Il Tesero rifà i conti deficit oltre il tetto

Il Tesero rifà i conti deficit oltre il tetto Ora si parla di 123 mila miliardi a fine '88 Il Tesero rifà i conti deficit oltre il tetto Il «buco» sarà di 6000 miliardi in più dell'obiettivo ROMA — Il Tesoro ha fatto i conti: il bilancio del settore statale, secondo un'analisi di un consigliere del ministro Amato, potrebbe chiudere i conti del 1988 con un fabbisogno attestato attorno ai 123.500 miliardi di lire, quasi 6000 miliardi in più dell'obiettivo fissato nel settembre scorso. Il peggioramento del conti pubblici è però in larga misura attribuibile al cattivo andamento delle partite finanziarie che a fine '88 dovrebbero segnare un saldo negativo di 16.300 miliardi di lire, oltre diecimila in più del bilancio 1987. E' questa una delle indicazioni contenute in una nota messa a punto da Nicola Scalzini, consigliere del ministro del Tesoro Giuliano Amato, per i problemi della finanza pubblica. Scalzini osserva che «lo scostamento tra fabbisogno registrato a fine '88 e obiettivo è assai rilevante anche se alcuni indicatori mostrano qualche segnale positivo». Il saldo delle partite correnti (ossia la differenza tra incassi e pagamenti) dovrebbe segnare a fine '88 un valore negativo di 68.500 miliardi di lire, quasi 4000 miliardi di lire in meno rispetto al 1987. In termini di rapporto con il pil il saldo delle partite corrènti passerebbe dal 7,3 per cento del 1987 al 6,4 per cento del 1988. Questo miglioramento delle voci correnti, secondo i calcoli contenuti nella nota di Scalzini, sarebbe dovuto a una forte crescita della pressione fiscale (dal 33,5 per cento del 1987 al 34,6 del 1988). I pagamenti correnti manterrebbero una dinamica assai sostenuta ma in termini di rapporto con il pil l'aumento è meno veloce delle entrate: dal 45,2 al 46%. Il deterioramento delle partite finanziarie è in parte anche dovuto all'esaurirsi del flusso dì entrate in Tesoreria, che nel 1987 avevano garantito un saldo attivo di quasi 5000 miliardi. Nel 1988 la gestione di tesoreria passerebbe ad un passivo vicino ai 7000 miliardi e nel 1989 potrebbe addirittura segnare un valore negativo di 8000 miliardi.

Persone citate: Giuliano Amato, Nicola Scalzini

Luoghi citati: Roma