«De Mita vuole lo sciopero» di Emilio Pucci

«De Mita vuole lo sciopero» Cgil, Cisl e Uil: una provocazione le misure fiscali decise dal governo «De Mita vuole lo sciopero» I sindacati dicono «no» al condono per i lavoratori autonomi e alla sterilizzazione degli aumenti Iva sulla scala mobile - «L'unico regalo viene fatto agli evasori: uno-sconto di 150 mila miliardi in tre anni» - «Per il recupero del fisca! drag le promesse ormai non ci bastano più» - Domani si decide la data della protesta generale ROMA—A Ciriaco De Mita che dichiara intoccabile il condono e che progetta la«sterilizzazione» degli aumenti Iva sulla scala mobile, il sindacato risponderà con lo sciopero generale. Ormai è una sfida aperta: l'intervento del presidente del Consiglio su II Sole-24 Ore, in difesa della politica fiscale del governo, ha portato alla definitiva rottura con le organizzazioni dei lavoratori che parlano di 'incomunicabilità' e di -nuova grave provocazione-. Ormai, l'unica incertezza riguarda la data dello sciopero generale. Domani, alle 9,30 si riuniranno congiuntamente le segreterie dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil per fissare il giorno di lotta. L'area socialista del sindacato vorrebbe proclamare lo sciopero in febbraio, a ridosso del congresso democristiano e proprio con l'intento di mettere a maggior disagio De Mita. 1 sindacalisti comunisti e democristiani, invece, non vorrebbero andare oltre gennaio, anche per non far sbollire le ire dei contribuenti dopo le -sorprese» contenute nel decretone di fine anno. A loro giudizio, 11 giorno ideale della protesta dovrebbe essere venerdì 27 gennaio. Comunque, la mobilitazione per lo sciopero è massiccia e Cgil, Cisl e Uil si stanno muovendo per otte¬ nere l'adesione di calciatori, attori, uomini della cultura e dell'informazione, sul modello di quanto accaduto il 14 dicembre in Spagna. E intanto volano parole sferzanti contro De Mita e il suo governo. -Quando un presidente del Consiglio sente ti bisogno di scendere in campo in prima persona per giustificare le scelte compiute sul fisco —osserva Silvano Veronese, segretario confederale della Uil — vuol dire che è in evidente difficoltà. La sua "linea Maginot" è fragile e non ci convince. I provvedimenti governativi non sono altro che un insieme di aggiustamenti raffazzonati dai quali, per giunta, l'unico regalo vero è fatto agli evasori cui si abbonano in tre anni circa 150 mila miliardi, mentre si abdica ad una vera lotta contro l'evasione fiscale strutturale-. Con Ciriaco De Mita non si è teneri neppure in casa Cisl. n segretario confederale Rino Caviglioli parla addirittura di ■incomunicabilità- tra la sua confederazione e la presidenza del Consiglio. Dopo lo sciopero generale, aggiunge Caviglioli, i sindacati dovranno pretendere dal governo -l'apertura di sedi permamenti di confronto, di concertazione e di negoziato, laddove si giocano le diverse partite sulla questione fiscale e della ai- tre variabili che incidono sui livelli di reddito: E l'altro segretario confederale della Cisl, Luca Borgomeo, rileva che la sorpresa espressa dal presidente del Consiglio De Mita di fronte allo sciopero -è quasi offensiva e preoccupante, e fa facilmente pronosticare l'aggravarsi della rottura nei rapporti tra il governo e le organizzazioni sindacali.favorita anche dalle dichiarazioni a volle provocatorie del vicepresidente del Consiglio De Michelis e dei ministri Amato e Colombo-. Lucio De Carlini, segretario confederale della Cgil, giudica le precisazioni del presidente del Consiglio De Mita sulla manòvra economica «cosi scopertamente inaccettabili da far ritenere che si voglia provocare una più decisa e massiccia reazione sindacale: Le promesse sul fiscal drag non bastano più, perché è dal 1983 che annualmente i governi si impegnano per il recupero automatico del drenaggio fiscale, sempre a partire dall'anno successivo: -Oggi siamo al quinto annuncio di un impegno mai rispettato. Anzi, questa volta c'è persino una specie di candida improntitudine nel chiedere uno scambio fra la deindicizzazione della scala mobile subito e fiscal drag nel 1990, forse, e magari alla fine di quell'anno-. Una protesta nella protesta è quella dei pensionati che si vedono pesantemente beffati dal decretone di fine anno. E la Uil accusa il ministro delle Finanze Emilio Colombo di aver preparato alla categoria altre due sorprese negative. n titolare di due pensioni dovrà compilare il modello •740» per la denuncia dei redditi, mentre il titolare di due case, no. Inoltre, il rimborso dell'imposta Irpef sulle liquidazioni, che interessa gran parte dei pensionati, subirà un ulteriore grave ritardo, quando l'impegnò era quello di restituire i soldi entro la fine del 1987. Emilio Pucci Ciriaco De Mita

Luoghi citati: Roma, Spagna