L'imbarazzo francese di Enrico Singer
L'imbarazzo francese L'imbarazzo francese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIDI — Silenzio ufficiale, conferme ufficiose e tanto imbarazzo. Anzi, quasi un senso di fastidio per quelle anticipazioni piovute da Tokyo sul possibile, prossimo doppio accordo tra Toyota e Renault. Con le polemiche che attraversano l'Europa sulle 'fabbriche cacciavite» (gli stabilimenti dove si montano prodotti altrui), la Règie e il governo francese — che poi ne è il proprietario — avrebbero preferito muoversi con più discrezione nel rivelare lo stato dette trattative avviate con il gigante dell'industria automobilistica giapponese, «afa adesso cheti male è fatto—dice un funzionario del ministero dell'Industria — bisogna evitare di accreditare delle false informazioni». Non tutto quello che l'agenzia di stampa nipponica Kyodo ha rovesciato, lunedi, dalle telescriventi sarebbe esatto, dunque. Almeno per i francesi. Se ormai nessuno mette in dubbio che l'ingresso di Toyota neHa joint venture colombiana di Renault è cosa fatta (l'annuncio formale dovrebbe arrivare la prossima settimana), la «massima cautela» sarebbe d'obbligo per quel che riguarda l'aspetto più interessante e sostanzioso delle indiscrezioni: llntesa per la costruzione di 100 mila vetture giapponesi l'anno in una fabbrica Renault in Francia a partire dal 1993. Ed è una prudenza che ben si comprende. Per ragioni di strategia industriale ed anche per motivi politici Che la Renault stia cercando un partner intemazionale non è un segreta Lo stesso presidente della Règie, Raymond Lévy, lo ha detto in più occasioni, aggiungendo che la Renault è pronta a trattare con tutti: anche con i giapponesi con 1 quali «non si deve avere né un atteggiamento di paura né di ingenuità». E non è un segreto nemmeno il perché della ricerca di un alleato di peso. Nell'88 la Renault ha risanato il suo bilancio (un utile previsto di circa 6 miliardi di franchi dopo anni di deficit) ed ha appena ottenuto dal governo Rocard la cancellazione dei 12 miliardi di franchi di debiti con lo Stato, ma resta il più fragile dei produttori automobilistici europei. n suo è, soprattutto, un problema di dimensioni. A livello europeo, la Renault è scesa dal 13 per cento del mercato nell'80 ad uno stentato 10 per cento. Tutto questo, naturalmente, rafforza l'ipotesi di un accordo — ricercato, se non ancora raggiunto—con i giapponesi. Ma la «massima cautela» rivendicata dai francesi riguarda i termini dell'eventuale intesa. Uno, in particolare: la Renault vorrebbe applicare alla Toyota la «clausola dell'80 per cento». 8i tratta di quella disposizione che impone un contenuto di componenti europei nel prodotto finito pari all'80 per cento. E qui si entri nel campo delle preoccupazioni politiche, perché il governo di Parigi non vorrebbe essere accusato di capi tolazionismo di fronte all'invasione giapponese. Un voltafaccia deciso in nome di interessi nazionali sarebbe davvero pesante da far digerire ai partners europei alla vigilia del grande mercato unico. E sarebbe indigesto anche all'interno. Sarebbe, dopo il taglio dei 12 miliardi di debiti, un altro «regalo» alla Renault e un altro oltraggio alla Peugeot. Se questi sono i retroscena della trattativa con Toyota, la massima cautela» è davvero d'obbligo. Enrico Singer
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