Anno nero per i Fondi di Francesco Cingano

Anno nero per i Fondi La raccolta nétta è stata negativa (è la prima volta) per 12.954 miliardi Anno nero per i Fondi Dopo gli anni del boom si è registrata una netta flessione delle nuove sottoscrizioni ■ Assofondi: i rendimenti restano altamente competitivi MILANO — Si è chiuso con un pesante passivo 11 bilancio '88 dei fondi di investimento. Negli ultimi dodici mesi la raccolta netta è stata negativa per ben 12.954 miliardi, il primo risultato in rosso nella storia di questo strumento di raccolta del risparmio in Italia. Nell'87 la raccolta era stata positiva per soli 33 miliardi. Il crollo dell'88 è stato determinato principalmente dalla netta flessione delle nuove sottoscrizioni, segnò che, dopo gli anni del boom dei fondi, i risparmiatori hanno preferito ritornare su investimenti più tradizionali. Nell'anno appena terminato il sistema fondi ha registrato complessivamente sottoscrizioni per 6229 miliardi, circa un terzo rispetto a 17.572 miliardi dell'87, mentre i riscatti sono cresciuti da 17.539 a 19.183 miliardi. Questa performance negativa ha causato una sensibile contrazione del patrimonio globale dei fondi comuni, calato di 7886 miliardi a 51.563 miliardi alla fine dell'88. Il difficile momento dei fondi è stato confermato anche dai dati di dicembre che hanno evidenziato una raccolta netta negativa di 870 miliardi, risultante da riscatti pari a 1415 miliardi e sottoscrizioni per 545 miliardi. Commentando il rendiconto finale l'Assofondi (associazione che raccoglie le società di gestione) sottolinea ì buoni rendimenti dei fondi e delinea alcune novità che il sistema dovrebbe recepire nel corso dell'89. «Nonostante i risultati di assoluto rilievo in termini di rendimenti realizzati neil'88 — precisa una nota — l'andamento della raccolta e dei riscatti sembra costituire per le società di gestione un importante incentivo alla revisione in corso dei processi di comunicazione esterna e alle analisi del metodi di collocamento. Il fine è quello di assicurare al pubblico dei sottoscrittori attuali e potenziali flussi informativi diretti». In particolare, secondo l'associazione, esiste la necessità di «una comunicazione differenziata» per quello che attiene lo strumento fondo e quanto è relativo agli indirizzi gestionali che ispirano le scelte delle diverse società. Per il momento non è chiaro che in- tenda l'Assofondl per «comunicazione differenziata», ma è augurabile che non si riferisca all'ipotesi, ventilata alcuni mesi fa, di non diffondere più i dati mensili dei fondi. Qualcosa di innovativo, sostiene ancora l'Assofondi, bisognerà fare per il collocamento dei fondi al pubblico, con il coinvolgimento in par¬ ticolare delle banche. «Dovrà trovare soluzione — rileva a questo proposito'la nota — il problema della considerazione del fondo comune quale fattore complementare di sviluppo anche per 1 soggetti appartenenti al sistema bancario. Il perseguimento di tale obiettivo presuppone che queste finalità siano condivise e soste- nute dagli organi preposti alla regolamentazione del sistema finanziario». L'associazione difende, inoltre, la validità dello strumento fondi indicando le percentuali di rendimento: il valore netto delle quote dei fondi azionari si è accresciuto nell'88 mediamente del 15,98%, quello delle quote del bilanciati del 14,04% e quello delle quote degli obbligazionari dell'8,47%. Risultati «sicuramente al di sopra di qualsiasi altra forma di investimento e di gestione del risparmio, con un recupero integrale delle conseguenze determinate dalla crisi dei mercati finanziari internazionali dell'87». Ma come mai si è interrotta, o almeno è molto rallentata, la fase di ripresa dei fondi? Le cause vanno ricercate nelle aspettative di aumento dei tassi di interesse che hanno determinato «un intènso accorciamento dell'orizzonte temporale degli investimenti finanziari con un brusco ritorno verso forme di impiego più liquide» e da «stagionali fenomeni di abbellimento dei bilanci delle aziende di credito che si concretizzano in una più vivace politica di accrescimento della raccolta bancaria». Scorrendo ancora il rendiconto '88 risulta che anche i fondi obbligazionari, punto di forza del sistema nell'87, hanno accusato un brusco ripiegamento con una raccolta netta negativa di 4575 miliardi. Gli azionari hanno chiuso in rosso per 2441 miliardi e i bilanciati in passivo di 5938 miliardi. II governatore della Banca d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, con Francesco Cingano

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi

Luoghi citati: Italia, Milano