Per le banche 5 mila miliardi di utili

Per le banche 5 mila miliardi di utili Il sistema creditizio ha chiuso F88 con risultati che si avvicinano al record dell'86 Per le banche 5 mila miliardi di utili ROMA — Per il sistema bancario italiano il 1988 si è chiuso bene: secondo le prime stime dovrebbe aver fruttato utili per circa 5000 miliardi, con un incremento, rispetto all'87, del 16,5%. Il risultato di gestione dovrebbe essersi collocato intorno ai 15.000 miliardi, con un aumento del 15,2%, ritornando a livelli prossimi a quelli del 1986.1 dati sono contenuti in «Monitor economia», quadrimestrale di analisi e previsioni economiche. Secondo l'analisi il 1988 è stato caratterizzato da una concorrenza "tanto accesa sul fronte 'degli ^'impièghi, guanto spenta sul mercato della raccolta. Una scelta gestionale, che pressoché tutte le banche hanno condiviso, con poche eccezioni concentrale per lo più sul finire dell'anno. Il sistema ne ha tratto vantaggio nel suo complesso, riuscendo a conseguire nel 198S un forte attivo nella gestione pura del denaro". Quella dell'88 non è una scelta gestionale improvvisata. "Già nel 1986 il costo della raccolta in lire — rileva Monitor — era stato per la prima volta coperto quasi per intero dal reddito dei prestiti in lire. Nel 1987 la svolta, con 37.300 miliardi di interessi attivi e 34.100 miliardi di interessi passivi. E nel 1988 il saldo dovrebbe risultare ancora più positivo, visto che il costo dei depositi risulta di poco superiore a quello dell'anno precedente mentre il ricavo degli impieghi schizza molto oltre i 41 mila miliardi: un profitto lordo di quasi 7 mila miliardi ottenuto dalle aziende di credito da un lato puntando sull'espansione quantitativa dei prestiti, cresciuti nella componente in lire di oltre il 13% nella media 1988 (sia pi*, con un rendimento rimasto sostanzialmente stabile intorno al 13,6%, registrato l'anno precedente) e d'altro lato accettando una crescita relativamente contenuta della raccolta in lire, il 6,5% nella media dell'anno, ma con un risparmio di ben 3 decimi di punto rispetto al costo medio del I7<7oregistrato nell'87». Nel 1988, inoltre, risulterà fortemente ridimensionata «l'imposta occulta» rappresentata dall'obbligo di riserva obbligatoria, il cui rendimento, sottolinea «Monitor», grazie al trattamento preferenziale riservato alla quota che fronteggia i certificati di deposito, è salito nella media annua dal 5,67% dell'87 al 5,75% dell'88. In, sostanza, il divario tra.il costo medio della raccolta destinata a riserva e il rendimento mèdio di quest'ultima si è ridotto a meno di un punto percentuale, e il sacrificio si è ridotto a un migliaio di miliardi rispetto ai 3-4 mila degli anni scorsi. Anche il portafoglio titoli, che le aziende di credito hanno gonfiato in passato per rispettare il vincolo di portafoglio o per obbedire alla «mora! suasion» proveniente dal¬ la Banca d'Italia, «per la prima volta si è ridotto nel 1987, ridimensionandosi in termini di consistenze medie di quasi il 5%, senza nemmeno conseguenze di rilievo sul conto economico, visto che il rendimento medio è salito percentualmente di quasi altrettanto". Complessivamente, secondo l'analisi di «Monitor», il margine d'interesse dovrebbe risultare accresciuto da 30.400 miliardi nell'87 a 33.600 miliardi nell'88 e la relativa incidenza in percentuale sui fondi intermediati dovrebbe salire dal ' 3,33 al 3,43*:'.",u «*»• i'*-;' Non altrettanto positivo il contributo economico derivante dalla gestione titoli. Complessivamente, i ricavi da servizi tornano, in valori nominali, su livelli prossimi a quelli eccezionali del 1986. In percentuale nei fondi intermediati, si legge nello studio, si rimane invece ben al di sotto della media di questo decennio. Anche perché si è quasi prosciugato il flusso di commissioni provenienti dal classamento di quote dei fondi comuni. Preoccupante, secondo «Monitor», l'evoluzione dei costi operativi riguardanti il personale, saliti di oltre il 6% rispetto a un consuntivo 1987 gonfiato dai rinnovi contrattuali e dagli oneri per gli arretrati. Il costo del personale continua sempre a rappresentare, per la grande maggioranza delle aziende di credito, una quota compresa tra 1170 e il 75% denotale dei posti operativi. ;ì risultati deil'88 saranno aggetto di discussione al co* mitato esecutivo dell'Abi, convocato per mercoledì; sarà però il tema dei tassi a tenere banco anche perché, dopo l'ultimo comitato esecutivo molti istituti hanno ritoccato al rialzo i tassì attivi; altro argomento sul tavolo sarà la piena attuazione del codice di autoregolamentazione, entrato in vigore in dicembre. (Agi)

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