La geometria aiuta chi sta al volante

La geometria aiuta chi sta al volante Guida e sicurezza: come scegliere le traiettorie migliori per le curve La geometria aiuta chi sta al volante Chi non ha avvertito la sensazione di essere andato «oltre», nella propria vita a quattro ruote, scagli la prima - pietra. Andare «oltre» non significa, nella maggioranza dei casi, superare il «limite» meccanico e fisico della vettura a disposizione, un confine molto lontano per l'automobilista normale anche se non esistessero i famosi limiti di velocità imposti dal ministro Ferri. Eppure, anche al guidatore più prudente ed accorto può capitare di raggiungere 11 «suo» limite, di impegnare oltre misura le caratteristiche della propria vettura, di portare la soglia di pericolosità ad andature moderate per un errore di valutazione, di comportamento o per il convergere di circostanze sfavorevoli. Il «limite» perde in questo modo l'oggettività rigorosa data dai calcoli degli ingegneri per assumere un carattere di forte soggettività, legata alla messa a punto dell'automobile, alle condizioni stradali e, soprattutto, all'Incognita «uomo». Vediamo come alcune nozioni teoriche possano alutare a migliorare una manovra frequente eppure insidiosa, dove il fattore umano viene colto spesso impreparato. Ci riferiamo al come percorrere correttamente una curva. Per impegnare il meno possibile le doti di tenuta dell'automobile e quindi per una maggior sicurezza, un ruolo essenziale è rappresentato dalla fase di ingresso. E' infatti in tale fase che si decidono la traiettoria e la velocità più opportune in conseguenza dell'angolo del raggio della curva stessa. Due consigli preziosi vengono dall'esperienza di un pilota come Siegfried Stohr, che insegna guida veloce e sicura a Mlsano e di cui abbiamo già parlato in precedenza. Dice Stohr, un passato tra l'altro di corridore di Formula 1: «Per prima cosa sfruttare tutta la strada disponibile per raddrizzare la curva, quindi ricordarsi che è meglio porsi nelle condizioni di uscire veloci piuttosto che entrare forte ed uscire piano». «Raddrizzare la curva» significa allargarsi verso U centro della strada, naturalmente sempre rimanendo nella propria carreggiata, quindi «tagliare» la curva portandosi a tangere la parte interna In un punto detto «di corda» per poi riportarsi in uscita verso la mezzeria. Così facendo è come se si percorresse una curva di raggio maggiore, si sterza il minimo indispensabile e si esegue la traiettoria più rettilinea possibile, impegnando al minimo l'aderenza con ovvia diminuzione del rischio di sbandate. La velocità «giusta» per quel tipo di curva deve essere valutata con attenzione prima dell'inserimento. In tal modo è possibile frenare a ruote diritte se si arriva troppo veloci e poi percorrere la curva ad accelerazione costante. Il secondo consiglio di Stohr indica come vada privilegiata la fase di uscita dalla curva: è bene «ritardare» il punto di corda, cioè spostarlo in avanti rispetto al centro ipotetico della curva ritardando l'inserimento (vale a dire l'inizio della sterzata) della vettura nella curva stessa Questa tecnica, sfruttata in pista per uscire nelle migliori condizioni e poter accelerare «in pieno», è utile anche per una guida più sicura. Come si vede nel disegno, la vettura che ritarda 11 punto di corda si trova nella posizione più favorevole per compiere manovre d'emergenza o per rimediare ad un errore di valutazione del¬ la curva. In sostanza, si rende più rettilinea la traiettoria nella seconda parte della curva, proprio quella in cui dovendo accelerare è bene avere auto e ruote il più diritte possibile. Sulle strade si assiste spesso al fenomeno inverso, con guidatori che si «buttano» in anticipo verso l'interno della curva rischiando di invadere la carreggiata opposta. Precisa 11 nostro «insegnante» Siegfried Stohr: «Lo spostamento in avanti del punto di corda va accentuato nelle curve lente, al crescere della velocità, invece il punto di corda ideale si avvicina progressivamente a quello centrale delta curva fino a coincidere con esso». Anche nelle curve, percorse a milioni nella nostra simbiosi con l'automobile, possiamo allora trarre aiuto dalla tecnica dei piloti e dalla geometria, per una guida più fluida, veloce e soprattutto sicura. Traiettorie, teoria, pratica, destrezza e riflessi eccezionali non sono comunque da considerarsi una panacea. Il «limite» più importante è nel nostro senso di responsabilità. Roberto Piatti L'importanza di «raddrizzare» la curva e, sotto, una schematizzazione di come la scelia di un punto di corda ritardato consenta di «uscire» in condizioni di maggior sicurezza.

Persone citate: Roberto Piatti, Siegfried Stohr, Stohr