Il dicembre nero dello sci

Il dicembre nero dello sci La scarsità della neve mette in crisi quasi tutte le stazioni alpine Il dicembre nero dello sci A Natale aperti solo il venti per cento degli impianti - Gli operatori piemontesi oggi vogliono chiedere lo stato di calamità Al libro nero dello sci si è aggiunta un'altra pagina. La prima parte dell'inverno si chiude con un bilancio pesante quasi ovunque, drammatico in molte località. Una scarsità di neve raramente vista (soltanto la stagione '80-81 è stata più «a secco») ha avuto maligni alleati in temperature primaverili e nel vento caldo. Su quasi tremila funivie, seggiovie e skilifts italiani al servizio di oltre 3500 chilometri di piste, nelle vacanze natalizie ne erano agibili non più del venti per cento, n danno è enorme per le società di impianti e per i maestri di sci, più accettabile per gli albergatori e gli altri esercizi commerciali in quanto solo una modesta percentuale di prenotazioni è stata disdetta. Sarà difficile per tutti affrontare il prossimo inverno, ma le località più piccole, dove i bilanci sono già sempre risicati e che finora non hanno visto un solo sciatore, rischiano una paralisi irrimediabile. Oggi a Cuneo gli operatori turistici e commerciali della provincia decìderanno di chiedere lo stato di calamità naturale: la fondatezza legislativa è dubbia (i finanziamenti sono previsti dalla legge per i danni da troppa pioggia o troppa neve, non da troppo poca) e non c'è da attendersi un aiuto così corposo da modificare la situazione, ma la richiesta è più che legittima. Su tante valli solitamente bianchissime quest'anno ha lavorato praticamente soltanto Limone. -Se guardiamo il puro conto economico — dice Mauro Asnaghi, direttore degli impianti della più grande stazione delle Alpi del Sud — il bilancio è tragico, visto che abbiamo incassato il 40 per cento dell'anno scorso. Ma siamo riusciti comunque a tenere sempre aperto quasi- tutto il com'pvensorio e la'neutra immagine ne guadagnerà: i turisti, ■IlVh'i »" .. numerosi, ma poco desiderosi di sciare in queste condizioni, ritorneranno in momenti più felici'. •Schiacciato» fra Val d'Aosta e Francia (entrambe con legislazioni generose verso lo sci) il Piemonte è a un bivio importante: un inverno simile rischia di mettere in forse molti posti di lavoro (almeno 4000 nell'Alta Val di Susa) e si fa sempre più urgente la necessità di uno strumento legislativo straordinario da parte dello Stato (esenzione Iva, fiscalizzazione degli oneri sociali) e di un vero «pianoneve» .regionale per tirare avanti: altrimenti le stazioni più piccole chiuderanno definitivamente e non è detto che anche azionisti più benestanti abbiano ancora voglia di investire. 'Su 70 impianti ne abbia¬ mo 18 aperti. E' un dato che si commenta da solo — dice Renato Opezzi, direttore generale della società Sestrieres — e che testimonia le difficoltà che ha incontrato la rinata Via Lattea. Certo, a Sestriere si è sempre sciato grazie all'innevamento programmato (e il freddo degli ultimi giorni ci ha permesso di migliorare molto le piste), ma Sauze d'Oulx, Sansicario e i Monti della Luna hanno potuto offrire ben poco-. Ha fatto miracoli anche Bardonecchia con qualche pista aperta in alto a Melezet e allo Jafferau sulla poca neve naturale e un buon afflusso sulle piste servite dai cannoni a Pian del Sole. Se i 2500 cannoni che funzionano sull'arco alpino si sono rivelati ovunque l'ancora di salvezza, c'è anche chi del¬ l'innevamento artificiale finora ha fatto a meno, e ha segnato i migliori risultati. L'affollamento di Cervinia in queste vacanze natalizie è stato qualcosa di travolgente e il Breuil è sicuramente l'unica località che ha aumentato passaggi e incassi rispetto all'anno scorso. E' vero che adesso in paese dal versante del Theodulo non si scende più (si arriva solo dal Ventina), ma da 2500 a 3500 metri la neve non è merce rara come altrove: la nuova telecabina e la seggiovia triposto fino al Colle di Cime Bianche hanno drasticamento tagliato le «code» e aperto un «domarne skiable» prima un po' negletto. Bello il collegamento con Zermatt pur se la neve, che scarsegggia anche in Svizzera, consente solo di arrivare a Purgg, ma da Plateau Rosa sono comunque mille metri di dislivello. 'Vedendo come si era iniziato dicembre — dice Edgardo Arboletti, direttore delle Funivie Val Veny—pensavamo che questo fosse un Natale-no per Courmayeur. Invece il pubblico non è mancato e con una media di cinquemila sciatori al giorno sul comprensorio abbiamo raggiunto quasi gli incassi dell'anno scorso. Oli ultimi giorni di freddo ci hanno consentito di 'sparare» moltissimo: ora si scia molto bene su tutto il versante dello Chécrouit e si arriva anche alla Zerotta, infondo alla Val Veny. Certo che senza cannoni...... Il comprensorio del Monterosaski ha lavorato al 60 per cento rispetto al Natale '87: attualmente è aperta circa la metà delle piste, ma oltre i 2200 metri, sul Sarezza, sul Gabiet, alla Bettaforca e naturalmente ad Alagna, si scia piuttosto bene. Le altre regioni non sì discostano molto dalle Alpi Occidentali: a Bormio funziona un terzo degli impianti e sotto i duemila metri non si riesce a scendere; all'Aprica, a Santa Caterina e in Valmalenco sci in tono ridotto mentre va un po' meglio Livigno e quasi tutti gli impiantì sono aperti a Monte Campione e al Tonale. L'Alto Adige è sugli stessi livelli della Lombardia: soltanto dall'inizio dell'anno il freddo ha permesso nuovamente di «sparare» ripristinando le piste di Val Gardena, Pian de Corones, Val Badia: il danno di un periodo cosi poco bianco è però qui meno grave perché l'afflusso turistico è frazionato nel corso di tutto l'inverno e le vacanze natalizie non costituiscono da sole un terzo di presenze e incassi come succede in altre valli. La clientela-tipo di Cortina, almeno in altissima stagione, non è particolarmente maniaca delle discese: certo che, se il bar del «Posta» e l'isola pedonale erano più affollate del solito, sulle poche piste disponìbili (Cinque Torri, Col Gallina, Pie Tofana) lo sci non era quello degli anni migliori. In Trentino sottotono anche Madonna di Campiglio con qualche tracciato del Grosté, dello Spinale e dei Cinque Laghi ben percorribili; solo qualche impianto aperto a San Martino di Castrozza mentre l'ar-a della Val di Fassa ha fatto fronte bene ai capricci del tempo. Ma, in attesa di precipitazioni sulle Alpi, un'alternativa c'è: prenotare subito a Roccaraso j ad Ovindoli. La neve che ha benedetto l'Abruzzo vale la pena ài essere apprezzata. *'' i . ; n Pigi Mattana ^«.e,.».^,, ^ —

Persone citate: Edgardo Arboletti, Mauro Asnaghi, Renato Opezzi