«Ritiro da Kabul? Si vedrà»

«Ritiro da Kabul? Si vedrà» Vorontsoy rimette in dubbio il disimpegno entro il 15 febbraio «Ritiro da Kabul? Si vedrà» «Se non si combatterà sarà una condizione ottimale per andarsene» - Inviato di Khomeini da Gorbaciov - Un giornale israeliano: l'Iran ha chiesto a Mosca di favorire un governo sciita : MOSCA — Colloqui dell'ambasciatore sovietico a Kabul, Vorontsov con i dirigenti pachistani, il Paese che ospita i santuari dei ribelli afghani; un inviato di Khomeini, ispiratore dei gruppi più radicali tra i mujaheddin, al Cremlino: continua lo sformo della diplomazia sovietica r)er preparare un ritiro «morbido» del'Armata Rossa da Kabul. I n primo vice ministro degli Èsteri Vorontsov è arrivato ad Islamabad, per incontrare il ministro degli Esteri pachistano Yaqub Khan sulla questione afghana. , ! All'aeroporto ha detto ai giornalisti che, benché sia giunto con lo scopo di risolvere il problema afghano, il futuro di questo Paese riguarda il governo di Kabul e non l'Urss. Ma non ha dato per scontato che i sovietici si ritirino da Kabul entro il termine stabilito del 15 febbraio: «Se la tregua tiene, e se in Afghanistan non si combatterà, ciò costituirà una situazione ottimale per il ritiro». Quando un giornalista gli ha chiesto se l'Armata Rossa potrà restare in Afghanistan oltre il 15 febbraio ha risposto: «Vedremo, non lo sp». ; Vorontsov non ha accennato a colloqui diretti con rappresentanti dell'alleanza dei partiti della resistenza durante la visita ad Islamabad. il diplomatico sovietico, definendo «un grosso errore» le previsioni dei mujaheddin secondo cui il governo di Kabul sarebbe caduto una volta completato il ritiro delle truppe sovietiche, ha tenuto a precisare che. Mosca è comunque disposta a riconoscere un nuovo governo a larga base rappresentativa. «/ sovietici sono pronti a riconoscere uri governo a larga rappresentanza — ha detto —ciò significa che ci sarà un càmbio di governo, da quello attuale ad un altro. Forse è proprio ciò che Rabbonì (esponente di primo piano, dell'alleanza dei sette partiti islamici della resistenza afghana) ha in mente». Intanto si è conclusa la visita à Mosca dell'inviato personale di Khomeini, l'ayatollah Abdullah Javadi Amoli dopo un incontro con Gorbaciov, al quale ha consegnato, un messaggio del leader iraniano. Sui risultati dei colloqui c'è uno stretto riserbo: nel breve dispaccio della 7'ass si precisa solo che al colloquio tra Gorbaciov e l'ayatollah è stato presente Yakovliev, membro dell' ufficio politico e capo del dipartimento delle relazioni intemazionali del pcus. L'agenzia di stampa sovietica non rivela il contenuto del messaggio, ma l'incontro avviene dopo una serie di colloqui avvenuti all'inizio della settimana a Teheran con la partecipazione di diplomatici sovietici, iraniani e leaders della resistenza afghana sostenuta dagli Stati Uniti. Rivelazioni sulle trattative tra Mosca e Teheran arrivano da un giornale israeliano The Nation, che cita «un'alta fonte del governo di Teheran»: Khomeini avrebbe proposto a Gorbaciov «una stretta cooperazione» sia nella regione del Golfo sia in Afghanistan basata su un accordo che dovrebbe portare al potere a Kabul esponenti sciiti filo-iraniani. U giornale ricorda che le forze ribelli afghane sono composte da sette gruppi di musulmani sunniti Che hanno le loro basi in Pakistan e da otto gruppi di musulmani sciiti operanti in regioni occidentali del Paese, presso il confine iraniano. Con.il ritiro delle truppe sovietiche potrebbe avere inizio una sanguinosa lotta tra questi gruppi rivali. Khomeini avrebbe chiesto a Gorbaciov di aiutare gli sciiti ad assicurarsi il sopravvento. In cambio costoro daranno vita a un governo che collaborerà con l'Urss sul piano militare ed economico.