«Volevano la bimba non il riscatto» di Pierangelo Sapegno
«Volevano la bimba, non il riscatto» Il magistrato che indaga sul sequestro di Orvieto: «E* un caso atipico» «Volevano la bimba, non il riscatto» La piccola Cecilia è stata probabilmente tenuta prigioniera in una roulotte - Un sacerdote: «Ho visto uno sconosciuto aggirarsi vicino alla villa» - Ma gli autori del rapimento erano almeno due DAL NOSTRO INVIATO ORVIETO (Terni) — «Posso solo dire che si tratta di un sequestro atipico'. Non un riscatto, allora, volevano i rapitori della piccola Cecilia, due anni e tre mesi, la frangetta e ; gii occhioni. Una vendetta? I Un avvertimento? Una vittima per le messe nere? La risposta di Franca Marinelli, sostituto procuratore, è sibillina: «Stiamo seguendo una nuova ipotesi. Qualcuno i che poteva essere interessato soltanto alla bambina». Nomadi? «No». Un maniaco? «No-. E chi, allora? Venti ore di mistero circon' dano la vita di Cecilia. Da lunedi, a mezzogiorno e mezzo, quando la piccola è sparita mentre giocava con la Barbie e il gatto nel giardino di casa fino alle 8,4U del mattino dopo, quando la guardia forestale Michele Faggiani l'ha indicata al maresciallo Graziano Lupattelli e all'ispettore Flavio Renzi: la piccola stava rannicchiata su uno spuntone ai margini del bosco. Venti ore per un sequestro. Il giorno dopo la liberazione, il caso di Cecilia comincia a ricordare un po' un altro rapimento avvenuto a Lucca cinque anni fa, quello della piccola Elena Luisi. Anche allora gli inquirenti definirono «atipico» il sequestro. Quella volta, però, i banditi chiedevano soldi. Adesso, commentano gli investigatori, «bisogna cercare i fini'. Non il denaro, ma che altro? A Porano, un pugno di case aggrappate al costone proprio di fronte alla rupe di Orvieto, la fantasia popolare ha già inventato strane storie: le messe nere, una vendetta trasversale di qualcuno magari vicino alla famiglia, un avvertimento della'mafia per gli appalti del nonno in Sicilia. Eppure, forse, è una di queste piste che stanno battendo gli inquirenti. Anche se, per ora, conferme ne arrivano poche. Scartata, ovviamente, l'ipotesi dello smarrimento. Non ha retto di fronte all'evidenza e alle testimonianze. La bimba quando è stata ritrovata era abbastanza calda, non poteva aver trascorso la notte all'addiaccio. Lei, Cecilia, s'è lamentata solo per 1 piedi infreddoliti, e nemmeno troppo. E il maresciallo Lupattelli, uno dei primi ad avvicinarla: «Non era fredda. Secondo me l'avevano portata lì da cin¬ que minuti'. Il primario di pediatria a Orvieto, Giancarlo Mancini: «Nessun segno di assideramento'. Dov'è stata la bimba in quelle venti ore? Ieri, i carabinieri hanno ispezionato un casolare lontano qualche centinaio di metri dalla villa dell'ingegner Corbo, il nonno di Cecilia. Ma pare che in realtà la piccola abbia trascorso la notte in un furgone o in una roulotte, segnalati con insistenza da qualche contadino della zona. Il magistrato non conferma: «Non posso rispondere, per i limiti del segreto istruttorio'. Come si rifiuta di rispondere sulla composizione del gruppo che ha realizzato cjuesto sequestro atipico. Anche in questo caso, invece, gli inquirenti hanno già in mano elpmenti interessanti. C'è la testimonianza del parroco di Porano, don Dante Cioccolo: «Lunedì mattina dovevo portare la Comunione a un ammalato che abita vicino alla villa dei Corbo. Ero in auto. Ho notato davanti a me un tipo che non conoscevo. Non era di queste parti. Alto, trenta anni circa, vestilo di nero. Forse una tu¬ ta. Camminava veloce». A effettuare il sequestro erano «almeno in due», ammette il magistrato. C'era quasi di sicuro una donna «e si tratta, in ogni caso, di una banda improvvisata, non di professionisti». Restano, però, ancora tante domande senza risposta. Perché, ad esempio, i banditi dopo aver preso la piccola non sono scappati verso l'autostrada che sta ad appena otto chilometri da Porano? E' stato davvero un sequestro fallito o i malviventi hanno ottenuto quello che volevano? - «E' un'indagine complessa', ripete Franca Marinelli. E ancora: «Aspettiamo i risultati di alcuni riscontri». Due o tre giorni, pare di capire. Poi, forse, il mistero di Cecilia potrà essere risolto. Ieri, il sostituto procuratore ha sentito a lungo il padre, Giacomo Colabattista. Due ore chiusi in ufficio. L'i, la piccola Cecilia, aspettava fuori, giocando con la mamma. Un maglioncino rosa, i calzoni scozzesi troppo grandi, la giaccavento, gli aeroplani di carta da lanciare. «Entriamo anche noi da papà?». Pierangelo Sapegno
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