De Michelis Bagnoli non è condannata di Eugenio Palmieri

De Michelis: Bagnoli non è condannata Oggi il Consiglio dei ministri discuterà il documento Cee che impone la chiusura De Michelis: Bagnoli non è condannata «La decisione sull'altoforno spetta alle autorità italiane» - Anche il de Cirino Pomicino crìtica la linea Fracanzani: «Per conservare solo il laminatoio, tanto vale chiudere tutto io stabilimento» - Ieri il responsabile delle Partecipazioni Statali è stato convocato da De Mita ROMA — E' sceso in campo direttamente De Mita per diradare nebbie e ambiguità che continuano ad avvolgere il «caso» Bagnoli. Ieri il presidente del Consiglio, preoccupato dalla piega assunta dalle proteste a Napoli, ha convocato nel suo studio il ministro delle Partecipazioni Statali, Fracanzani, duramente contestato dai sindacati e dalle sinistre. Siderurgia in primo piano: oggi se ne discute al Consiglio dei ministri visto che finora tra i più accaniti critici si sono schierati proprio i socialisti. La tesi ribadita da De Michelis, il socialista più rappresentativo nel governo, è la seguente: «£' una vittoria quella ottenuta dall'Italia a Bruxelles, ma è errata la formulazione che si dà alla decisione comunitaria». Insomma il vicepresidente del Consiglio, senza smentire Fracanzani ne corregge sostanzialmente il tiro, quando ribadisce che la Cee non si è mai occupata delle aree fusorie e che quindi sono 'il governo e l'Uva che devono decidere quali cmin le fonti di approvvigionamento più economiche-. In altre parole non è affatto scontata la chiusura di Bagnoli, lo stabi¬ limento più moderno d'Europa dove quattro anni fa sono stati investiti 1000 miliardi. De Michelis lo ha ripetuto in serata a Fracanzani. Un clima niente affatto tranquillo. Evidentemente De Mita ha puntato a smussare le polemiche politiche, esplose m questi giorni, e nello stesso tempo a trovare un punto di equilibrio per abbassare la temperatura sociale nell'area napoletana. Tanto che in una pausa della riunione di Palazzo Chigi è in programma un incontro con i leader sindacali e con il sindaco di Napoli, Lezzi (psi). La domanda cui rispondere rimane intatta anche dopo le spiegazioni fornite da Fracanzani negli interventi dei giorni scorsi: l'altoforno di Bagnoli, il suo «cuore», chiuderà il 30 giugno oppure a quella data si avrà una verifica delle condizioni produtti¬ ve, che consenta al nostro governo di mandare avanti quasi tutto l'impianto, così come originariamente previsto dal piano approvato dal Cipi e come ripetuto da De Michelis? Si tratta di un passaggio fondamentale sul quale, in passato e di recente, hanno giocato e continuano a giocare le dichiarazioni ambigue del ministri alimentando le illusioni e la protesta dei di¬ pendenti di Bagnoli La seconda interpretazione consentirebbe, se confermata ufficialmente da Palazzo Chigi, di salvare la faccia al governo nel confronti dei sindacati ma non della Cee, con la quale probabilmente si aprirebbe un nuovo contenzioso. n ministro della Funzione Pubblica, Paolo Cirino Pomicino, democristiano, conoscitore dei problemi napoletani, è convinto che Fracanzani ab- bla fatto un gran pasticcio. E porterà oggi una posizione completamente diversa, controcorrente, che ci ha anticipato: «Se si deve lasciare in piedi soltanto il laminatoio tanto vale avere il coraggio di chiudere tutto. Si avrebbe più occupazione con iniziative produttive alternative, lasciando la bellissima zona flegrea alle attività turistiche. Un modo serio per creare centinaia di posti di lavoro-. Sottolinea che voterà contro i prepensionamenti siderurgici: 'Gli addetti in esubero vanno ricollocati nelle aziende Iri senza gravare sul bilancio dello Stato. Si adotti la mobilità come stiamo facendo nel pubblico impiego». L'iri e l'Uva, la società nata sulle ceneri della Finsider, hanno rotto il silenzio confermando 'di riconoscersi pienamente nelle indicazióni contenute nel piano approvato dal governo». Ma 11 piano in quale versione, Cee o Cipi ? La nota di quindici righe non lo chiarisce a conferma che si tratta di un passaggio politicamente delicato per tutti: è la chiave della ri-: sposta che si attendono le forze politiche e sindacali na-, poletane. Eugenio Palmieri

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