A Torino sessanta spazzini pagati per non lavorare
A Torino sessanta spazzini pagati per non lavorare Assunti e dimenticati da quasi 2 mesi A Torino sessanta spazzini pagati per non lavorare TORINO — "Riceviamo un sussidio di 45 mila lire al giorno per non fare nulla. Arriviamo alle 6, in qualche modo ammazziamo il tempo fino alle 13 e torniamo a casa». Così, 60 disoccupati, uomini e donne, di cui 15 stranieri, assunti per un semestre dal Comune nel cantiere di lavoro dell'Azienda Municipale Raccolta Rifiuti per «interventi straordinari e di pubblica utilità», trascorrono le prime 7 settimane. Ma la prospettiva è che questo periodo di inattività forzata sia destinato a prolungarsi. Le donne sferruzzano, gli uomini leggono il giornale, parlano di politica e del tempo, 'proprio come in osteria». Ma la noia e l'esasperazione sono una brutta compagnia e talvolta sfociano in violenti litigi. Dopo quasi due mesi, le ore trascorrono lentamen¬ te. 'Io — spiega Howar Mohammed, 28 anni, curdo, studente di architettura — ne approfitto per studiare», il suo esempio è seguito da Ali Karini, 35 anni, iraniano, e da altri due ragazzi torinesi. Nei giorni scorsi, la goccia che fa traboccare il vaso. Raccontano i disoccupati: 'Con un lungo giro di parole, un funzionario del Comune ha parlato di situazione anomala, insostenibile. "Potrebbe anche saltare il pagamento di dicembre" ha concimo'. La vicenda dei 60 cantieristi «dimenticati» suscita imbarazzo sia all'Amrr che in Comune. Ognuno si trincera dietro le competenze. D'accordo, ma è proprio impossibile, dopo averli assunti, farli anche lavorare? (Servizio In Cronaca di Carlo Novara)
Persone citate: Howar Mohammed
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