dal 1090, uno sgravio sui contributi sociali, ben visto pure dagli imprenditori. Non solo: partita per evitare il condono, una simile Iniziativa potrebbe alla fine legittimarlo. In questa ipotesi i sindacati lascerebbero cadere il no al condono. Che il condono sia per Cgil, Cisl e Uil un falso obiettivo lo insinuano 1 repubblicani Sembrava facile prevedere una convergenza, visto che pure al pri il condono non piace. No, invece, afferma la Voce repubblicana, esortando De Mita a negare anche il recupero del drenaggio fiscale: non è il condono la ragione dello sciopero generale, «né in ogni caso si può accettare che ragioni giuste servano a mascherare motivazioni sbagliate». I liberali, cercando di inserirsi nel gioco, chiedono che a decidere sia un incontro tra i cinque segretari dei partiti di maggioranza: per ora nessuno raccoglie l'invito. Stefano Lepri

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